Si
deve a Papa Niccolò IV (1288-1292) la radicale ristrutturazione della basilica
di Santa Maria Maggiore, che ne cambiò completamente l'aspetto; l'intervento più
importante fu l'aggiunta del transetto, che con i suoi 35 metri di lunghezza
sporgeva appena oltre i muri laterali della basilica.
L’impegno del Pontefice
non si limitò all'interno della chiesa, ma interessò anche la facciata, che
presentava nella parte inferiore il portico aggiunto da papa Eugenio III alla
metà del XII secolo, mentre nella parte alta c’era un semplice muro in cortina
laterizia privo di decorazioni. Niccolò IV fece arricchire la facciata da un
ciclo musivo su fondo dorato e su due registri, ancora oggi visibile dietro gli
archi della loggia delle benedizioni della facciata settecentesca, che purtroppo
ha profondamente alterato la percezione dell’opera medioevale.
I mosaici vennero commissionati a
Filippo Rusuti, che li eseguì tra il 1294 e il 1308. Rusuti era allievo di
Jacopo Torriti, cui si devono i mosaici absidali all’interno della basilica.
Possono essere ammirati, solo su richiesta, salendo la scala che dal portico
conduce alla loggia.
Senza problemi è l’attribuzione a Rusuti
dei mosaici della parte superiore, che recano ancora la firma dell’artista. La
parte inferiore suscita qualche perplessità, per le differenze di stile con il
resto della composizione e per la dimensione delle tessere, più grandi e
disposte meno regolarmente.
Al centro della parte superiore è il
clipeo con il Cristo sul trono gemmato che segue la più classica
iconografia bizantina. Il Salvatore, vestito con toga purpurea, regge nella mano
sinistra un libro aperto; sotto ai suoi piedi, sulla cornice del clipeo, si
legge "Philippo Rusuti fecit hoc opus". Il tondo è
circondato da quattro angeli. Dietro a quello di destra compaiono due piccole
figure: i cardinali Iacopo e Pietro Colonna, che subentrarono come
committenti dell'opera dopo la morte del Pontefice. A destra del clipeo sono la
Vergine e i Santi Paolo, Giacomo, Gerolamo. A sinistra, i
Santi Giovanni Battista, Pietro, Andrea, Matteo. In alto corrono i
Simboli degli Evangelisti.
Nel registro inferiore, ai lati del
grande rosone centrale circondato dagli stemmi dei Colonna, in quattro riquadri
sono raffigurati episodi relativi alla fondazione della basilica da parte di
papa Liberio, corredati ciascuno da una didascalia e da un’annotazione musicale
che permetteva ai fedeli di cantare il relativo evento miracoloso: il sogno
di papa Liberio; il sogno del patrizio Giovanni;
Giovanni racconta il suo sogno al papa; papa
Liberio traccia sulla neve la pianta della chiesa.
Una recente scoperta è
venuta ad arricchire il patrimonio artistico di epoca medioevale a Roma: è
tornato alla luce, in una torre del Palazzo Senatorio in Campidoglio, un
trittico medievale dipinto ad affresco. L’opera, che nel corso dei secoli ha
subito vari danni, mostra un Cristo trionfante, i Santi Pietro e Paolo e
un’aureola, tutto ciò che rimane dell’immagine della Vergine. Secondo Claudio
Parisi Presicce, direttore dei Musei Capitolini, l’affresco si potrebbe datare
negli anni 20-30 del Trecento. Alcuni studiosi propongono di attribuirlo alla
bottega di Pietro Cavallini. Di diverso avviso Alfred Breitman, artista e
studioso del Gruppo Watching The Sky, che ha rilevato nel trittico – di alta
qualità - ancora gli stilemi bizantini, da cui il maestro si allontanò, optando
per una pittura naturalista. Stile e soggetto, invece, sono tipici di Filippo
Rusuti, e il Cristo trionfante è molto vicino a quello che si trova nel clipeo
al centro del mosaico superiore della facciata di Santa Maria Maggiore.
Breitman, poi, fa notare un altro
particolare dell’affresco del Campidoglio: accanto al ritratto di San Pietro
compare una colonna, ossia lo stemma della famiglia Colonna. L’accostamento a
San Pietro non sarebbe casuale, ma indicherebbe che il committente dell’opera fu
il cardinale Pietro Colonna, lo stesso che compare nella facciata della basilica
mariana. L’opera, in questo modo, dovrebbe essere datata al periodo in cui
Pietro fu cardinale a Roma: non il Trecento, ma gli anni fra il 1288 e il 1297.