Nel
XVI secolo, Cesare Baronio introdusse nel Martirologio romano al 12 gennaio
Santa Taziana, della cui vita si hanno scarse notizie, per giunta poco
attendibili, derivando da una "passio" del VII secolo. Sarebbe stata una
fanciulla romana che, sotto l’imperatore Alessandro Severo (222-235), fu
condotta dal prefetto in un tempio pagano per sacrificare agli idoli. Taziana,
invece, si raccolse in preghiera, mentre i simulacri cadevano dai piedistalli,
infrangendosi fragorosamente al suolo, a causa di una scossa di terremoto. La
reazione del prefetto fu terribile: la ragazza venne schiaffeggiata e frustata,
con l’accusa di magia. Le sue carni furono straziate con pettini e uncini di
ferro. Fu data in pasto alle belve senza riceverne alcun male. Fu infatti
gettata in una fossa del circo insieme a un enorme leone affamato, ma il felino,
invece di sbranarla, si stese ai suoi piedi mansueto. Infine venne decapitata.
L’origine
del culto va però ricercata nei paesi di lingua slava, dove il nome è molto
diffuso nella forma più vicina a quella latina, ossia Tatiana.
Dall’itinerario di Guglielmo di Malmesbury, della seconda metà del settimo
secolo, sappiamo che Taziana era venerata a Roma in una chiesa su un non meglio
identificato monte Nola, certo sul Quirinale – spiega Mariano Armellini - dove
il codice di Torino collocava la chiesa di Santa Taziana, a breve distanza da
quella di Santa Susanna, specificando che aveva un solo sacerdote. Del resto,
stando alla sua "passio" greca, Taziana sarebbe stata sepolta nella sesta
regione augustea, comprendente l’Alta Semita e il Quirinale. Secondo Christian
Hülsen, la chiesetta sarebbe scomparsa dopo il XV secolo.
Dell’argomento si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.100 MHz), nel corso
dell’Intervista possibile di "Questa è Roma", il programma ideato e
condotto da Maria Pia Partisani, in studio con Livia Ventimiglia il sabato dalle
10 alle 11.