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Dal 15 al 17 giugno spalanca le sue porte Palazzo Patrizi Montoro

Capolavori da scoprire nelle dimore romane

di Antonio Venditti

 

 

Torna la manifestazione "Capolavori da Scoprire", voluta dall’Associazione Dimore Storiche Italiane del Lazio e da Telecom Progetto Italia. Dopo il successo ottenuto nei giorni scorsi da Palazzo Pallavicini, il 15, 16 e 17 giugno prossimi sarà possibile visitare – con ingresso libero, dalle 10 alle 19 - Palazzo Patrizi Montoro, in piazza San Luigi dei Francesi 37 e le sue splendide pitture del Guercino: La Vergine Addolorata, San Francesco predica agli uccelli, San Girolamo nell’atto di sigillare una lettera. La prima opera potrebbe datarsi dopo il 1625. E’ una struggente, toccante composizione in cui il bel volto di Maria è pervaso da un trattenuto dolore, con gli occhi arrossati e pieni di lacrime, che scendono sulle gote ancora fresche.

Il palazzo, con la sua austera facciata, si trova proprio davanti alla chiesa che dà il nome alla piazza. La sua sobria ma elegante architettura è stata attribuita, con qualche riserva, a uno dei grandi nomi del Seicento romano, Carlo Maderno. Il primo nucleo dell’edificio data probabilmente degli ultimi del Cinquecento. Nel 1604 il Maderno, chiamato dalla famiglia Aldobrandini, che a quell’epoca ne era proprietaria, cominciò importanti lavori di ampliamento per conferire al palazzo il suo aspetto attuale. Due sono i cortili di questa aristocratica residenza: il primo, più piccolo, si apre sul lato destro del lungo androne, e presenta un portico sorretto da coppie di colonne doriche, sormontato da una bella loggia, anch’essa su colonnine abbinate. In fondo all’androne c’è un altro cortile più ampio, con al centro un antico sarcofago romano adottato a fontana, secondo un uso frequente nella città eterna.

La settimana seguente, dal 22 al 24 giugno, sarà invece la volta dell’apertura di Palazzo Colonna (piazza SS. Apostoli 66), dove conoscere altri importanti dipinti: sei opere di Guercino, tra cui Il martirio di Santa Emerenziana, l’Angelo custode e Mosè con le tavole della legge, e il toccante San Francesco in preghiera con due angeli di Guido Reni.

Il primo nucleo del Palazzo risale agli inizi del XIV secolo, ma nel corso degli anni vari restauri e ampliamenti hanno portato all’attuale aspetto, sostanzialmente quello degli inizi dell’Ottocento. Fin dall’inizio è stato eletto a residenza dei Colonna, che vi dimorano da ben ventitré generazioni.

Il mecenatismo raffinato e grandioso della nobile famiglia ha consentito la formazione, nel corso dei secoli, di una prestigiosa raccolta di opere d’arte che fu avviata nel XVI secolo, ma raggiunse il suo apice nel corso del Seicento, con criteri di vero e proprio collezionismo. Nel secolo del barocco veniva ordinata l’edificazione della maestosa Galleria Colonna che doveva fungere da cornice alla cospicua ed imponente collezione di famiglia. Alla committenza diretta avviata dal Cardinale Girolamo Colonna succedette il nipote, il principe Lorenzo Onofrio, che radunò intorno a sé una vera e propria corte di artisti. Ai maestri già affermati, tra cui i più grandi paesaggisti dell’epoca, Nicolas Poussin, Claude Lorrain, Gaspard Dughet, il principe affiancava artisti emergenti, come Gaspar van Wittel, le cui tele raffiguranti rispettivamente Trinità dei Monti e Villa Medici, datate 1681, compaiono già nell’inventario post mortem di Don Lorenzo del 1689. Lo stretto rapporto di committenza proseguì con il figlio Filippo II Colonna, che collezionò una trentina di pitture, e con il nipote cardinale Girolamo II (1708-1763), secondogenito di Filippo II, nel cui inventario se ne elencano cinquantasette. Per "Capolavori da scoprire" saranno esposte le 43 vedute ancora presenti nella Collezione, di cui sei inedite e mai esibite in precedenza.

Con l’iniziativa si rinnova l’occasione per ammirare inimitabili opere di straordinari artisti, oltre che per apprezzare quale contributo il grande mecenatismo abbia dato all’arte e alla cultura mondiale e per comprendere come le tracce di un grandioso passato siano potute giungere fino a noi. La presenza di opere d’arte di così grande importanza all’interno delle collezioni nobiliari di Roma fu garantita dal vincolo di fedecommesso, che ha avuto la funzione di mantenere inalterato il valore delle raccolte, permettendo così ad un vasto pubblico di poterle ammirare ancora oggi all’interno degli straordinari ambienti che le custodiscono.

Negli ultimi due anni la manifestazione ha permesso, grazie alla disponibilità delle famiglie proprietarie, di aprire gratuitamente al pubblico alcune delle più belle e importanti dimore e collezioni romane. Nel 2005 sono state esposte quarantatre vedute di Gaspar van Wittel, uno dei nuclei più consistenti tuttora in mani private, della famiglia Colonna, una Annunciazione, opera inedita di Filippo Lippi a Palazzo Doria Pamphilj, e La Derelitta del Botticelli nel Casino dell’Aurora Pallavicini. La manifestazione ha riscosso un enorme successo di pubblico, raggiungendo complessivamente le ventimila presenze.

Nel corso del 2006, nei soli dieci giorni di apertura gratuita al pubblico delle due esposizioni in programma, sono stati oltre 40.000 i visitatori che hanno ammirato nel Casino dell’Aurora Pallavicini I dodici Apostoli e il Cristo di Peter Paul Rubens e La conversione di Saulo di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, conservato nell’Archivio di Palazzo Odescalchi.

La manifestazione si svolge grazie a tre diversi protagonisti: le famiglie proprietarie delle collezioni Pallavicini, Patrizi Montoro e Colonna che con la loro generosa disponibilità hanno mantenuto integro e vivo un patrimonio storico artistico inestimabile; Telecom Progetto Italia, che realizza da cinque anni interventi nel campo della divulgazione culturale, coinvolgendo il pubblico in un contatto diretto e gratuito con i protagonisti del nostro contemporaneo e con la riscoperta della tradizione artistica e letteraria del Paese; la Sezione Lazio dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.

L’evento è arricchito e completato dall’elegante catalogo edito da Skira (136 pagine, 64 ill. a colori e b/n, 30 euro), in cui sono presenti saggi di Andrea Emiliani, Giovanna A. Bufalini, Francesca Cappelletti, Louis Godart, Giada Lepri, Patrizia Piergiovanni e Massimo Pulini.

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