"Ferro
di Cavallo" è il palazzo semicircolare in via di Ripetta che
Pietro Camporese il giovane costruì nel 1845 per ordine di Gregorio
XVI che voleva destinarlo all’ufficio della gabella e ad
accademia di belle arti.
Nello
spazio occupato dall’edificio un tempo esisteva l’antica legnara, il
vecchio "porto della legna" nello scalo di Ripetta, dove i barcaioli
del Tevere scaricavano legna da ardere o da costruzioni. Il luogo
era chiamato "Penna".
Non
appena il palazzo fu costruito, cominciò un vespaio di critiche e
satire, perché la spesa, in quel momento problematica per le finanze
dello Stato pontificio, era da ritenersi del tutto inopportuna. A
quell’epoca l’erario era estremamente impoverito e papa Cappellari
aveva dovuto contrarre un grosso prestito con Rotschild al 65%
d’interesse. Inoltre, non solo il disegno non piacque, ma lo stesso
Camporese fu accusato di aver tratto profitto dalla fabbrica stessa,
che, appena terminata, già dava segni di instabilità, tanto che le
fondamenta dovettero essere rifatte.
Il
palazzo ospitò la Gabella, l’Accademia di S. Luca e nel 1855 quella
di S. Cecilia e molto più tardi la Filarmonica Romana. Sulla
terrazza fino ai primi anni del Novecento si svolgeva l’estrazione
dei numeri del lotto. Vi abitò anche Luigi Pirandello, prima di
stabilirsi in Prati.
Nella
parte centrale del Ferro di Cavallo si apre un enorme arco fra
colonne ioniche che immette in un atrio o passaggio neoclassico per
raggiungere la Passeggiata di Ripetta. L’edificio attualmente è la
sede dell’Accademia delle Belle Arti, come testimonia l’incisione
sull’architrave dell’arco.