Eretto
su un costone affacciato sull’Aniene tra il II e il I secolo a.C.,
il santuario di Ercole vincitore costituisce la più straordinaria
testimonianza dell’importanza raggiunta da Tivoli, l’antica Tibur,
in epoca romana. Si trovava a circa 300 metri dalle mura urbane e
oggi le poderose strutture si innalzano a poche decine di metri
dalla Villa d’Este.
La tecnica edilizia e in generale la
grandiosità del progetto inseriscono il santuario nel quadro di
un’architettura che generò complessi cultuali eccezionali
nell’Italia centrale, come quelli di Palestrina, Terracina e Nemi.
Il santuario tiburtino, però, si distingue per estensione - tre
ettari su quattro piani - e per la spregiudicatezza di alcune delle
soluzioni tecniche adottate. Alla semplicità planimetrica dell’area
sacra, caratterizzata da portici a due ordini su tre lati, aperta
verso Roma e impegnata nella parte centrale dall’edificio di culto e
da un teatro, fa riscontro lungo il lato settentrionale un
articolato organismo di sostruzioni a carattere commerciale che
inglobò un tratto della Via Tiburtina. Il santuario, infatti,
rivestiva un ruolo economico non meno importante di quello
religioso. Le vicende successive all’abbandono della struttura come
luogo di culto sono la causa della sua mancata conoscenza e della
sua esclusione dai normali percorsi turistici. Le straordinarie
dimensioni degli ambienti disposti lungo la strada e la cospicua
presenza d’acqua favorirono il loro precoce riutilizzo per attività
manifatturiere e industriali, che alterarono le strutture ma
nell’insieme le salvaguardarono.
Sul tempio si impiantò un edificio di
culto cristiano mentre in tutta l’area sacra meridionale i resti
furono nascosti da un consistente interro funzionale alle
coltivazioni. Così l’originaria funzione del complesso,
progressivamente frazionato per le nuove esigenze, venne
dimenticata. I resti dei portici e gli ambienti lungo la strada sono
sopravvissuti incastonati nelle strutture industriali, dando al
monumento un fascino del tutto insolito.
Restituito alla sua reale identità
nella metà del XIX secolo e definitivamente acquisito dal demanio
alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, il santuario sta
lentamente tornando alla luce con una serie di campagne di scavo
che, dal 1983, hanno evidenziato il teatro e parte del portico del
secondo ordine a sud del tempio, con la fronte di un edificio finora
ignoto.
Nell’ambito
di un progetto di riqualificazione e fruizione del teatro finanziato
dai fondi del Gioco del Lotto e diretto dalla direzione regionale
per i Beni culturali e paesaggistici del Lazio, di concerto con la
Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, è in corso da
alcuni mesi una campagna di indagini con risultati notevoli: è stato
individuato il rivestimento in blocchi modanati del basamento lungo
tutto il margine meridionale del tempio, mentre una serie di saggi
ha consentito di circoscrivere alcune strutture che testimoniano una
fase precedente al teatro. Notevoli i rinvenimenti di sculture e
frammenti architettonici che documentano la magnificenza
dell’organismo, testimoniata anche dagli autori antichi.
I risultati ottenuti hanno indotto il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali a organizzare mostra
eccezionale che ogni sabato dalle 10.30 alle 13 (prenotazione
obbligatoria allo 0774.330329) porterà gratuitamente il visitatore
all’interno del cantiere di scavo e, quindi, nell’area sacra del
grande complesso: un’iniziativa che si propone di restituire il
monumento al panorama dei grandi santuari laziali, inserendolo nei
percorsi turistici di grande attrattiva che interessano la città di
Tivoli e il suo territorio.
L’obiettivo della mostra "Santuario
di Ercole Vincitore. Il cantiere, lo scavo, le meraviglie" è
condurre il pubblico, in modo suggestivo e assolutamente non
convenzionale, attraverso un luogo in continua trasformazione, in
cui il lavoro e l’energia di restauratori, archeologi e tecnici
stanno riportando alla luce la specificità e le molteplici
stratificazioni che hanno interessato il sito nel corso dei secoli.
Il visitatore sarà accompagnato da una serie di pannelli
illustrativi e avrà l’occasione di immergersi totalmente
nell’atmosfera di sfida e curiosità che è alla base di un ambizioso
progetto di restauro e riqualificazione come questo. Saranno inoltre
organizzate iniziative collaterali mirate alla conoscenza
dell’intero complesso monumentale.