Un
uomo di successo, una donna bellissima e in mezzo a loro una presenza
imbarazzante, sempre più invadente: la morte. Ecco gli ingredienti del nuovo,
avvincente romanzo di Paolo Mosca, "Vivi tu per me" (Sperling & Kupfer, 196
pagine, 16 euro), una palpitante storia d’amore, ma anche un inno appassionato
all’esistenza umana e a tutte le sue piccole e grandi gioie, sentite in modo
ancora più intenso e struggente da chi percepisce la fine avvicinarsi ora dopo
ora. Pietro è un affermato sceneggiatore cinematografico e televisivo,
innamorato della sua giovane compagna Laura, una ex top model che per lui ha
rinunciato a una promettente carriera. Dopo dieci anni di convivenza, la loro
realtà quotidiana viene scossa sin dalle fondamenta da un evento del tutto
inatteso, una malattia rara e incurabile che comprometterà rapidamente i muscoli
di Pietro, lasciandogli appena tre mesi di vita. La coppia decide di fare un uso
singolare del poco tempo rimasto. Non lo vivranno insieme, Laura non assisterà
alla progressiva decadenza del corpo del suo compagno. Mentre lui rimarrà nella
loro mansarda romana di piazza di Spagna, lei viaggerà per lui, ripercorrendo
luoghi in cui erano stati felici insieme, oppure toccando paesi sconosciuti, in
un itinerario di ricordi, di dolore, d’arte, di fede e misticismo. Da un bar di
Milano, da un peschereccio di Stromboli, da un ospedale pediatrico di
Salisburgo, da Coimbra, terra di miracoli, Laura comunica a Pietro le sue
sensazioni, le sue emozioni, le sue incertezze, per telefono, per e-mail,
inviandogli foto e messaggi. Se il fisico dell’uomo è devastato dalla malattia,
la mente rimane lucida, anche per il rifiuto ostinato di medicinali che,
nell’alleviargli le sofferenze, lo possano rendere meno presente. Vicino a lui,
per uno strano gioco del destino, una giovanissima infermiera brasiliana che
somiglia in modo impressionante a Laura e lo copre di attenzioni, con una
maturità e una profondità di sentimenti eccezionali per la sua età.
Ancora una volta Paolo Mosca,
giornalista e scrittore, ci regala un libro in grado di far riflettere le
creature più sensibili, di far vibrare le corde più segrete dei nostri cuori.
Finalmente Mosca torna alla narrativa, sua radice di partenza. "Aspettavo che
scattasse dentro di me – spiega - una molla di verità, una storia dove ritrovare
gli altri, me stesso e il mondo senza forzare la fantasia".