Furono la fase iniziale del sistema viario romano

Le antiche strade dei Colli Albani

di Antonio Venditti

 

Le strade che in età romana conducevano ai Colli Albani furono la fase iniziale di quel processo tecnico ed evolutivo teso in seguito ad assicurare una perfetta rete stradale all’Italia antica e un eccellente sistema viario a tutte le province dell’Impero.

Inizialmente l’accesso ai Colli Albani doveva avvenire attraverso vie che seguivano l’andamento naturale del terreno, inoltre è possibile che in età molto remota una strada tra Grottaferrata e Tuscolo valicasse i monti Albani in direzione di Roma.

Sin dal periodo repubblicano il collegamento con l’Urbe avveniva per mezzo di due strade: la Latina che attraversava diagonalmente i Colli Albani e l’Appia che proseguiva dorsalmente fino ad Albano dove - come si rileva da un disegno del Canina - nonostante il terreno collinare era ricercato il tracciato retto, costante comune a tutte le strade romane. Anche la via Labicana costituiva un’usuale direttrice per i Colli Albani, anzi per il territorio tuscolano. Attraverso diverticoli o strade secondarie si giungeva ai centri abitati.

I tratti di strade antiche reperibili nella zona dei Colli Albani sono ancora numerosi, nonostante la maggior parte delle pavimentazioni sia stata distrutta: i grossi blocchi poligonali stradali sono stati utilizzati attraverso i tempi per lavori agricoli, soprattutto per costruire le "macerie" di sostegno.

Della via Latina, interamente lastricata in massi poligonali e con il marciapiede in terra battuta, sono visibili alcuni diverticoli con l’antico selciato a Borghetto nella vigna già Passamonti, a Grottaferrata nella Villa Cavalletti dove la strada conduceva direttamente a Tuscolo e nella Villa Senni lungo il muro di cinta che dà sulla via Gavona. Inoltre in località Colle Scappucciato a Rocca Priora, dove resti della strada romana sono stati rinvenuti anche nei pressi della Doganella e sulla via per la località Domatore.

La via Appia, ricoperta in lava basaltina e fiancheggiata anch’essa da un marciapiede in battuto, presenta frequenti esempi dell’originaria pavimentazione nella zona dei Colli Albani: dopo il cippo del confine tra Roma e Marino e ancora più avanti per circa un chilometro; quindi oltre il fossatello dei Cipollari, per giungere poi ad un punto dove il lastricato è più lungo. L’antico selciato è ancora visibile dopo il ponte della linea ferroviaria Roma-Terracina, che attraversa l’Appia al sommo di una rapida salita, lasciando alle spalle il gran cippo di marmo dedicato a Claudia Ilarità.

Un tratto della via Labicana si nota in località Fontana Laura a Montecompatri.

La strada più famosa di tutti i Colli Albani è la via Sacra o Trionfale, forse il miglior esempio di strada antica giunto sino a noi. Iniziava al XII miglio della via Appia, sotto Ariccia, che attraversava per costeggiare poi il lago di Albano e dirigersi verso l’omonimo monte, l’attuale Monte Cavo, dove sorgeva il tempio di Giove Laziale. La via Trionfale, larga due metri e mezzo, come si vede ancora per circa cinque chilometri, era interamente lastricata con grandi basalti poligonali e presentava anche il marciapiede. Nel punto di maggiore pendenza, nei pressi del Prato Fabio, è scolpito nella selce, proprio nel mezzo della strada, un fallo sacro; inoltre lungo la via sono incise verticalmente le lettere N (novum) e V (vetus) a ricordo dei parziali rinnovamenti stradali.

E’ da notare che i numerosi resti di vie lastricate dirette al Monte Albano ricalcano in gran parte fedelmente i sentieri percorsi dai primi abitanti di quei colli in direzione di Alba.

Un’altra strada antica è visibile a Tuscolo nei prezzi della zona archeologica: è la Tuscolana, pavimentata in lava basaltina. All’interno degli scavi sono pure alcuni tratti di strade selciate.

Ad Albano vi sono resti di antiche pavimentazioni stradali vicino al Municipio, dove sorgono gli avanzi della Porta Praetoria; negli scantinati della via S. Pancrazio, che racchiudono il tracciato di una strada romana ricoperta in blocchi di selce e, infine, in località Quarto di Mezzo di Pian Savello sull’odierna via delle Vascarelle, l’originaria strada è in grossi blocchi di selce.

A Castel Gandolfo dentro la Villa Barberini è ben conservata la strada romana che dà accesso al criptoportico ed un’altra si può vedere accanto al muro di cinta: serviva a mettere in comunicazione la villa di Domiziano con l’Appia.

Una strada assai suggestiva è il Clivus Virbi che, al di sotto di Genzano presso le rive del lago di Nemi, conserva per un buon tratto il basolato.

Poco distante dalla piazza Maddalena di Lanuvio si distacca un diverticolo della via Nettunense, per un largo tratto ancora pavimentato a poligoni di selce.

Velletri, che fu al centro di un importante nodo stradale, presenta a sud-est la via Piazza di Mario, certamente di antica origine, il cui basolato si riscontra vicino al Casale Belisario e presso la località S. Anna a pochi chilometri dalla città.

Alle costruzioni viarie romane sono da collegare gli antichi ponti-viadotti, come quello della via Appia ad Ariccia, che stupì il Canina per la sua imponenza e il suo stato di conservazione. Eretto in grossi massi parallelepipedi di pietra albana, il viadotto, benché largamente rimaneggiato in età augustea, presenta il nucleo originale del II sec. a.C., con due archi aperti nel lungo muro e delimitati da una fila di conci radiali. La sua costruzione si attribuisce a Caio Gracco. Del viadotto, che si estendeva dalla porta del Parco Chigi, attualmente è visibile soltanto la parete sud.

Secondo il Nibby il viadotto di Ariccia risulterebbe simile per costruzione al ponte Loreto presso Lanuvio, così chiamato per un bosco di lauri lì vicino. Questo, che dista 3,5 chilometri dalla chiesa delle Grazie, risale al I sec. a.C. e suscita anch’esso una certa suggestione.

I pochi resti del ponte romano sul Fosso delle Mole a Velletri sono costituiti da un piccolo tratto di reticolato di selce sulla sponda sinistra e sulla sponda destra da un nucleo di cementicio in grosse scaglie di selce sotto il quale è una specie di piattaforma a triangolo. I due tronconi in epoca posteriore furono uniti da un muro in grossa opera di selce. Del ponte sul Fosso di Vivitana, sempre a Velletri, resta solo il pilone destro.

Dell’argomento si parlerà nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato dalle ore 11 alle 12 su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).

© 2003 - Grafica e layout  sono di esclusiva proprietà di www.specchioromano.it

WWW.SPECCHIOROMANO.IT - Rivista telematica di Cultura
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 224 / 2013 del 25 settembre 2013
Copyright 2003-2021 © Specchio Romano  - webmaster Alessandro Venditti

Contatore siti