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Al maestro del Barocco si deve la sistemazione della piazza papale

A Castel Gandolfo trionfò il Bernini

di Antonio Venditti

Castel Gandolfo si estende sull’orlo occidentale del lago Albano, sviluppandosi in forma allungata con un’edilizia compatta in prossimità della quota più alta del rilievo.

Con il passaggio sotto il dominio della Chiesa ha inizio l’impianto urbanistico del borgo, la cui forma sarà in funzione del Palazzo Pontificio, asse prospettico dell’intero tessuto edilizio. Dall’operazione urbanistica voluta da Alessandro VII (1655-1667) nel 1660 che, oltre all’ingrandimento del Palazzo Pontificio, vide la sistemazione, secondo il progetto del Bernini, della piazza papale, l’odierna piazza della Libertà, con la costruzione della chiesa dedicata a San Tommaso da Villanova e l’inserimento della fontana, il borgo si trasforma e si amplia.

Dalla lettura della forma dell’abitato si comprende chiaramente come esso si sia costituito secondo un semplice schema geometrico in cui l’elemento urbanistico principale è un asse viario, Corso della Repubblica, lungo circa m. 300, sul quale si allinea una duplice fila di corpi di fabbrica, che si raddoppia poi con un secondo asse più corto, via Roma, alla quota inferiore del versante prospiciente il lago. Corso della Repubblica, avendo come punto di riferimento la facciata principale del Palazzo Pontificio, converge, insieme agli altri assi stradali, nella piazza della Libertà. La piazza, a sua volta punto di convergenza dell’intero impianto urbanistico seicentesco, ha come fondale prospettico il Palazzo Pontificio, voluto da Urbano VIII (1623-1644), che incaricò della costruzione Carlo Maderno, coadiuvato da Bartolomeo Breccioli e Domenico Castelli. I lavori, iniziati nel 1623 e terminati nel 1629, portarono all’inglobamento dell’antica rocca ed alla costruzione della grande ala prospiciente il lago, a squadra con gli edifici preesistenti rivolti sulla piazza, sui quali venne aperto il portale con lo scalone.

I lavori al Palazzo Pontificio proseguirono con Alessandro VII che fece costruire la facciata sulla piazza, l’ala occidentale con la Galleria. Tali opere terminarono all’inizio del 1661.Suburbano Recessu gi sulla fo, incere le nuove sfide competitive.ano permettere, non solo al distretto industriale, ma anche al Anche Benedetto XIV (1740-1758) si prodigò ad abbellire la Villa Pontificia, che ebbe, nel 1747, la Galleria di Alessandro VII. Nel 1749 fu costruita la loggia delle benedizioni.

Gli interventi di Clemente XIV (1769-1744) riguardarono opere di restauro al Palazzo, la decorazione della Sala da Pranzo e soprattutto l’acquisto nel 1773 di Villa Cybo.

La Villa Pontificia durante il pontificato di Pio VI (1775-1799) fu lasciata nel più completo abbandono, avendo per giunta subito il 27 febbraio del 1798 il saccheggio da parte delle truppe francesi.

Pio VII (1800-1823) trovò il Palazzo spogliato dagli arredi di uso comune e provvide a riparare i danni subiti durante l’occupazione dei giacobini.

Seguirono alcuni anni di abbandono fino a che Pio VIII (1829-1830) non provvide a restaurare l’edificio.

Modesto e disadorno il Palazzo si presentava al tempo di Gregorio XVI (1831-1846) e così pure durante il pontificato di Pio IX (1846-1878) denunciava le ingiurie del tempo.

Dopo l’Unità d’Italia, quando con la legge delle Guarentigie del 1870 si riconosceva al Papa la proprietà del Palazzo Pontificio, nessun papa vi si recò più a soggiornare per molto. La Villa, pressoché abbandonata, mostrò per lungo tempo i segni della progressiva rovina, fino a quando, per volontà di Pio XI (1922-1939) furono intrapresi nel 1930 i lavori di riadattamento e di trasformazione, iniziati dalla Villa Barberini, aggiunta a quella del Papa con il Trattato del Laterano del 1929.

Il Palazzo Pontificio conserva ancor oggi all’esterno il suo aspetto severo, caratterizzato da semplici linee architettoniche. Il portale, bugnato e sormontato dallo stemma di Alessandro VII, si apre al centro di uno stretto ma vasto avancorpo, al di sopra del quale un altro meno ampio, con la loggia delle benedizioni, si raccorda con il cornicione del Palazzo tramite un orologio del XVII sec.

La chiesa di San Tommaso da Villanova, voluta da Alessandro VII, si inserisce con particolare rilievo architettonico nella quinta laterale destra della piazza della Libertà. I lavori iniziarono il 15 aprile del 1658 sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), affiancato da Mattia de’ Rossi. La consacrazione avvenne con una solenne cerimonia a cui partecipò lo stesso Pontefice il 15 maggio del 1661.

Con la costruzione di San Tommaso da Villanova, il Bernini sembra riallacciarsi a una concezione tipicamente rinascimentale dell’architettura religiosa, piuttosto che ad una visione espressamente barocca. La chiesa offrì all’artista un’ulteriore possibilità di esercitazione sul tema della centralità. San Tommaso da Villanova va considerata non soltanto in rapporto all’urbanistica della piazza della Libertà, di cui costituisce uno degli elementi fondamentali, ma anche con il lago. Nella costruzione della chiesa il problema principale era costituito dal notevole dislivello tra la piazza e la terrazza sul lago, per cui si rese necessaria la costruzione di una solida struttura nella parte posteriore. La comunicazione tra la piazza e la terrazza sul lago doveva avvenire mediante una cordonata che fiancheggiasse la chiesa.

Il prospetto principale della chiesa può essere visto come un grande trittico architettonico, di cui la facciata vera e propria occupa il centro, fiancheggiata da due ali rientranti. La facciata, semplice, a due piani, con pilastri tuscanici, è preceduta da una bassa gradinata che conduce a un portale incorniciato, sormontato da un timpano arcuato. La copertura a cupola fu realizzata in modo da poter essere vista da tutte le sponde del lago.

La parte retrostante di San Tommaso da Villanova si presenta come una massa architettonica semplice, in cui i muri dei blocchi della sacrestia sono posti agli angoli posteriori. La chiesa superiore venne messa in comunicazione con quella inferiore da una scala a lumaca.

Le due quinte laterali della piazza papale sono formate da edifici che sono in un certo senso l’anello di congiunzione tra le costruzioni minori lungo le strade strutturanti e quella emergente del Palazzo Pontificio.

La fontana al centro della piazza costituisce non soltanto un elemento decorativo, ma anche una sottolineatura urbanistica.

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