Fortuna della Colonna Traiana: San Carlo Borromeo a Vienna

 

di Alessandro Venditti

Ci sono monumenti che superano il tempo e con la loro stessa esistenza testimoniano la grandezza degli uomini. Tra queste meraviglie dell’ingegno e dell’arte va annoverata la colonna che l’imperatore Traiano (98-117 d.C.) volle innalzare nel suo Foro per celebrare il trionfo sui bellicosi Daci, gli antichi abitanti dell’attuale Romania. L’opera maestosa, alta ben 40 metri, si poneva anche ad imperitura memoria degli impegnativi lavori di sbancamento del colle Quirinale, voluti dal sovrano per la realizzazione dei Mercati. All’interno del sontuoso monumento sarebbero poi state poste le ceneri di Traiano, che così aveva provveduto alla sua solenne sepoltura. Nel marmo della colonna, grazie ad uno straordinario rilievo a spirale lungo ben 200 metri, veniva narrata una storia di pietra fatta di guerre e di conquiste: immagine inequivocabile e immortale dell’imprese straordinarie che inneggiavano alla gloria dell’Imperatore vincitore, forse una trascrizione figurativa dei "Commentari" di Traiano, una sorta di cronaca delle due campagne daciche. Vi si riconoscono le varie fasi dell’impresa, dall’attraversamento del Danubio su un ponte di barche alla deportazione delle popolazioni vinte.

Ma la fortuna della colonna Traiana, come è giusto che sia per un’opera di siffatta grandezza, ha valicato i confini della Città Eterna. Così non stupisce "ritrovarla" in una delle più belle capitali europee: l’asburgica Vienna, dove l’esemplare antico venne letteralmente "duplicato" ai lati della "Karlskirke", la Chiesa dedicata a San Carlo Borromeo. L’edificio fu costruito dopo il 1713, quando la città venne colpita da un’atroce pestilenza. Per scongiurare gli effetti devastanti del morbo, l’imperatore Carlo VI aveva infatti promesso di innalzare una basilica dedicata al Santo milanese, protettore dei malati di peste. Il progetto fu affidato al genio di Johann e Bernhard Fisher, che realizzarono un gioiello d’arte barocca, ispirato con vivace eclettismo alle linee e alle forme dell’arte classica. Proprio per questo, ai lati del grande pronao monumentale, gli architetti decisero di porre due maestose colonne con fregio a spirale, chiaro richiamo all’opera di Apollodoro di Damasco, architetto di Traiano. Nella colonna di sinistra, il grandioso rilievo narra la vita di San Carlo Borromeo sotto la luce della Costanza, mentre in quella di destra la sua missione terrena è mostrata nel segno del Coraggio.

La Chiesa, a pianta centrale e con due padiglioni laterali, è aperta al pubblico (www.vienna.info). Nel suo interno si possono ammirare la splendida decorazione in stucco dell’altare maggiore, il pulpito sormontato da putti e il magnifico affresco della cupola, dipinto tra il 1725 e il 1730 da Johann Michael Rottmayer, con una suggestiva immagine dell’Apoteosi di San Carlo Borromeo.

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