Benedetto Pistrucci nel 1817 realizzò il San Giorgio sulla sterlina
Un incisore romano alla corte d’Inghilterra
di Cinzia Dal Maso & Antonio Venditti

Benedetto Pistrucci era nato a Roma nel 1783. Il suo talento artistico emerse precocemente. Appena quattordicenne, lavorò come apprendista presso un incisore di pietre dure, un tale Giuseppe Manco, mentre studiava pittura con Stefano Tofanelli (1752-1812). Il Manco non era un gran maestro, ma l’allievo faceva rapidissimi progressi, acquistando un’eccezionale bravura nell’incisione di pietre dure.

Nel 1799 lo troviamo presso la bottega dell'incisore di cammei Niccolò Morelli e all'Accademia del Disegno in Campidoglio per seguire corsi di modellazione in creta. Nel 1800 ottenne il primo premio come scultore al concorso dell'Accademia del Nudo. I suoi cammei erano richiestissimi, al punto di suscitare le invidie del Morelli. Ormai, però, era arrivato per lui il momento di mettersi in proprio, anche se aveva appena 19 anni. Poco dopo sposò Barbara Folchi, anch’essa romana, che gli darà otto figli.

Tra il 1800 e il 1812 la sua attività diventò frenetica e la sua clientela sempre più vasta, comprendendo nobili, prelati, rappresentanti dell’alta borghesia. Addirittura, i mercanti d’arte rivendevano le sue creazioni facendole passare per antiche, anche se il Pistrucci usava nascondere in qualche punto dell’incisione una piccola alfa greca, una sorta di marchio personale.

La sua fama non poteva più restare ristretta nella piccola cerchia delle mura aureliane. Angelo Bonelli, un mercante particolarmente attivo in Inghilterra, lo inseriva nel mercato internazionale. Realizzò un ritratto in cera della granduchessa Anna Fedorovna, moglie del granduca Costantino, fratello dello zar Alessandro I, dal quale in seguito ricavò un cammeo. Elisa Baciocchi, granduchessa di Toscana e sorella di Napoleone Bonaparte, lo chiamò a Firenze per insegnarvi l’arte della medaglia. Nel 1812 realizzò, insieme con Nicola Morelli e Giuseppe Girometti, un ritratto della granduchessa su cammeo, tratto da un modello in cera di Giovanni Antonio Santarelli. Il suo lavoro venne talmente apprezzato che gli incarichi a corte si moltiplicarono ed ottenne commissioni per ritratti in cera e cammei anche da Paolina Borghese e da Carolina Murat. Nel 1814 la granduchessa lo inviò a Parigi per eseguire un ritratto dal vero dell’Imperatore.

Alla fine del 1815 giunse a Londra, dove conobbe Chermes Dietrith König, il numismatico James Millinger e lord Fife. Mentre eseguiva il ritratto in cera di sir Joseph Banks, conobbe un collezionista che gli mostrò un cammeo antico con la testa di Flora. Pistrucci si accorse subito di trovarsi davanti a un suo lavoro, ma il collezionista non se ne voleva convincere. Alla fine, l’artista fu costretto a realizzare un’altra Flora, prima in cera e poi in corniola, per provare la paternità dell’opera.

Nel 1816 Joseph Banks presentò Pistrucci a William Wellesley Pole, "maestro" della zecca: l’incontro che avrebbe dato una svolta decisiva alla sua vita, portandolo a realizzare il rovescio di quella che sarà definita "la più bella moneta dell’età moderna", la sterlina. L’artista ne eseguì un modello su un cammeo in diaspro, dove era raffigurato San Giorgio a cavallo che uccide il drago. Fu un autentico successo, che l’anno seguente gli fece attribuire le funzioni di medaglista capo di Sua Maestà britannica, con la favolosa somma – all’epoca – di cinquecento sterline l’anno, più vitto e alloggio in una casa nel recinto della zecca.

Pistrucci quindi incise i conii della sovrana d'oro, con il ritratto di Giorgio IV e il San Giorgio e il Drago al rovescio, oltre ad eseguire i modelli per la medaglia commemorativa dell'acquisto dei marmi del Partenone e della loro esposizione al British Museum. Nel 1819 ricevette l’incarico per la medaglia d’argento commemorativa della vittoria di Waterloo, che lo terrà impegnato per trent’anni, ma è considerata il suo capolavoro. Ha un diametro di 63 millimetri e pesa 124,20 grammi. Al centro del dritto sono i profili dei quattro sovrani alleati, attorniati da figure allegoriche, tra cui, Apollo sul carro, Zeffiro e Iride che spargono fiori in segno di pace, i Dioscuri, la personificazione della Forza

Al rovescio, Wellington e Blücher abiti da antichi romani e a cavallo guidano la battaglia. Tra loro spunta una Vittoria alata. Tutt’intono si svolge un’animata gigantomachia. In alto, Giove su un carro trainato da quattro destrieri atterra con un fulmine 19 Giganti, uno per ogni anno della guerra.

Intanto i suoi lavori si moltiplicavano, dalla medaglia per la East India Company a quella per l'incoronazione della regina Vittoria. Finalmente, nel 1828 arrivò il tanto sospirato titolo di "Chief Medallist", medaglista capo, che fino ad allora gli era stato negato per le sue origini italiane.

Nel 1832 scolpì un busto marmoreo del duca di Wellington ed espose alla Royal Academy il modello per una statua di Giorgio IV.

Nel 1839 partecipò al concorso per il monumento ad Horatio Nelson.

La sua salute cominciava a essere malferma. Il 28 febbraio 1840 inviava una lettera a Roma ai suoi familiari, che iniziava così: "Barbara mia e figli miei carissimi, questa è la seconda lettera che scrivo in pochi giorni; anzi la terza. Gli occhi miei sono diventati peggio di prima, che è già parecchio tempo, e scrivo piccolo per pratica, e perché Dio mi dette tanti talenti che anche cieco credo che potrei scrivere così".

In tutti questi anni aveva continuato a dedicarsi all’incisione dei cammei e nel 1842 entrò a far parte dell'Athenaeum Club di Londra. Il 1851 lo vide a capo di un giurì per l'esposizione Universale di Londra, mentre nel 1854 fu nominato socio onorario dell'Accademia Pontificia di Belle Arti di Bologna.

Nel 1855 eseguì i modelli per una medaglia commemorativa della visita in Inghilterra di Napoleone III e dell'imperatrice Eugenia, che non vide mai realizzata: Benedetto Pistrucci moriva a Londra il 16 settembre di quello stesso anno. Ora riposa nel cimitero della Christchurch di Virginia Water, nel Surrey.

Nel 1915 i trecentonovantasei pezzi della collezione delle cere di Pistrucci sono stati acquistati dallo Stato italiano ed oggi si possono ammirare nel Museo della Zecca di Roma (via XX settembre 97), insieme con altri 29 modelli, reperiti di recente sul mercato antiquario romano e con uno splendido cammeo in sardonica.

Di Benedetto Pistrucci si parlerà anche a Nuova Spazio Radio (88.150 MHz), nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma", il programma ideato e condotto dalla professoressa Maria Pia Partisani, in onda ogni domenica dalle 9.30 alle 10.30.

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