Nuovi materiali per l’antiquarium dello "Spazio Cremonini al Trevi"

La "Città dell’Acqua" diventa più bella

di Cinzia Dal Maso e Antonio Venditti

Nel cuore della vecchia Roma, al di sotto del cinema Trevi, si nasconde un’area archeologica di eccezionale interesse, quella del vicus Caprarius, caratterizzata da una straordinaria continuità di vita, dall’epoca romana e dalle invasioni barbariche, attraverso il Medioevo e il Rinascimento, fino all’Ottocento e al Novecento.

Le indagini archeologiche all’interno dell’ex Cinema Trevi presero l’avvio nel settembre del 1999 e dopo tre anni di intenso lavoro, nel dicembre 2002, venne presentata la "Città dell’Acqua", integrata da un antiquarium.

Gli scavi hanno evidenziato due edifici, uno dei quali può essere identificato come un complesso abitativo di tipo intensivo su almeno tre piani, con botteghe al pianterreno, conservato in alzato per circa otto metri, la cui prima fase costruttiva sembra risalire all’epoca neroniana. Intorno alla metà del IV secolo si impiantò nell’area una ricca domus con le pareti rivestite di marmi e pavimenti in mosaici policromi, il cui piano terra venne distrutto da un furioso incendio, probabilmente ad opera dei Vandali di Genserico, che nel 455 saccheggiarono la città. I materiali esposti allo "Spazio Cremonini al Trevi" testimoniano l’esistenza, a partire dal Medioevo, di un’umile comunità stretta intorno alle fonti di approvvigionamento idrico rappresentate dalla Fontana di Trevi alimentata dall’Acqua Vergine - unico degli acquedotti antichi rimasto in uso - e dai numerosi pozzi che attingevano alla falda acquifera presente nel sottosuolo: una "Città dell’Acqua", che ebbe nel prezioso elemento il suo vero e proprio principio insediativo.

La Soprintendenza Archeologica di Roma ha affidato la gestione del sito al Gruppo Cremonini, che ha interamente finanziato lo scavo e la sistemazione dell’area archeologica: oggi il sito rappresenta un esempio di sinergia pubblico-privato nel settore dei Beni culturali, dedicato ad arte, cultura e intrattenimento, e si arricchisce di nuovi reperti archeologici, completando l’allestimento museale dell’area del "Vicus Caprarius".

In occasione del decimo anniversario dall’inizio degli scavi, infatti, è stato ultimato il percorso espositivo dell’antiquarium. Fin dall’inizio si è voluta evitare la decontestualizzazione dei reperti, esponendoli nel luogo di rinvenimento e offrendo così ai visitatori la rara occasione di poter apprezzare i rimandi reciproci fra materiali e contesto.

Grazie alla disponibilità del Gruppo Cremonini e sotto la supervisione della Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma, è stato possibile non solo recuperare tali materiali, ma eseguirne lo studio ed il restauro, con un nuovo apparato didattico bilingue che correda l’esposizione, arricchito da un adeguato apparato grafico, frutto del riesame condotto sui reperti negli ultimi mesi. I minuziosi interventi di restauro hanno inoltre permesso una piena valorizzazione dei materiali archeologici garantendone, nel contempo, le corrette condizioni di conservazione. Si è così mantenuto lo standard qualitativo elevato che caratterizza l’allestimento espositivo già a suo tempo realizzato.

I reperti restaurati e musealizzati sono costituiti da oggetti di uso quotidiano, dal coltello e forchetta del XVII secolo, dalle brocche e piatti in maiolica alle olle e tegami del XVI-XVII secolo, dalle bottiglie in vetro soffiato del XVII–XIX secolo, fino a un particolare oggetto personale costituito da un anello con chiave femmina di cassetta in bronzo e argento del XIV-XV secolo.

Il restauro dei materiali è stato effettuato dal Consorzio L’Officina di Roma, sotto la direzione scientifica di Fiorenzo Catalli, Direttore Archeologo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, responsabile della tutela e conservazione dei reperti. L’allestimento espositivo è stato realizzato da Progetto Artiser s.n.c., sotto la direzione scientifica di Antonio Insalaco, curatore archeologo della Sovraintendenza ai Beni culturali del Comune di Roma, responsabile dell’area archeologica del vicus Caprarius, coadiuvato dagli archeologi Alessandro Ascoli, Giuliano Catalli, Barbara Lepri e Francesca Licordari.

L’Area Archeologica "Città dell’Acqua" è aperta al pubblico il lunedì dalle ore 16,00 alle ore 19,30, e dal giovedì alla domenica, dalle ore 11,00 alle ore 15,00.

Per informazioni: 339 7786192.

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