Benedetto
Pistrucci era nato a Roma nel 1783. Il suo talento artistico emerse
precocemente. Appena quattordicenne, lavorò come apprendista presso
un incisore di pietre dure, un tale Giuseppe Manco, mentre studiava
pittura con Stefano Tofanelli (1752-1812). Il Manco non era un gran
maestro, ma l’allievo faceva rapidissimi progressi, acquistando
un’eccezionale bravura nell’incisione di pietre dure.
Nel 1799 lo troviamo presso la
bottega dell'incisore di cammei Niccolò Morelli e all'Accademia del
Disegno in Campidoglio per seguire corsi di modellazione in creta.
Nel 1800 ottenne il primo premio come scultore al concorso
dell'Accademia del Nudo. I suoi cammei erano richiestissimi, al
punto di suscitare le invidie del Morelli. Ormai, però, era arrivato
per lui il momento di mettersi in proprio, anche se aveva appena 19
anni. Poco dopo sposò Barbara Folchi, anch’essa romana, che gli darà
otto figli.
Tra il 1800 e il 1812 la sua attività
diventò frenetica e la sua clientela sempre più vasta, comprendendo
nobili, prelati, rappresentanti dell’alta borghesia. Addirittura, i
mercanti d’arte rivendevano le sue creazioni facendole passare per
antiche, anche se il Pistrucci usava nascondere in qualche punto
dell’incisione una piccola alfa greca, una sorta di marchio
personale.
La sua fama non poteva più restare
ristretta nella piccola cerchia delle mura aureliane. Angelo Bonelli,
un mercante particolarmente attivo in Inghilterra, lo inseriva nel
mercato internazionale. Realizzò un ritratto in cera della
granduchessa Anna Fedorovna, moglie del granduca Costantino,
fratello dello zar Alessandro I, dal quale in seguito ricavò un
cammeo. Elisa Baciocchi, granduchessa di Toscana e sorella di
Napoleone Bonaparte, lo chiamò a Firenze per insegnarvi l’arte della
medaglia. Nel 1812 realizzò, insieme con Nicola Morelli e Giuseppe
Girometti, un ritratto della granduchessa su cammeo, tratto da un
modello in cera di Giovanni Antonio Santarelli. Il suo lavoro venne
talmente apprezzato che gli incarichi a corte si moltiplicarono ed
ottenne commissioni per ritratti in cera e cammei anche da Paolina
Borghese e da Carolina Murat. Nel 1814 la granduchessa lo inviò a
Parigi per eseguire un ritratto dal vero dell’Imperatore.
Alla
fine del 1815 giunse a Londra, dove conobbe Chermes Dietrith König,
il numismatico James Millinger e lord Fife. Mentre eseguiva il
ritratto in cera di sir Joseph Banks, conobbe un collezionista che
gli mostrò un cammeo antico con la testa di Flora. Pistrucci si
accorse subito di trovarsi davanti a un suo lavoro, ma il
collezionista non se ne voleva convincere. Alla fine, l’artista fu
costretto a realizzare un’altra Flora, prima in cera e poi in
corniola, per provare la paternità dell’opera.
Nel 1816 Joseph Banks presentò
Pistrucci a William Wellesley Pole, "maestro" della zecca:
l’incontro che avrebbe dato una svolta decisiva alla sua vita,
portandolo a realizzare il rovescio di quella che sarà definita "la
più bella moneta dell’età moderna", la sterlina. L’artista ne eseguì
un modello su un cammeo in diaspro, dove era raffigurato San Giorgio
a cavallo che uccide il drago. Fu un autentico successo, che l’anno
seguente gli fece attribuire le funzioni di medaglista capo di Sua
Maestà britannica, con la favolosa somma – all’epoca – di
cinquecento sterline l’anno, più vitto e alloggio in una casa nel
recinto della zecca.
Pistrucci quindi incise i conii della
sovrana d'oro, con il ritratto di Giorgio IV e il San Giorgio e il
Drago al rovescio, oltre ad eseguire i modelli per la medaglia
commemorativa dell'acquisto dei marmi del Partenone e della loro
esposizione al British Museum. Nel 1819 ricevette l’incarico per la
medaglia d’argento commemorativa della vittoria di Waterloo, che lo
terrà impegnato per trent’anni, ma è considerata il suo capolavoro.
Ha un diametro di 63 millimetri e pesa 124,20 grammi. Al centro del
dritto sono i profili dei quattro sovrani alleati, attorniati da
figure allegoriche, tra cui, Apollo sul carro, Zeffiro e Iride che
spargono fiori in segno di pace, i Dioscuri, la personificazione
della Forza
Al rovescio, Wellington e Blücher
abiti da antichi romani e a cavallo guidano la battaglia. Tra loro
spunta una Vittoria alata. Tutt’intono si svolge un’animata
gigantomachia. In alto, Giove su un carro trainato da quattro
destrieri atterra con un fulmine 19 Giganti, uno per ogni anno della
guerra.
Intanto i suoi lavori si
moltiplicavano, dalla medaglia per la East India Company a quella
per l'incoronazione della regina Vittoria. Finalmente, nel 1828
arrivò il tanto sospirato titolo di "Chief Medallist", medaglista
capo, che fino ad allora gli era stato negato per le sue origini
italiane.
Nel 1832 scolpì un busto marmoreo del
duca di Wellington ed espose alla Royal Academy il modello per una
statua di Giorgio IV.
Nel 1839 partecipò al concorso per il
monumento ad Horatio Nelson.
La sua salute cominciava a essere
malferma. Il 28 febbraio 1840 inviava una lettera a Roma ai suoi
familiari, che iniziava così: "Barbara mia e figli miei carissimi,
questa è la seconda lettera che scrivo in pochi giorni; anzi la
terza. Gli occhi miei sono diventati peggio di prima, che è già
parecchio tempo, e scrivo piccolo per pratica, e perché Dio mi dette
tanti talenti che anche cieco credo che potrei scrivere così".
In tutti questi anni aveva continuato
a dedicarsi all’incisione dei cammei e nel 1842 entrò a far parte
dell'Athenaeum Club di Londra. Il 1851 lo vide a capo di un giurì
per l'esposizione Universale di Londra, mentre nel 1854 fu nominato
socio onorario dell'Accademia Pontificia di Belle Arti di Bologna.
Nel 1855 eseguì i modelli per una
medaglia commemorativa della visita in Inghilterra di Napoleone III
e dell'imperatrice Eugenia, che non vide mai realizzata: Benedetto
Pistrucci moriva a Londra il 16 settembre di quello stesso anno. Ora
riposa nel cimitero della Christchurch di Virginia Water, nel Surrey.
Nel 1915 i trecentonovantasei pezzi
della collezione delle cere di Pistrucci sono stati acquistati dallo
Stato italiano ed oggi si possono ammirare nel Museo della Zecca di
Roma (via XX settembre 97), insieme con altri 29 modelli, reperiti
di recente sul mercato antiquario romano e con uno splendido cammeo
in sardonica.
Di Benedetto Pistrucci si parlerà
anche a Nuova Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso dell’Intervista
possibile di "Questa è Roma", il programma ideato e condotto dalla
professoressa Maria Pia Partisani, in onda ogni domenica dalle 9.30
alle 10.30.