Una
grande mostra alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (Viale delle Belle
Arti, 131) ricorda un pittore-simbolo del più recente panorama culturale
italiano, a dieci anni dalla scomparsa. Con oltre 130 opere tra dipinti e
disegni, il 12 giugno scorso ha preso il via la prima completa retrospettiva di
Mario Schifano, a cura di Achille Bonito Oliva, in collaborazione con l’Archivio
Mario Schifano, che si avvale di numerosi prestiti, soprattutto da collezionisti
privati.
Un riconoscimento dovuto per il
precursore di una certa avanguardia artistica che ha contribuito al rinnovamento
dell’arte internazionale, in contatto con artisti di tutto il mondo.
Come spiega Bonito Oliva,
"quantità, qualità e poi quantità è l’equazione creativa propria di Schifano.
Per lui essere moderno significava adattare la pittura al carattere quantitativo
della nostra epoca. La sua opera rappresenta l’itinerario materialista di un
artefice di immagini che crede nell’assunto ‘il tempo è denaro’".
La mostra, che rimarrà a Roma fino
al 28 settembre, ripercorre i quarant’anni di produzione artistica di Schifano,
a partire dalle prime opere degli anni cinquanta, per lo più inedite, nelle
quali, seppur appena ventenne, aveva già acquisito una propria identità. Nella
sezione dei disegni sarà esposta per la prima volta la cartella grafica
realizzata con il poeta Frank O’Hara.
L’allestimento, curato da Federico
Lardera, presenta le opere decennio dopo decennio ricordando come vita e arte
siano state inestricabilmente legate nel lavoro di Schifano, che trovava nella
quotidianità e nel paesaggio urbano, nei viaggi e nei ricordi un’inesauribile
fonte d’ispirazione. Fu tra i primi a sperimentare innesti tra pittura, musica,
cinema, video, fotografia; con le sue polaroid Schifano catturava dall’ambiente
circostante il cromatismo mediterraneo fatto di colori limpidi e luminosi. La
sua attività è stata scandita dalla creazione di cicli tematici progressivi - i
monocromi, gli incidenti, i paesaggi - fino a sconfinare nel linguaggio
multimediale, nel periodo tra il 1990 e il gennaio 1998.
Una sequenza di filmati a chiusura
della mostra riesce a restituire tutta la vitalità elettrizzante di Mario
Schifano.
Il ricco catalogo edito da Electa
si avvale di numerosi e prestigiosi contributi che raccontano il complesso e
variegato rapporto tra vita e pittura dell’artista. Preziosa è l’antologia di
testi e articoli su Schifano che chiude la pubblicazione.