Carlo Maderno
l’aveva innalzata in piazza Scossacavalli
La fontana davanti a Sant’Andrea della Valle

La piazza di fronte alla chiesa di Sant’Andrea
della Valle è rallegrata da una bella fontana dalle forme nobili ed
eleganti, che in origine, però, si trovava in tutt’altro luogo.
Infatti era stata commissionata nel 1614 da
papa Paolo V a Carlo Maderno, che all’epoca era impegnato nella
realizzazione della basilica di San Pietro. Il pontefice voleva una
fontana pubblica che garantisse l’approvvigionamento idrico degli
abitanti di Borgo. Venne sistemata nella piazza più grande del
rione, quella di Scossacavalli, ormai scomparsa. In un’incisione
settecentesca del Vasi la vediamo di fronte a palazzo Castellesi,
poi Giraud e oggi Torlonia, e alla chiesa di San Giacomo, anch’essa
distrutta. Sulla piazza si affacciavano anche il palazzo dei
Penitenzieri, dove attualmente ha sede l’hotel Columbus, e una parte
della caserma Serristori.
Il Maderno si ispirò nella purezza delle forme
ai modelli di Giacomo della Porta, ideando una vasca quadrata di
travertino con sezioni di cerchio su ognuno dei quattro lati. Al
centro della vasca era poggiato un balaustro ornato da quattro
volute sulle quali erano scolpiti draghi ed aquile, animali araldici
dello stemma Borghese, il casato del pontefice. Sul balaustro era
poggiata la vasca superiore in marmo, più piccola e di forma
circolare, piuttosto bassa. Sopra alla vasca era un elemento a forma
capitello dal quale zampillava l’acqua, che usciva anche da quattro
bocche poste nella vasca inferiore.
La fontana era sistemata su un basso gradino
che aveva la stessa forma della vasca inferiore ed era circondato da
sedici colonnine con una recinzione in ferro.
La sera del 22 ottobre del 1867la quiete della
piazza Scossacavalli fu sconvolta da una terribile esplosione che da
lì risuonò per le vie di Roma: un barile di polvere aveva fatto
esplodere la caserma Serristori, uccidendo
23 zuavi pontifici e 5 ignari cittadini
che si trovavano a passare in quella parte di Borgo. A seguito di
una delazione, furono accusati dell’attentato due giovani muratori:
Giuseppe Monti, di Fermo, trentatreenne, sposato e con un figlio
piccolo, e Gaetano Tognetti, un romano di appena ventitré anni, che
con il suo lavoro manteneva i genitori e quattro fratelli più
piccoli. Condannati a morte, i due rimasero in carcere 13 mesi,
quindi, il 24 novembre del 1868, all’alba, vennero portati su un
cocchio chiuso in piazza dei Cerchi, presso il Velabro, dove era
stato montato il palco con la ghigliottina. Ad assistere allo
spettacolo un folto gruppo di zuavi, ma non il popolo, tenuto
lontano. Monti, che volle salire sul palco scalzo, fu giustiziato
alle 7. Stessa sorte toccò a Tognetti, appena due minuti dopo.
Nel 1936, per l’apertura di via della
Conciliazione, iniziarono le demolizioni della cosiddetta “Spina di
Borgo”. Furono distrutti edifici carichi d’arte e di storia: venne
cancellata la piazza Scossacavalli, rasa al suolo la chiesa di San
Giacomo. Mentre gli sventramenti avanzavano, la fontana rimase al
suo posto per qualche anno. Poi, tra il 1941 e il 1945, fu pian
piano smontata e riposta nei magazzini del Comune. Ne uscì qualche
anno più tardi, nel 1951, quando si pensava di poterla sistemare a
piazza della Pilotta. Il progetto, però, fu ben presto accantonato e
la fontana nuovamente immagazzinata. Nel 1955 furono avanzate
diverse proposte che non andarono a buon fine, da via della
Conciliazione a piazza della Cancelleria o a Primavalle. Finalmente
nel 1958 la fontana venne posta dove la vediamo attualmente. La
bella vasca superiore di marmo del Maderno, però, era andata, chissà
come, perduta ed è stata sostituita con una copia in cemento.
di
Cinzia Dal
Maso
27 marzo 2015
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