Nuove indagini evidenziano magazzini,
mura e torri
Ostia, la città
riscoperta dalla geofisica

L’archeologia si avvale delle tecniche più moderne e
finalmente Ostia rivela tutta la sua importanza, il suo ruolo di porto della
capitale del mondo antico. Grazie alle indagini geofisiche partite sin dal 2007,
una task force di esperti ha mostrato l’esistenza di enormi magazzini, mura,
torri e tracciati viari, che raggiungevano l’Isola Sacra, un fazzoletto di terra
effettivamente circondato dall'acqua da tutti i lati: a sud e ad est scorre il
Tevere, che si curva con una grande ansa prima della foce, a nord c’è la Fossa
Traiana, oggi detta Fiumara Piccola, il canale realizzato in occasione della
costruzione dei porti imperiali di Claudio (41-54 d.C.) e Traiano (98-117), a
ovest si estende il mar Tirreno. Occorre tener conto che la linea di costa, in
epoca romana, era assai più arretrata dell’attuale, avanzata a causa dei
depositi fluviali.
“Portus project” è stato un lavoro eccezionale, frutto della sinergia tra Angelo
Pellegrino e Paola Germoni della Soprintendenza speciale per i beni archeologici
di Roma e i professori Simon Keay della University of Southampton-British school
at Roma e Martin Millett della University of Cambridge che hanno diretto
archeologi e geofisici. Proprio nella parte meridionale dell'Isola Sacra sono
state individuate le mura della città, che si svolgevano per oltre 500 metri da
est a ovest, per poi piegare a sud in direzione del Tevere. Su questa cinta
muraria, a intervalli regolari, sorgevano grandi torri di 6 metri per 8, certo
simili a quelle che si vedono nel mosaico delle terme dei Cisiarii. Proprio tali
mura ci consentono di chiamare Ostia Antica una città, non soltanto un quartiere
di espansione extraurbana, come ha detto Paola Germoni.
Mariarosaria Barbera, soprintendente ai Beni archeologici di Roma, ha spiegato
che si tratta di una sorpresa, ma anche e soprattutto del risultato di un
progetto comune che affonda le sue radici nella politica di tutela degli anni
passati. Infatti nel 1962 era stato apposto un vincolo al territorio che ne ha
consentito la conservazione. Per il momento le mura e gli edifici individuati
rimarranno sotto terra, protetti dai terreni agricoli. Si dovrà procedere a
scavi mirati sulla base dei risultati della ricerca geofisica. Infatti "le
campagne di scavo - ha puntualizzato la soprintendente - non ce le possiamo più
permettere".
Con le nuove scoperte Ostia aumenta la sua superficie del 45 per cento e oggi le
sue dimensioni risultano molto maggiori di quelle di Pompei.
Tra il Tevere e le mura, nell'area nota come Trastevere ostiense, sono stati
riconosciuti quattro grandi edifici adibiti a magazzini. Uno di essi, con i suoi
142 metri per 110, è più grande di tutte le strutture di Ostia Antica finora
conosciute. L'edificio è però fornito di un doppio colonnato le cui dimensioni
farebbero pensare a un uso monumentale, diverso dal semplice stoccaggio. Anche
secondo Keay potrebbe essere una grande residenza.
La presenza di grandi aree di stoccaggio nella parte di Ostia a nord del Tevere
riapre il tema delle dimensioni degli scambi commerciali che si svolgevano sulle
sponde del fiume nella prima età imperiale. I risultati di queste indagini
portano lo spazio riservato ai depositi di merci a circa 70 mila metri quadrati,
circa il doppio di quelli finora conosciuti.
Paola Germoni ha annunciato di avere già individuato un piano per il 2015: “la
Soprintendenza userà questi nuovi dati per far sì che il vincolo di rispetto che
oggi coinvolge Ostia diventi una dichiarazione di interesse archeologico ai
sensi del codice dei beni culturali”.
di
Cinzia Dal Maso
4 settembre 2014
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