La
Casa della Memoria e della Storia di Roma, in via San Francesco di
Sales 5, ospiterà dal 23 settembre al 30 ottobre la mostra "Da
Cannes a Tarnopol", a cura di Mauro Baggini e Mario Perghem Gelmi,
con il coordinamento scientifico di Annalisa Venditti.
Promossa dall’Anei e dal Comitato "Da
Cannes a Tarnopol", l’esposizione racconta la storia di due giovani
ufficiali italiani che dopo l’8 settembre 1943 condivisero
l’esperienza dei campi di concentramento tedeschi, attraverso una
parte dei disegni realizzati dall’artista trentino Michelangelo
Perghem Gelmi durante il viaggio e la prigionia, accompagnati dagli
intensi commenti del suo compagno Francesco Baggini, professore di
filosofia a Sondrio.
La mano dell’artista ha immortalato
con sconcertante espressività i paesaggi scorti dal finestrino del
treno o nelle brevi pause prima di ripartire, insieme ai volti e ai
gesti degli altri commilitoni.
Nel campo di Tarnopol (Ucraina), il
"diario disegnato" da Perghem Gelmi e arricchito dalle riflessioni
di Baggini annota la minacciosa altana tra il filo spinato, le
baracche, i momenti di vita in comune, il misero pasto, i passatempi
dei militari prigionieri. Una "cronaca" per immagini e parole in cui
la sofferenza degli uomini è resa viva dalle smorfie e dagli sguardi
dei personaggi ritratti.
"Durante
il giorno – ricordava
Perghem Gelmi nel 1986 - disegnavo
e disegnavo, dedicandomi anche a dei paesaggi all’acquerello,
guardando oltre il filo spinato che ci impediva di evadere
fisicamente. La mente era oltre a spaziare nei cieli e nelle
campagne circostanti".
I disegni, scampati alle
perquisizioni e realizzati con i pochi mezzi a disposizione,
costituiscono una testimonianza di straordinario valore storico.
Trenta anni dopo quella triste e
incancellabile esperienza comune, Baggini e Perghem Gelmi decisero
di consegnare alla memoria la loro testimonianza: nacque così "Da
Cannes a Tarnopol", un volume-reportage di grande formato in cui
vennero raccolti i disegni di Perghem Gelmi, realizzati tra l’8
settembre e l’8 dicembre 1943, commentati dalle annotazioni
dell’amico Baggini.
Dall’amore di un nipote, Mauro
Baggini, verso suo nonno e da quello di un figlio, Mario Perghem
Gelmi, a distanza di altri trenta anni è sorto un nuovo progetto:
ripubblicare quel libro, raccogliendo contributi di studiosi sulla
questione degli I.M.I. e organizzare una mostra con le tavole
originali, che ha già ottenuto un grande successo a Sondrio e a
Trento.