Nasce il premio Colomba
Antonietti
Rose bianche per un’eroina
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Anche quest’anno Roma ha tributato il suo omaggio a Colomba
Antonietti, l’eroina stroncata da una palla di cannone il 13 giugno
del 1849 mentre, insieme con il marito Luigi Porzi, era impegnata
della difesa delle mura Gianicolensi in cui i francesi del generale
Oudinot tentavano di aprire delle brecce. Erano gli ultimi giorni
della gloriosa storia della Repubblica romana, messa sotto assedio
da forze preponderanti.
La manifestazione, organizzata da Cinzia Dal Maso e Annalisa
Venditti, si è tenuta sul Gianicolo, davanti al busto di Colomba.
Tra i presenti, membri dell’associazione Garibaldini per l’Italia
con il presidente Paolo Macoratti e dell’Istituto internazionale di
studi storici “Giuseppe Garibaldi” con il direttore Franco Tamassia
e il segretario Carlo Berlich.
Colomba era nata a Bastia Umbra il 19 ottobre del 1826, ma dopo
qualche mese la sua famiglia si era trasferita a Foligno. Anche la
città umbra, divenuta terra d’adozione dell’eroina, era presente
all’omaggio con Maura Franquillo, assessore alla Memoria, che su
delega del Sindaco Nando Mismetti ha illustrato le iniziative più
importanti promosse dalla città per ricordare Colomba Antonietti.
L’assessore ha ricordato il profondo legame d’affetto che lega i
folignati a Colomba, la sua struggente storia d’amore con un nobile
cadetto pontificio sbocciata proprio nella loro città, l’opposizione
dei parenti di entrambi – dovuta alla disparità di condizioni
sociali – e il matrimonio celebrato di notte nell’Oratorio della
Misericordia.
Marco Recchi, del rione La Mora, ha posto sulle spalle
dell’assessore il grande fazzoletto con i colori della contrada dove
era il forno di Michele Antonietti, padre di Colomba.
Cinzia Dal Maso ha tracciato un sommario ritratto di una figura che
seppe muoversi al di fuori degli schemi della società del tempo. “La
rigenerazione della nazione – ha spiegato – doveva partire da quella
della famiglia. Era un periodo in cui i matrimoni erano combinati,
ma Colomba si sposò per amore, diventando compagna e sostegno di suo
marito. I due innamorati non tennero in alcuna considerazione le
cosiddette differenze di casta, retaggio di un mondo in
disfacimento. Infine, Colomba si tagliò i riccioli neri e indossò
una vecchia uniforme di Luigi per combattere come un uomo,
addirittura nei micidiali assalti alla baionetta, come la ricordava
Candido Augusto Vecchi”.
La giornalista Annalisa Venditti ha letto alcuni passi dell’articolo
di Domenico Oliva pubblicato il 1° maggio del 1911 su “Il giornale
d’Italia” con la cronaca dell’inaugurazione del busto della
Antonietti, che per fortuna era terminata “senza incidenti”:
evidentemente non era del tutto scontato.
Specchioromano.it, rivista telematica di cultura, ha stabilito di
conferire ogni anno un riconoscimento a due donne che si siano
distinte per il loro impegno nello studio e nella diffusione della
storia e degli ideali risorgimentali.
In questa prima edizione, le targhe sono state consegnate a Silvana
Galardi, presidente della Sezione Molise dell’Istituto
internazionale di studi storici “Giuseppe Garibaldi” e a Monica
Simmons, segretario dell’associazione Garibaldini per l’Italia.
Lo storico forno Panella di Roma, in via Merulana dal 1927, ha
offerto alle due premiate il pane realizzato per il festival
“Cerealia” in onore di Colomba, che era figlia di un fornaio.
A conclusione della manifestazione le due premiate, l’assessore
Franquillo, Cinzia Dal Maso e Annalisa Venditti si sono accostate al
busto di Colomba per deporre alla base un mazzo di rose.
di
Antonio
Venditti
20 giugno 2016
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