D’Annunzio vi
ambientò un episodio de “Il piacere”
L’osteria del Cacciatore

Nel 1889 Gabriele D’Annunzio dava alle stampe
“Il piacere”, che introdusse nella letteratura italiana estetismo e
decadentismo. Uno dei passi più intensi del romanzo descrive
l’addio tra il conte Andrea Sperelli e la bellissima Elena Muti,
ambientato nella campagna fuori Porta Pia, presso il ponte
Nomentano. I due amanti viaggiavamo in carrozza. A mezzo chilometro
dal ponte Elena volle scendere, poi comunicò ad Andrea la sua
volontà di partire, la necessità di troncare la loro storia. L’uomo
tentò di ribellarsi a quella decisione, si lasciò andare ai ricordi.
Poi Elena disse di avere sete. “Si diressero allora verso l’osteria
romanesca, passato il ponte. Alcuni carrettieri staccavano i
giumenti, imprecando ad alta voce. Il chiaror dell’occaso feriva il
gruppo umano ed equino, con viva forza”. Si tratta dell’Osteria dei
Cacciatori, che Hans Barth descriveva come un rustico e chiassoso
ritrovo di plebei e contadini e che sembra avere una storia di tutto
riguardo. Già nel Cinquecento era citata nei documenti del convento
di San Silvestro in Capite. Nel 1674 sono i “Maestri delle Tasse” a
parlare di una “Osteria de Lamentana”, curioso nome che altro non è
che la corruzione di “Nomentano”. Ancora le monache di San Silvestro
affittavano nel 1744 la loro tenuta a Ponte Lamentano, accennando in
un atto a “Osteria e casa vicino il Ponte”. Il casale compare in una
stampa di Giuseppe Vasi del 1754, a sinistra di ponte Nomentano, con
la definizione di “Osteria al di là del fiume, verso la Sabina”. E
oggi? La tradizione continua: l’osteria è diventata la “Pizzeria
Ponte Vecchio”, al civico 416 di via Nomentana.
di
Cinzia Dal Maso
11 aprile 2014
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