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Piante e fontane in un giardino settecentesco
L’Orto Botanico di villa Corsini
 


L’Orto Botanico di Roma si trova a Trastevere, nel giardino di una residenza di origini cinquecentesche. Quella che fu villa Riario, sede nel Seicento del salotto culturale di Cristina di Svezia, nel secolo successivo venne acquistata dal cardinale Neri Corsini, che le diede il suo nome e ne fece sontuosamente modificare il palazzo da Ferdinando Fuga. L’architetto fiorentino non volle abbattere la costruzione precedente: mantenne molte sale interne, pur raddoppiando le strutture e rinnovando completamente la facciata su via della Lungara.
Il giardino di villa Corsini si estende su un’area archeologica di notevole interesse, dove erano le terme di Settimio Severo e di suo figlio Geta, testimoniata da qualche resto e da sculture. Purtroppo alcuni dei reperti archeologici sono stati trafugati nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2010.
L’Orto Botanico, uno dei più grandi d’Italia, dipendente dal Dipartimento di Biologia vegetale dell’università La Sapienza, si trasferì qui nel 1883, quando il complesso venne acquistato dallo Stato. Vi si accede da largo Cristina di Svezia.
In un parco di 12 ettari ospita circa tremila specie di piante, provenienti da tutto il mondo, tra cui una collezione di palme e una di gimnosperme come conifere, sequoie, abeti, pini, cedri del Libano, larici. Sono presenti un roseto, giardini con piante mediterranee e desertiche, serre con piante tropicali. Presso la cancellata di palazzo Corsini è stato riprodotto un piccolo deserto californiano, mentre vicino all’aranciera un laghetto artificiale ospita numerose piante acquatiche. Particolarmente significativo è il cosiddetto Giardino dei Semplici, che ricostruisce un modello cinquecentesco con duecento piante medicinali.
Gli alberi monumentali comprendono querce da sughero, platani orientali, cedri dell’Himalaya, cerri e roverelle. Gli esemplari ultrasecolari sono più di trecento, appartenenti a oltre 130 specie.
Il giardino è rallegrato dalla presenza dell’acqua che sgorga da eleganti architetture.
Nel 1990 è stata restaurata la settecentesca fontana dei Tritoni, composta da una vasca trilobata al centro della quale sono posti un tritone vecchio e uno giovane in travertino che sorreggono un cesto di frutta dal cui centro si innalza uno zampillo. Era stata commissionata dal cardinale Neri Corsini a un modesto scultore, Giuseppe Poddi, ed era circondata da un emiciclo di piante sempreverdi potate in modo da formare un gioco di archetti sorretti da colonne, il cosiddetto Teatro di Verzura.
Tra il 2003 e il 2008 si è provveduto al ripristino della fontana più imponente del giardino, la Scalinata degli Undici Zampilli, anche detta Catena d'Acqua (1742-44), con sei vasche al centro di una scalea marmorea appoggiata sulle pendici del Gianicolo. Nei documenti settecenteschi veniva chiamata Fontana della Prospettiva, poiché Fuga l’aveva progettata per fare da sfondo al parco, anche in virtù della sua posizione rialzata. Era ornata da statue e busti antichi, oggi per lo più scomparsi. In origine l’acqua proveniva dalla vicina fontana dell’Acqua Paola, il Fontanone. Tutt’intorno alla scalinata ci si può immergere in un bosco seminaturale, i cui alberi potrebbero derivare da quelli che costituivano le selve sacre del Gianicolo ai tempi della Roma arcaica. Particolarmente suggestivi sono anche quattro platani orientali pluricentenari.
C’è anche un settore studiato apposta per i non vedenti, che possono riconoscere alcune specie facilmente distinguibili al tatto o all’olfatto, sistemate in vasche e munite di targhette in Braille.

 

 

di Alessandro Venditti
23 maggio 201
9
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