Ad Albano i lavori della Provincia di Roma portano a grandi scoperte

Si scava per un parcheggio: emergono resti millenari

di Antonio Venditti

Ancora una volta lavori stradali sono l’occasione per il rinvenimento di importanti testimonianze del passato. Stavolta è successo ad Albano, dove le indagini archeologiche avviate nel luglio scorso per permettere alla Provincia di Roma di realizzare un parcheggio multipiano in località Campo Boario stanno portando alla luce una serie di strutture murarie antiche presenti su buona parte dell’area di scavo, a circa quattro metri e mezzo di profondità rispetto al piano stradale.

È stata anche scoperta parte di una necropoli, databile al III secolo d.C., costituita da un mausoleo in laterizio, la tomba in muratura di un bambino con copertura a baule e iscrizione, una sepoltura in peperino di un legionario, con l’iscrizione incisa nella pietra, un’incinerazione in dolio, alcune sepolture a terra, finora solo individuate ma non scavate e infine alcune vasche non completamente portate alla luce. Si tratta di resti, come spiega la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, che appaiono sin d’ora di estremo interesse in quanto ampliano le conoscenze sui Castra Albana e in particolare sulle aree necropolari dell’accampamento, di cui finora si conosceva solo l’area "La Selvotta", collocata nella zona alta di Albano. Ora naturalmente, sarà necessaria una rivisitazione dell’impostazione progettuale iniziale del parcheggio, che dovrà assumere una connotazione di percorso/area museale a carattere archeologico a pochi passi dal centro storico di Albano.

L’area di sosta, che avrà la funzione di nodo di scambio gomma – ferro, è stata individuata vicino alla stazione ferroviaria e la sua realizzazione prevede un costo di 4,7 milioni di euro complessivi. Di questi, 400 mila euro son già stati spesi per indagini geognostiche e archeologiche. Per la realizzazione del parcheggio vero e proprio, i finanziamenti residui ammontano a 4 milioni e 183 mila euro, dei quali 3,1 milioni di euro finanziati con i fondi di Roma Capitale e 1 milione di euro stanziati dalla Provincia.

I Castra Albana erano l'accampamento della II Legione Partica Severiana, realizzato per volontà dell’imperatore Settimio Severo intorno al 202 d.C. per stanziare ad Albano una legione composta dai soldati a lui fedelissimi che lo avevano affiancato nella campagna contro i Parti in Mesopotamia.
L’accampamento fu edificato presso il XV miglio della via Appia, in ottima posizione panoramica che permetteva l’osservazione dell’Agro Romano. Di pianta grosso modo quadrangolare, con i lati di 435 per 232 metri, poteva contenere circa 6.000 uomini e occupava una superficie di 10 ettari. Era circondato da una possente cinta muraria in grossi blocchi squadrati della pietra locale, il peperino o pietra albana, con merli alla sommità. Agli angoli erano quattro torri circolari, mentre torri quadrangolari erano situate sui lati lunghi.

La via principale, il cardo, era tagliata da altre due arterie, i decumani. Si conservano ancora alcuni tratti delle mura, ad esempio nei pressi del Convento di San Paolo. Della Porta Principale sinistra, che era costituita da tre fornici, rimangono il fornice centrale e quello laterale destro, tamponato in epoca medioevale, come la vicina posterula. Imponenti sono i resti della Porta Pretoria, sulla via Appia, in opera quadrata di parallelepipedi di peperino, larga 36 metri e alta 14, a due piani. I suoi tre fornici sono protetti ai lati da due torri rettangolari. La fronte era ornata da statue marmoree e vari elementi architettonici, di cui non si conservano che pochi frammenti.

Un vero capolavoro di tecnica costruttiva è il Cisternone, il più grande serbatoio dei Colli Albani, creato dall’imperatore Settimio Severo per raccogliere e conservare le acque potabili provenienti da Palazzolo e destinate ai Castra Albana e ancora in funzione. L’enorme costruzione, di forma trapezoidale, interamente scavata nella roccia, è formata da cinque grandi navate intercomunicanti, delimitate da quattro file di nove grossi blocchi, sui quali è impostata la volta alta circa m. 12. La sua capacità è di circa 10 mila metri cubi di acqua.

Si vedono ancora tratti di strada basolata, oltre a resti di abitazioni e di magazzini.

Tutt’intorno all’accampamento si sviluppò un abitato, soprattutto ad opera delle famiglie dei legionari, mentre furono innalzate grandi opere pubbliche, come l’anfiteatro o le grandi terme.

I reperti archeologici provenienti dai Castra Albana sono ospitati nel Museo Civico di Albano.

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