Nel XIII secolo e nella prima
metà del XIV, furono attivi nel Lazio degli eccezionali artigiani, famosi per la
loro maestria nel fabbricare le campane: si tratta di Bartolomeo "Pisanus" e dei
suoi figli Lotteringio, Andreotto e Guidotto. A quest’ultimo, che lavorava con
il figlio Andrea, si deve una delle campane di Santa Maria Maggiore, realizzata
nel 1289. Oggi è conservata in Vaticano, ma è stata sostituita da un’altra
donata da papa Leone XIII. Alla campana, detta "la Sperduta", è legata una
pittoresca leggenda, ambientata nel Cinquecento. Una pellegrina che era venuta a
Roma a piedi per visitare le Basiliche fu colta dal calar delle tenebre nella
zona dei Cessati Spiriti, che allora era proprio campagna, e perse la strada. "Se
n’annava dunque a ttastoni i’ tramezzo a la campagna - racconta Giggi Zanazzo -
sola com’un cane, senza la speranza de trovà’ una capanna pe’ riposasse, e ccor
pericolo, a bbon bisogno, d’èsse’ sgrassata e assassinata". La poveretta si
raccomandò alla Vergine e all’improvviso nel silenzio della notte sentì venire
da lontano lontano il suono di una campana. Allungò il passo e sempre seguendo
quel richiamo, si ritrovò finalmente in piazza Santa Maria Maggiore. Infatti, la
campana di quella chiesa, per qualche funzione, aveva suonato alle due di notte.
La pellegrina, grata alla Madonna, lasciò una rendita alla chiesa affinché la
campana continuasse a suonare alle due di ogni notte (ora però suona alle 21).
Conclude Zanazzo: "e mmó, quanno le sere d’inverno, se sente sonà’ la campana de
Santa Maria Maggiore, tutti quelli che abbiteno da quelle parte dicheno: Ecco
la Sperduta!"
Dell’argomento si parlerà a
Nuova Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso dell’Intervista possibile di "Questa
è Roma", il programma ideato e condotto da Maria Pia Partisani, in studio
con Livia Ventimiglia il sabato dalle 10 alle 11.