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In mostra fino al primo luglio alle Scuderie Aldobrandini di Frascati

L’arte di Notargiacomo, tra sperimentazione e ricerca

di Annalisa Venditti

 

   

 

Fino al prossimo primo luglio nella stupenda cornice delle Scuderie Aldobrandini di Frascati è possibile visitare la mostra dedicata all’arte di Gianfranco Notargiacomo, un’antologica che presenta una selezione dei grandi lavori dell’artista romano di oltre 35 anni di attività, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Frascati, con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e a cura di Barbara Martusciello. Composta da una selezione di grandi lavori dal 1971 al 2007 ed introdotta da una rara documentazione sull'esordio di Notargiacomo alla galleria romana Arco d'Alibert, l'esposizione si apre con un Autoritratto dell'artista realizzato in plastilina, una sorta di benvenuto al visitatore e che riecheggia le sue famose sculture, dello stesso materiale, allestite nel 1971 nella mostra Le nostre divergenze nella storica galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis.

Accanto alle opere che testimoniano l'attenzione dell’artista per la sperimentazione dei linguaggi e, parallelamente, lo inquadrano correttamente all'interno di una ricerca di grande importanza in quel periodo nel nostro Paese, sono esposti due Ritratti di filosofi proposti nel 1974 alla galleria La Tartaruga nella personale Storia privata della filosofia. Sono quindi proposti, in uno spettacolare allestimento, grandi dipinti del ciclo Tempesta e Assalto degli anni '80 e della serie Takète: sculture aguzze e tele dominate da un dinamismo catalizzante che sembrano fondere perfettamente da una parte velocità ed energia di ricordo futurista, dall'altra alcune più felici tracce graffitistiche. Questa serie, in tutte le sue derivazioni, caratterizza l'attività più recente di Notargiacomo, che è riassunta anche nelle grandi tele storiche come 1950 del ciclo Nuvolari, o 1945, dove il colore fluorescente si carica di forza nelle grandi punte metalliche sovrapposte. Questa sezione, che conta circa dieci grandi tele, si chiude con il quadro Rosso Rosso, eseguito con le stesse pennellate fluttuanti e vorticose, ma che conclude la stagione dei toni metallici dei neri e degli argenti, per aprire alle cromie squillanti e decise della nuova maniera degli anni '90.  Di questo periodo sono selezionate opere come Il Caos e i giganti, dalla mostra Storia astratta della filosofia presso il Museo Laboratorio dell'Università di Roma La Sapienza (1995) e della quale in questa nuova sede è riproposto parte dello stesso allestimento, realizzato con dipinti e sculture che dialogano tra loro con un effetto sorprendentemente coinvolgente.

Nell'ultima parte dell’Antologica di Notargiacomo sono selezionati i quadri dalla fine degli anni '90 a oggi, opere essenzialmente di grandi dimensioni, colorate e campite da bande dalle tinte forti e talora dissonanti che attraversano la superficie pittorica, o rese da complessità cromatiche in cui si fanno spazio inserti di metallo o di legno puntati verso l'alto e rappresentati con pennellate veloci e vibranti.

 

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