Aveva un campanile davvero speciale
San Niccolò de Columna

E’ uno dei
monumenti meglio conservati dell’antica Roma e svetta sulle rovine
con i suoi circa quaranta metri di altezza, base compresa.
La colonna
Traiana, in marmo lunense, fu inaugurata nel 113 d.C. per celebrare
la conquista della Dacia e racconta ancora con i suoi circa 200
metri di fregio e 2.500 figure a rilievo i momenti principali delle
guerre condotte dall'imperatore Traiano tra il 101 e il 106 d.C
contro i Daci, gli abitanti dell'odierna Romania.
Dal lato che
guarda verso la Basilica Upia, nella base si apre una porta che
introduce nella cella dove erano conservate le ceneri
dell’Imperatore e dove ha inizio la scala a chiocciola che, con 186
gradini, porta alla sommità della colonna stessa. Sopra la porta è
l’epigrafe commemorativa, sorretta da vittorie alate. Sul bordo
inferiore di tale epigrafe si possono vedere due tagli che si
incontrano ad angolo: era lì che si incastravano gli spioventi del
tetto di una chiesetta che era stata appoggiata alla colonna in
epoca medioevale e che prese il nome di San Niccolò de Columna.
Viene ricordata per la prima volta in un
documento del 1029-32 dell’archivio di S. Maria in via Lata. Era
filiale della basilica dei SS. Apostoli e veniva chiamata anche S.
Nicolai de Columna o In Macello Corvorum, dalle vicine vie e piazza
Macel de’ Corvi. La colonna traiana era addirittura diventata il
campanile della chiesetta, perché un custode aveva posto sulla sua
sommità una piccola campana, che veniva suonata dal basso con una
lunga corda. Un’area cimiteriale annessa fu individuata dal Bosi nel
1906.
San Niccolò venne fatta demolire dal pontefice Paolo III nel 1536.
di
Cinzia Dal
Maso
5 febbraio 2015
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