|
Galleria di Alessandro
VII: ritrovati gli affreschi del ‘600
 Dove
oggi sorge il palazzo del Quirinale, nel Cinquecento il Cardinale Oliviero
Carafa possedeva una villa con vigna, che nel 1550 fu presa in affitto da un
altro celebre cardinale, Ippolito II d’Este. Questi trasformò la vigna in un
giardino così bello da indurre papa Gregorio XIII a far ampliare la villa a sue
spese, affidandone l’incarico a Ottaviano Mascarino, che realizzò, tra il 1583 e
il 1585, un elegante fabbricato con facciata a portico e loggiato superiore,
caratterizzato da un belvedere a forma di torrino. Fu Sisto V, 1587, ad
acquistare la piccola villa dai Carafa per farla diventare la residenza estiva
dei pontefici e a commissionare i lavori di ampliamento a Domenico Fontana, che
costruì una lunga ala verso la piazza e un secondo palazzo su via del Quirinale,
a delimitare una sorta di grande cortile interno. L’ultimo lato di questo
cortile, affacciato sul giardino, fu chiuso da Flaminio Ponzio per volontà di
Paolo V Borghese (1605-21). Ora i pontefici si potevano dedicare alla
decorazione delle grandi sale. Così Alessandro VII Chigi (1655-67) incaricò
Pietro da Cortona di coordinare il ciclo di affreschi che un folto gruppo di
pittori, tra cui Carlo Maratta, Pier Francesco Mola, Lazzaro Baldi e Gaspard
Doughet, realizzò nella lunga galleria del piano nobile dell’ala di Domenico
Fontana, prospiciente la piazza.
La parte principale
del ciclo pittorico era costituita, nella parte più alta, da episodi dell'Antico
Testamento raccordati da cornici e colonne binate dipinte. Ma gli affreschi
andavano dal pavimento al soffitto in questo ambiente pieno di aria e di luce:
nella parte più bassa furono dipinte coppie di figure seminude e un finto
colonnato affacciato su un bel giardino ricco di fiori, piante, frutti, uccelli
e statue.
La splendida
galleria, una delle più belle d’Europa, non era però destinata a conservare a
lungo il suo fascino e la sua integrità. All’inizio dell’Ottocento, durante
l’occupazione francese di Roma, il Quirinale fu scelto dal governo napoleonico
come residenza imperiale. In effetti Napoleone non soggiornò mai a Roma, ma il
palazzo subì pesanti trasformazioni per adeguarlo al gusto neoclassico e alle
mutate esigenze. Tra il 1812 e il 1813 la galleria di Alessandro VII, inserita
negli appartamenti dell’Imperatrice Maria Luisa, fu divisa dall’architetto
Raffaele Stern in tre ambienti: la sala Gialla, la sala degli Ambasciatori e la
sala di Augusto. Le tredici finestre affacciate sul cortile furono tamponate e
gli affreschi della parte inferiore delle pareti occultati da una mano di
scialbo. Si arrivò persino a pensare che fossero andati perduti per sempre. Ma
non era così. Nel maggio del 2001 si stava procedendo alla messa a norma
dell’impianto elettrico nella sala degli Ambasciatori. Alcuni saggi effettuati
sulle pareti rivelarono che le pitture seicentesche erano ancora lì, sotto la
ridipintura di epoca napoleonica, perfettamente conservate. Solo le colonne
affacciate sul giardino risultano mozzate in alto dalle decorazioni napoleoniche
a fondo oro.
Si diede inizio al
lungo e paziente restauro, finanziato dalla fondazione Bracco, che ha riaperto
anche le finestre, permettendo di ritrovare due magnifiche imposte dipinte con i
simboli araldici di papa Clemente XIII Rezzonico (1758-1769), con i chiavistelli
originali. E’ stata anche rinvenuta la data 1656, oltre alla scritta "Alexander
VII - Pontifex Optimus Maximus". I vani delle finestre conservano la
pavimentazione seicentesca in cotto giallo e rosso. Dal 2006 è stata
ripristinata anche l’originaria decorazione della sala Gialla, con le pitture di
raccordo tra le scene bibliche. Inoltre, nella sala degli Ambasciatori, sotto
l’affresco del Maratta è tornato alla luce un dipinto raffigurante la chiesa di
Santa Maria della Pace. Sul lato opposto dell’ambiente, sotto il dipinto del
Mola, è stato ritrovato un dettaglio con la porta e la chiesa di Santa Maria del
Popolo.
Finalmente lo
scorso 11 ottobre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha
inaugurato il restauro della Galleria di Alessandro VII, illustrato da Rossella
Vodret, soprintendente speciale per il patrimonio storico, artistico ed
etnoantropologico e polo museale di Roma, e da Louis Godart, consigliere per la
Conservazione del Patrimonio artistico. Tra le autorità presenti, il Ministro
per i Beni e le Attività Culturali Giancarlo Galan e il Sottosegretario di Stato
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta.
di
Antonio Venditti
e
Cinzia Dal Maso
19 ottobre 2011 |