"Fratelli e sorelle
d’Italia" all’ISISS "Antonio Giordano"
 La
"Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione e della bandiera"
è stata celebrata in tutta Italia, grazie anche all’impegno degli
insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, che hanno trasmesso
ai loro alunni concetti fondamentali, ma troppo spesso trascurati o
sottovalutati.
In un
ideale gemellaggio tra Roma e Venafro, l’ISISS "Antonio Giordano"
della città molisana, in collaborazione con l’Istituto
Internazionale di Studi "Giuseppe Garibaldi" di Roma, ha dato vita
all’incontro "Fratelli e sorelle d’Italia", che ha visto riuniti
nell’aula magna intitolata a Nicandro De Rosa circa duecento
studenti e una nutrita rappresentanza del corpo docente. Ha condotto
e coordinato gli interventi la professoressa Bianca Buondonno, che
ha curato anche l’allestimento della sala e il materiale didattico
distribuito ai ragazzi. La prima relazione è stata affidata alla
professoressa Silvana Galardi, referente territoriale dell’Istituto
Internazionale di Studi "G. Garibaldi", laureata in Pedagogia e
Filosofia presso l’Università di Cassino e fondatrice
dell’associazione culturale "Circolo dell’Ottocento Nicola Cimorelli",
di cui è presidente, che ha tracciato un breve ma esauriente quadro
storico dei principali avvenimenti che hanno portato dalla
proclamazione della Repubblica Romana all’unità d’Italia. La
studiosa è autrice del volume L’Italia s’è desta. Personaggi, fatti
ed eventi risorgimentali nell’Alto Volturno" (Volturnia edizioni,
104 pagine con illustrazioni a colori e b/n, 20,00 euro), in cui
delinea un affresco storico degli eventi che, negli anni decisivi
del Risorgimento, interessarono la valle del Volturno, zona di
confine tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio. In
particolare, la Galardi si è impegnata nella ricostruzione di uno
degli episodi fondamentali per l’unità d’Italia, l’incontro tra
Vittorio Emanuele II e Garibaldi. Pur convenendo con l’opinione
pubblica comunemente consolidata secondo la quale l’incontro
ufficiale è avvenuto a Taverna Catena, nell’attuale Vairano Scalo,
frazione di Vairano Patenora, ha evidenziato che questo fu preceduto
da quattro decisivi abboccamenti. In particolare, il primo si ebbe
in contrada Favale nel comune di Sesto Campano, mentre gli altri due
ebbero luogo in località Pentime e il quarto in località
Inginocchiatoio - contrada Favale, nel comune di Presenzano. Nel suo
intervento Silvana Galardi ha anche ricordato la figura di Leopoldo
Pilla, nato a Venafro il 24 ottobre del 1805, veterinario, medico e
professore di mineralogia e geognosia all’Università di Napoli,
caduto al Campo delle Grazie presso Curtatone, nell’epica battaglia
del 1848.
A
seguire, la presentazione del libro "Colomba Antonietti. La vera
storia di un’eroina" (Edilazio,
188 pagine, foto in
b/n, 12 euro), di Cinzia Dal Maso, giornalista e studiosa della
storia della Repubblica Romana, che ha illustrato ai ragazzi come il
Risorgimento abbia rappresentato una tappa fondamentale nel lungo
cammino della donna verso la sua emancipazione. "Colomba Antonietti
– ha spiegato – è andata contro le convenzioni sociali della sua
epoca: ha sposato l’uomo che amava nonostante la riprovazione dei
genitori e della chiusa società del tempo, quindi ha combattuto
insieme a lui nella prima guerra d’Indipendenza e nella difesa della
Repubblica Romana. Il suo coraggio le è costato la vita. Il 13
giugno del 1849, davanti alle mura Gianicolensi, una palla di
cannone, rimbalzando sul muro, l’ha ferita così gravemente da
ucciderla".
Il prof. Franco Tamassia,
direttore dell’Istituto Internazionale di Studi "Giuseppe
Garibaldi", ha commentato "Il canto degli italiani " di Goffredo
Mameli, che gli studenti avevano appena ascoltato e cantato con
compostezza e intensa partecipazione. "Le parole del nostro Inno
Nazionale – ha detto – ci aiutano a comprendere il nostro principale
problema dalla caduta dell’Impero Romano: siamo stati sempre divisi.
Gli italiani fanno ancora fatica a superare le loro faziosità.
Eppure la volontà di vivere insieme dei popoli della Penisola era
nata agli inizi del I secolo a. C., dopo le guerre sociali. Roma
concesse la cittadinanza a tutti gli italici, diventando la capitale
del mondo e della civiltà umana. Quello di Mameli, tra gli inni
nazionali, è uno dei più belli, completi e politicamente corretti".
Il professore è passato all’analisi delle cinque strofe che
compongono l’Inno, soffermandosi sulla personificazione della
Vittoria, una divinità rappresentata anche sulle monete come simbolo
dell’affermazione non solo militare, ma in tutte le imprese della
vita, comprese quelle di natura civile e di pensiero".
di
Antonio Venditti
20
marzo 2013 |