Ai Musei Capitolini dal 23
giugno al 3 agosto 2015
Arriva a Roma l’Autoritratto di Leonardo

Arriva a Roma per la prima volta l’Autoritratto
di Leonardo da Vinci della Biblioteca reale di Torino, capolavoro
degli anni maturi dell’artista. Potrà essere ammirato ai Musei
Capitolini, nella splendida cornice di Palazzo Caffarelli, dal 23
giugno al 3 agosto 2015.
Quello che può essere considerato il disegno più famoso del mondo è
stato realizzato a sanguigna tra il 1515 e il 1516. L’opera è reduce
da una campagna diagnostica eseguita nei laboratori scientifici
dell’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del
patrimonio archivistico e librario. In effetti, secoli di
esposizione ad aria e luce avevano prodotto non pochi danni e ormai
l’opera veniva mostrata al pubblico assai raramente. La carta
presentava macchie color ruggine per un eccesso di umidità che aveva
permesso un accumulo di sali di ferro.
Enigmatica e affascinante, ci restituisce l’aspetto che Leonardo
doveva avere negli ultimi anni della sua vita, più che sessantenne.
Sembra un filosofo antico e trova confronto con l’immagine di
Platone nelle Stanze di Raffaello, sotto le cui spoglie l’urbinate
volle raffigurare appunto Leonardo.
Sulla carta bianca ora ingiallita il maestro si raffigurò con
estrema precisione, con una lunga barba e l’espressione malinconica,
tutti elementi che nel Rinascimento si attribuivano all’ideale di
filosofo, ma che dovevano anche essere aderenti alla realtà. Infatti
il pittore cinquecentesco Giampaolo Lomazzo, autore del “Trattato
dell’arte della pittura”, così’ descriveva Leonardo: “Portava
capelli e lunga barba, e le sue sopracciglia erano così cespugliose
che egli appariva come la pura idea della più nobile saggezza”.
Doveva essere un tipo eccentrico, dal momento che la moda dell’epoca
imponeva agli uomini delle guance ben sbarbate. Un suo contemporaneo
riferisce, inoltre, che Leonardo vestiva “un pitocco rosato, corto
fino al ginocchio, che allora usavano i vestiti lunghi”.
La storia dell’autoritratto di Leonardo è piuttosto complessa: era
stato lasciato dal Maestro al suo amico e collaboratore Francesco
Melzi, insieme con altri scritti i disegni. Alla morte del Melzi,
avvenuta nel 1570, l’intero lascito fu disperso dai figli e di
questo foglio si perse ogni traccia. Riapparve a Milano all’inizio
dell’Ottocento, quando Giuseppe Bossi ne riportò una copia a stampa
sul suo volume “Del Cenacolo di Leonardo da Vinci”. Poi più nulla.
L’Autoritratto riuscì fuori nel 1840, quando il collezionista
privato che lo aveva acquistato – forse in Inghilterra o in Francia
- lo cedette al re Carlo Alberto, insieme con alcuni disegni di
Michelangelo e di Raffaello.
di
Alessandro
Venditti
27 giugno 2015
©
Riproduzione Riservata
|
|

CONCORSO LETTERARIO:
LA MIA ROMA - I EDIZIONE |
|