Il
grande piatto di fritti misti caratteristico della cucina romana era sempre
completato da una generosa quantità di mele, un’autentica prelibatezza a
dispetto della semplicità della preparazione.
Innanzi tutto ci
vogliono due o tre belle mele, fresche e sane. Le golden vanno benissimo, ma si
possono utilizzare anche le annurche o, in ultima analisi, quelle che si hanno
in casa.
Innanzi tutto si
prepara la pastella con un uovo, qualche cucchiaio di farina, un pizzico di sale
e un po’ di latte tiepido. La pastella deve essere lavorata con cura, evitando
che si formino grumi, e non deve risultare né troppo liquida né troppo densa.
Una volta pronta, si lascia riposare in un luogo fresco per una mezzoretta.
Intanto si
preparano le mele, che vanno private del torsolo con l’apposito arnese, quindi
sbucciate e tagliate a fette alte mezzo centimetro, facendo attenzione a non
romperle. Devono risultare tante piccole rotelle, che, volendo, si possono far
insaporire in una terrina con un bicchierino di brandy.
Si prendono poi le
rotelle con delicatezza, si immergono nella pastella e si fanno friggere in
abbondante olio, preferibilmente extravergine di oliva. Quando sono belle
dorate, si tirano su e si mettono su un foglio di carta assorbente per eliminare
l’unto in eccesso. Ora non resta che passare le mele fritte – che somigliano a
tante ciambelline - in un piatto dove si è versato un po’ di zucchero granulato,
per disporle infine su un piatto di portata.