Il Pantheon è forse il più bello
tra i templi romani giunti sino a noi, certamente il meglio conservato. Le sue
forme perfette furono progettate dall’imperatore Adriano, che ideò il grande
pronao a colonne di granito e la gigantesca cella circolare coperta a cupola.
L’interno è un capolavoro di armonia, il maestoso portale di bronzo è ancora
quello originario ed il pavimento, anche se molto restaurato, conserva le
qualità del marmo ed il disegno antichi. Eppure, chiunque entri nel Pantheon,
prima di lasciarsi affascinare da tanta bellezza, alza gli occhi a guardare,
incuriosito, il largo occhio aperto al centro della cupola, mentre una serie di
domande si affolla sulle labbra. I custodi, stufi di dare a tutti le stesse
risposte, hanno finito con l’appendere un cartello, dove si spiega che quando
piove l’interno si bagna e l’acqua defluisce da alcuni fori sul pavimento.
Secondo una leggenda, quando il tempio, il 13 maggio del 609, venne trasformato
nella chiesa di Santa Maria ad Martyres, all’atto della solenne benedizione
impartita da papa Bonifacio IV, mentre risuonavano le note del Gloria, schiere
di diavoli, che da secoli vi abitavano indisturbati, piene di terrore, si
sarebbero alzati in volo, per uscire in tutta fretta da quell’apertura e non
tornare mai più. |