I soggiorni iniziarono per la prima volta con Urbano VIII A Castel Gandolfo villeggiatura da Papi Nei primi anni dell’Ottocento era il luogo più alla moda dello Stato Pontificio per le vacanze estive e autunnali
Per quasi due secoli e mezzo la presenza dei Pontefici a Castel Gandolfo, iniziata con Urbano VIII (1623-1644), costituì un notevole richiamo, quasi un invito a seguirne l’esempio, anche per la cronaca ricca di notizie. I più facoltosi non tardarono a raccoglierlo, tanto è vero che già nel XVIII secolo alcune famiglie nobili di Roma, come i Costaguti, i Casali ed i Ravenna vi si recavano spesso in villeggiatura. Così pure gli alti prelati ed i cardinali: il Generale della Compagnia di Gesù aveva una villa a disposizione e nella prima metà del Settecento il cardinale Alessandro Albani non rinuncerà a costruirsi un casino sotto il giardino del Palazzo Pontificio. Seppure per un certo periodo i Papi non si fossero più recati a Castello, sul finire del XVIII secolo proseguivano le villeggiature della aristocrazia e dei diplomatici: infatti l’ambasciatore di Francia si compiaceva trattenersi nella Villa del cardinale Camillo Cybo, che aveva voluto crearsi una dimora veramente degna di un membro della corte papale. In quegli anni, anche fra le famiglie del ceto medio si era affermata l’usanza di andare a Castel Gandolfo per le vacanze autunnali, stagione peraltro preferita da artisti e letterati stranieri. Fu così che nell’ottobre del 1787 vi giunse pure Goethe, ospite dell’antiquario Tommaso Jenkins nella villa dei Gesuiti. Il poeta ebbe la gradita compagnia della pittrice Angelica Kauffmann ed intrecciò pure un breve idillio con la giovane milanese Maddalena Riggi, ricordata nel "Secondo soggiorno in Italia". Stenteremmo a credere, se le cronache dell’epoca non lo confermassero, che ai primi dell’Ottocento Castel Gandolfo era divenuto il luogo di villeggiatura più ricercato ed alla moda dello Stato Pontificio. D’estate, ma soprattutto in autunno, si riempiva di una varia folla di villeggianti. Anche i nobili romani avevano intensificato i loro soggiorni: i Barberini, i Boncompagni, gli Orsini, i Caetani, i Colonna e gli Albani non mancavano di tornare in autunno nelle loro ville, superati per fasto e magnificenza, anche qui, dal duca Torlonia. Castel Gandolfo al tempo di Pio IX (1846-1878) era talmente ricercato, come del resto tutti i Castelli Romani, che già alla fine della primavera vedeva un concorso notevole di villeggianti attratti anche dalla presenza dei Borboni ad Albano. I soggiorni di Pio IX, in particolare, rappresentano un singolare aspetto di un mondo prossimo a scomparire, anacronistico, specialmente a Roma di cui Castel Gandolfo aveva assorbiti gli echi, soprattutto durante il periodo delle villeggiature, tanto da essere considerato la capitale estiva dello Stato Pontificio. E la prerogativa di essere un centro di villeggiatura tranquillo, preferito, soprattutto, dalla borghesia romana, Castel Gandolfo la mantenne per molto tempo, anche dopo l’Unità d’Italia, quando fu confermata al Papa la proprietà della Villa Barberini e delle tenute annesse, che, però, Pio IX si rifiutò di abitare. Pio XI (1922-1939) il primo agosto del 1934 rinnovò la consuetudine delle villeggiature papali a Castel Gandolfo, che d’allora ha rivisto altri pontefici affacciarsi al balcone del Palazzo Pontificio. Perché, nonostante il mutare dei tempi, la Villa Papale ha mantenuto la funzione precipua di accogliere per un periodo di distensione materiale e spirituale il Vicario di Cristo, anche qui pressato dalle incombenze derivate dalla sua alta missione pastorale. Del resto, già dal tempo di Urbano VIII furono promulgate bolle "in arce Gandulphie" e del 1756 è l’enciclica "Ex omnibus" di Benedetto XIV contro il giansenismo. Clemente XIII, fra g1i scritti elaborati a Castel Gandolfo, compose il "breve di soppressione della Compagnia di Gesu", mentre Pio VII vi dispose il "motu proprio" sul riordinamento dello stato. Sempre da Castel Gandolfo partì la bolla di Pio IX per il riconoscimento del dogma dell’Immacolata Concezione e l’enciclica "Summi Pontificatus" di Pio XII. |
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