Ancora
una volta lavori stradali sono l’occasione per il rinvenimento di
importanti testimonianze del passato. Stavolta è successo ad Albano,
dove le indagini archeologiche avviate nel luglio scorso per
permettere alla Provincia di Roma di realizzare un parcheggio
multipiano in località Campo Boario stanno portando alla luce una
serie di strutture murarie antiche presenti su buona parte dell’area
di scavo, a circa quattro metri e mezzo di profondità rispetto al
piano stradale.
È stata anche scoperta parte di una
necropoli, databile al III secolo d.C., costituita da un mausoleo in
laterizio, la tomba in muratura di un bambino con copertura a baule
e iscrizione, una sepoltura in peperino di un legionario, con
l’iscrizione incisa nella pietra, un’incinerazione in dolio, alcune
sepolture a terra, finora solo individuate ma non scavate e infine
alcune vasche non completamente portate alla luce. Si tratta di
resti, come spiega la Soprintendenza per i Beni Archeologici del
Lazio, che appaiono sin d’ora di estremo interesse in quanto
ampliano le conoscenze sui Castra Albana e in particolare sulle aree
necropolari dell’accampamento, di cui finora si conosceva solo
l’area "La Selvotta", collocata nella zona alta di Albano. Ora
naturalmente, sarà necessaria una rivisitazione dell’impostazione
progettuale iniziale del parcheggio, che dovrà assumere una
connotazione di percorso/area museale a carattere archeologico a
pochi passi dal centro storico di Albano.
L’area di sosta, che avrà la funzione
di nodo di scambio gomma – ferro, è stata individuata vicino alla
stazione ferroviaria e la sua realizzazione prevede un costo di 4,7
milioni di euro complessivi. Di questi, 400 mila euro son già stati
spesi per indagini geognostiche e archeologiche. Per la
realizzazione del parcheggio vero e proprio, i finanziamenti residui
ammontano a 4 milioni e 183 mila euro, dei quali 3,1 milioni di euro
finanziati con i fondi di Roma Capitale e 1 milione di euro
stanziati dalla Provincia.
I
Castra Albana erano l'accampamento della II Legione Partica
Severiana, realizzato per volontà dell’imperatore Settimio Severo
intorno al 202 d.C. per stanziare ad Albano una legione composta dai
soldati a lui fedelissimi che lo avevano affiancato nella campagna
contro i Parti in Mesopotamia.
L’accampamento fu edificato presso il XV miglio della via Appia, in
ottima posizione panoramica che permetteva l’osservazione dell’Agro
Romano. Di pianta grosso modo quadrangolare, con i lati di 435 per
232 metri, poteva contenere circa 6.000 uomini e occupava una
superficie di 10 ettari. Era circondato da una possente cinta
muraria in grossi blocchi squadrati della pietra locale, il peperino
o pietra albana, con merli alla sommità. Agli angoli erano quattro
torri circolari, mentre torri quadrangolari erano situate sui lati
lunghi.
La via principale, il cardo, era
tagliata da altre due arterie, i decumani. Si conservano ancora
alcuni tratti delle mura, ad esempio nei pressi del Convento di San
Paolo. Della Porta Principale sinistra, che era costituita da tre
fornici, rimangono il fornice centrale e quello laterale destro,
tamponato in epoca medioevale, come la vicina posterula. Imponenti
sono i resti della Porta Pretoria, sulla via Appia, in opera
quadrata di parallelepipedi di peperino, larga 36 metri e alta 14, a
due piani. I suoi tre fornici sono protetti ai lati da due torri
rettangolari. La fronte era ornata da statue marmoree e vari
elementi architettonici, di cui non si conservano che pochi
frammenti.
Un
vero capolavoro di tecnica costruttiva è il Cisternone, il più
grande serbatoio dei Colli Albani, creato dall’imperatore Settimio
Severo per raccogliere e conservare le acque potabili provenienti da
Palazzolo e destinate ai Castra Albana e ancora in funzione.
L’enorme costruzione, di forma trapezoidale, interamente scavata
nella roccia, è formata da cinque grandi navate intercomunicanti,
delimitate da quattro file di nove grossi blocchi, sui quali è
impostata la volta alta circa m. 12. La sua capacità è di circa 10
mila metri cubi di acqua.
Si vedono ancora tratti di strada
basolata, oltre a resti di abitazioni e di magazzini.
Tutt’intorno all’accampamento si
sviluppò un abitato, soprattutto ad opera delle famiglie dei
legionari, mentre furono innalzate grandi opere pubbliche, come
l’anfiteatro o le grandi terme.
I reperti archeologici provenienti
dai Castra Albana sono ospitati nel Museo Civico di Albano.