Le
strade che in età romana conducevano ai Colli Albani furono la fase
iniziale di quel processo tecnico ed evolutivo teso in seguito ad
assicurare una perfetta rete stradale all’Italia antica e un
eccellente sistema viario a tutte le province dell’Impero.
Inizialmente l’accesso
ai Colli Albani doveva avvenire attraverso vie che seguivano
l’andamento naturale del terreno, inoltre è possibile che in età
molto remota una strada tra Grottaferrata e Tuscolo valicasse i
monti Albani in direzione di Roma.
Sin dal periodo
repubblicano il collegamento con l’Urbe avveniva per mezzo di due
strade: la Latina che attraversava diagonalmente i Colli Albani e l’Appia
che proseguiva dorsalmente fino ad Albano dove - come si rileva da
un disegno del Canina - nonostante il terreno collinare era
ricercato il tracciato retto, costante comune a tutte le strade
romane. Anche la via Labicana costituiva un’usuale direttrice per i
Colli Albani, anzi per il territorio tuscolano. Attraverso
diverticoli o strade secondarie si giungeva ai centri abitati.
I tratti di strade
antiche reperibili nella zona dei Colli Albani sono ancora numerosi,
nonostante la maggior parte delle pavimentazioni sia stata
distrutta: i grossi blocchi poligonali stradali sono stati
utilizzati attraverso i tempi per lavori agricoli, soprattutto per
costruire le "macerie" di sostegno.
Della via Latina,
interamente lastricata in massi poligonali e con il marciapiede in
terra battuta, sono visibili alcuni diverticoli con l’antico
selciato a Borghetto nella vigna già Passamonti, a Grottaferrata
nella Villa Cavalletti dove la strada conduceva direttamente a
Tuscolo e nella Villa Senni lungo il muro di cinta che dà sulla via
Gavona. Inoltre in località Colle Scappucciato a Rocca Priora, dove
resti della strada romana sono stati rinvenuti anche nei pressi
della Doganella e sulla via per la località Domatore.
La via Appia,
ricoperta in lava basaltina e fiancheggiata anch’essa da un
marciapiede in battuto, presenta frequenti esempi dell’originaria
pavimentazione nella zona dei Colli Albani: dopo il cippo del
confine tra Roma e Marino e ancora più avanti per circa un
chilometro; quindi oltre il fossatello dei Cipollari, per giungere
poi ad un punto dove il lastricato è più lungo. L’antico selciato è
ancora visibile dopo il ponte della linea ferroviaria Roma-Terracina,
che attraversa l’Appia al sommo di una rapida salita, lasciando alle
spalle il gran cippo di marmo dedicato a Claudia Ilarità.
Un tratto della via
Labicana si nota in località Fontana Laura a Montecompatri.
La strada più famosa
di tutti i Colli Albani è la via Sacra o Trionfale, forse il miglior
esempio di strada antica giunto sino a noi. Iniziava al XII
miglio della via Appia, sotto Ariccia, che attraversava per
costeggiare poi il lago di Albano e dirigersi verso l’omonimo monte,
l’attuale Monte Cavo, dove sorgeva il tempio di Giove Laziale. La
via Trionfale, larga due metri e mezzo, come si vede ancora per
circa cinque chilometri, era interamente lastricata con grandi
basalti poligonali e presentava anche il marciapiede. Nel punto di
maggiore pendenza, nei pressi del Prato Fabio, è scolpito nella
selce, proprio nel mezzo della strada, un fallo sacro; inoltre lungo
la via sono incise verticalmente le lettere N (novum) e V (vetus) a
ricordo dei parziali rinnovamenti stradali.
E’ da notare che i
numerosi resti di vie lastricate dirette al Monte Albano ricalcano
in gran parte fedelmente i sentieri percorsi dai primi abitanti di
quei colli in direzione di Alba.
Un’altra strada antica
è visibile a Tuscolo nei prezzi della zona archeologica: è la
Tuscolana, pavimentata in lava basaltina. All’interno degli scavi
sono pure alcuni tratti di strade selciate.
Ad Albano vi sono
resti di antiche pavimentazioni stradali vicino al Municipio, dove
sorgono gli avanzi della Porta Praetoria; negli scantinati della via
S. Pancrazio, che racchiudono il tracciato di una strada romana
ricoperta in blocchi di selce e, infine, in località Quarto di Mezzo
di Pian Savello sull’odierna via delle Vascarelle, l’originaria
strada è in grossi blocchi di selce.
A Castel Gandolfo
dentro la Villa Barberini è ben conservata la strada romana che dà
accesso al criptoportico ed un’altra si può vedere accanto al muro
di cinta: serviva a mettere in comunicazione la villa di Domiziano
con l’Appia.
Una strada assai
suggestiva è il Clivus Virbi che, al di sotto di Genzano presso le
rive del lago di Nemi, conserva per un buon tratto il basolato.
Poco distante dalla
piazza Maddalena di Lanuvio si distacca un diverticolo della via
Nettunense, per un largo tratto ancora pavimentato a poligoni di
selce.
Velletri, che fu al
centro di un importante nodo stradale, presenta a sud-est la via
Piazza di Mario, certamente di antica origine, il cui basolato si
riscontra vicino al Casale Belisario e presso la località S. Anna a
pochi chilometri dalla città.
Alle costruzioni
viarie romane sono da collegare gli antichi ponti-viadotti, come
quello della via Appia ad Ariccia, che stupì il Canina per la sua
imponenza e il suo stato di conservazione. Eretto in grossi massi
parallelepipedi di pietra albana, il viadotto, benché largamente
rimaneggiato in età augustea, presenta il nucleo originale del II
sec. a.C., con due archi aperti nel lungo muro e delimitati da una
fila di conci radiali. La sua costruzione si attribuisce a Caio
Gracco. Del viadotto, che si estendeva dalla porta del Parco Chigi,
attualmente è visibile soltanto la parete sud.
Secondo il Nibby il
viadotto di Ariccia risulterebbe simile per costruzione al ponte
Loreto presso Lanuvio, così chiamato per un bosco di lauri lì
vicino. Questo, che dista 3,5 chilometri dalla chiesa delle Grazie,
risale al I sec. a.C. e suscita anch’esso una certa suggestione.
I pochi resti del
ponte romano sul Fosso delle Mole a Velletri sono costituiti da un
piccolo tratto di reticolato di selce sulla sponda sinistra e sulla
sponda destra da un nucleo di cementicio in grosse scaglie di selce
sotto il quale è una specie di piattaforma a triangolo. I due
tronconi in epoca posteriore furono uniti da un muro in grossa opera
di selce. Del ponte sul Fosso di Vivitana, sempre a Velletri, resta
solo il pilone destro.
Dell’argomento si
parlerà nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la
trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni
sabato dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).