Castel
Gandolfo si estende sull’orlo occidentale del lago Albano, sviluppandosi in
forma allungata con un’edilizia compatta in prossimità della quota più alta del
rilievo.
Con il passaggio sotto il dominio
della Chiesa ha inizio l’impianto urbanistico del borgo, la cui forma sarà in
funzione del Palazzo Pontificio, asse prospettico dell’intero tessuto edilizio.
Dall’operazione urbanistica voluta da Alessandro VII (1655-1667) nel 1660 che,
oltre all’ingrandimento del Palazzo Pontificio, vide la sistemazione, secondo il
progetto del Bernini, della piazza papale, l’odierna piazza della Libertà, con
la costruzione della chiesa dedicata a San Tommaso da Villanova e l’inserimento
della fontana, il borgo si trasforma e si amplia.
Dalla lettura della forma
dell’abitato si comprende chiaramente come esso si sia costituito secondo un
semplice schema geometrico in cui l’elemento urbanistico principale è un asse
viario, Corso della Repubblica, lungo circa m. 300, sul quale si allinea una
duplice fila di corpi di fabbrica, che si raddoppia poi con un secondo asse più
corto, via Roma, alla quota inferiore del versante prospiciente il lago. Corso
della Repubblica, avendo come punto di riferimento la facciata principale del
Palazzo Pontificio, converge, insieme agli altri assi stradali, nella piazza
della Libertà. La piazza, a sua volta punto di convergenza dell’intero impianto
urbanistico seicentesco, ha come fondale prospettico il Palazzo Pontificio,
voluto da Urbano VIII (1623-1644), che incaricò della costruzione Carlo Maderno,
coadiuvato da Bartolomeo Breccioli e Domenico Castelli. I lavori, iniziati nel
1623 e terminati nel 1629, portarono all’inglobamento dell’antica rocca ed alla
costruzione della grande ala prospiciente il lago, a squadra con gli edifici
preesistenti rivolti sulla piazza, sui quali venne aperto il portale con lo
scalone.
I lavori al Palazzo Pontificio
proseguirono con Alessandro VII che fece costruire la facciata sulla piazza,
l’ala occidentale con la Galleria. Tali opere terminarono all’inizio del 1661.Suburbano
Recessu gi sulla fo, incere le nuove sfide competitive.ano permettere, non solo
al distretto industriale, ma anche al Anche Benedetto XIV (1740-1758) si prodigò
ad abbellire la Villa Pontificia, che ebbe, nel 1747, la Galleria di Alessandro
VII. Nel 1749 fu costruita la loggia delle benedizioni.
Gli interventi di Clemente XIV
(1769-1744) riguardarono opere di restauro al Palazzo, la decorazione della Sala
da Pranzo e soprattutto l’acquisto nel 1773 di Villa Cybo.
La Villa Pontificia durante il
pontificato di Pio VI (1775-1799) fu lasciata nel più completo abbandono, avendo
per giunta subito il 27 febbraio del 1798 il saccheggio da parte delle truppe
francesi.
Pio VII (1800-1823) trovò il
Palazzo spogliato dagli arredi di uso comune e provvide a riparare i danni
subiti durante l’occupazione dei giacobini.
Seguirono alcuni anni di abbandono
fino a che Pio VIII (1829-1830) non provvide a restaurare l’edificio.
Modesto e disadorno il Palazzo si
presentava al tempo di Gregorio XVI (1831-1846) e così pure durante il
pontificato di Pio IX (1846-1878) denunciava le ingiurie del tempo.
Dopo l’Unità d’Italia, quando con
la legge delle Guarentigie del 1870 si riconosceva al Papa la proprietà del
Palazzo Pontificio, nessun papa vi si recò più a soggiornare per molto. La
Villa, pressoché abbandonata, mostrò per lungo tempo i segni della progressiva
rovina, fino a quando, per volontà di Pio XI (1922-1939) furono intrapresi nel
1930 i lavori di riadattamento e di trasformazione, iniziati dalla Villa
Barberini, aggiunta a quella del Papa con il Trattato del Laterano del 1929.
Il Palazzo Pontificio conserva
ancor oggi all’esterno il suo aspetto severo, caratterizzato da semplici linee
architettoniche. Il portale, bugnato e sormontato dallo stemma di Alessandro VII,
si apre al centro di uno stretto ma vasto avancorpo, al di sopra del quale un
altro meno ampio, con la loggia delle benedizioni, si raccorda con il cornicione
del Palazzo tramite un orologio del XVII sec.
La chiesa di San Tommaso da
Villanova, voluta da Alessandro VII, si inserisce con particolare rilievo
architettonico nella quinta laterale destra della piazza della Libertà. I lavori
iniziarono il 15 aprile del 1658 sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini
(1598-1680), affiancato da Mattia de’ Rossi. La consacrazione avvenne con una
solenne cerimonia a cui partecipò lo stesso Pontefice il 15 maggio del 1661.
Con la costruzione di San Tommaso
da Villanova, il Bernini sembra riallacciarsi a una concezione tipicamente
rinascimentale dell’architettura religiosa, piuttosto che ad una visione
espressamente barocca. La chiesa offrì all’artista un’ulteriore possibilità di
esercitazione sul tema della centralità. San Tommaso da Villanova va considerata
non soltanto in rapporto all’urbanistica della piazza della Libertà, di cui
costituisce uno degli elementi fondamentali, ma anche con il lago. Nella
costruzione della chiesa il problema principale era costituito dal notevole
dislivello tra la piazza e la terrazza sul lago, per cui si rese necessaria la
costruzione di una solida struttura nella parte posteriore. La comunicazione tra
la piazza e la terrazza sul lago doveva avvenire mediante una cordonata che
fiancheggiasse la chiesa.
Il prospetto principale della
chiesa può essere visto come un grande trittico architettonico, di cui la
facciata vera e propria occupa il centro, fiancheggiata da due ali rientranti.
La facciata, semplice, a due piani, con pilastri tuscanici, è preceduta da una
bassa gradinata che conduce a un portale incorniciato, sormontato da un timpano
arcuato. La copertura a cupola fu realizzata in modo da poter essere vista da
tutte le sponde del lago.
La parte retrostante di San
Tommaso da Villanova si presenta come una massa architettonica semplice, in cui
i muri dei blocchi della sacrestia sono posti agli angoli posteriori. La chiesa
superiore venne messa in comunicazione con quella inferiore da una scala a
lumaca.
Le due quinte laterali della
piazza papale sono formate da edifici che sono in un certo senso l’anello di
congiunzione tra le costruzioni minori lungo le strade strutturanti e quella
emergente del Palazzo Pontificio.
La fontana al centro della piazza
costituisce non soltanto un elemento decorativo, ma anche una sottolineatura
urbanistica.