Racconta
lo storico Tacito nel XIV libro dei suoi Annali che nel 59 d.C., durante
uno spettacolo gladiatorio offerto da Livineio Regolo, era scoppiata una
rissa nell’Anfiteatro di Pompei: nocerini e pompeiani erano venuti alle
mani per futili motivi e lo scontro, rapidamente degenerato, si era
concluso con numerosi morti e feriti, soprattutto tra gli "ospiti". A
quanto sembra, gli incidenti tra tifoserie rivali non sono una triste,
incivile prerogativa dei nostri giorni. Ben diverso però dall’eccessiva
indulgenza con cui spesso sono oggi trattati i delinquenti da stadio fu
il pugno di ferro che si abbatté sui responsabili, veri o presunti,
degli incresciosi fatti: Nerone sospese per ben 10 anni qualsiasi
manifestazione nell’anfiteatro della città campana, sciolse le
associazioni illegali e condannò all’esilio Livineio e i provocatori.
Abbiamo una ulteriore
testimonianza dei tafferugli in un affresco di IV stile che faceva parte
di un fregio con combattimenti gladiatori dipinto sul peristilio di una
casa pompeiana di cui si ignora il proprietario. Luoghi e avvenimenti
sono riprodotti con eccezionale freschezza espressiva e una rara
attenzione ai particolari.
Nella parte inferiore
della composizione alcune donne passeggiano all’ombra di qualche
alberello e tra le bancarelle di venditori ambulanti, nell’unica parte
del dipinto in cui regna la tranquillità. Poco più in alto, c’è
l’anfiteatro, con la grande scala d’accesso a doppia rampa. Si combatte
senza esclusione di colpi sulle gradinate e nell’arena, ma la rissa è
ormai dilagata anche all’esterno, presso le mura urbiche e tra
l’anfiteatro e la palestra, che si riconosce sulla destra con
all’interno una grande piscina.
Tipico prodotto dell’arte
popolare, l’affresco si avvale di elementi realisticamente espressivi
per aumentare l’immediatezza dell’immagine. La panoramica a volo
d’uccello richiama alcune scene sulle colonne coclidi e la perduta
pittura trionfale. Del tutto assente la prospettiva, non solo nella resa
degli edifici, ma anche nelle proporzioni delle figurine che si
affrontano nel corpo a corpo, scappano con le braccia in alto o
giacciono a terra, tutte della stessa dimensione a prescindere dalla
loro collocazione nello spazio. Particolarmente fedele la
rappresentazione dei luoghi, che non trascura i dettagli, dalle torri
delle mura al velario e alla scritta sull’esterno della palestra, con i
nomi di due noti produttori di spettacoli.