Dopo
l’apertura notturna delle prigioni storiche di Castel Sant’Angelo - che ha
attratto un gran numero di visitatori, curiosi di addentrarsi nelle piccole
celle dalle porte bassissime dove furono rinchiusi personaggi celebri e poveri
sventurati - ora un’altra parte dello splendido monumento che fu tomba imperiale
e imprendibile fortezza torna ad essere aperto al pubblico, dopo essere stato
sottoposto a un delicato lavoro di restauro: si tratta della Loggia di Giulio II,
fatto realizzare dal pontefice della Rovere nel 1505 allo scopo di ingentilire
la mole massiccia di Castello.
L’intervento, finalizzato alla
pulitura dell’ambiente e alla cura degli affreschi esposti alle intemperie e
allo smog cittadino che li ha resi leggibili solo in parte, si è concluso prima
della data prevista e finalmente le ingombranti impalcature hanno lasciato il
passo allo splendore dell’affaccio sul Tevere.
Progettata dall’architetto
Giuliano da Sangallo, la loggia architravata di Giulio II si imposta su due
sottili colonne con capitello decorato a motivi araldici. Le volte sono
ricoperte da fregi decorativi e motivi a grottesca e recano tre stemmi in stucco
tra i quali si riconosce al centro quello del committente. Il pontefice Paolo
III, all’inizio del Seicento, ne fece un accesso panoramico della Sala Paolina:
è da qui infatti che si gode del più straordinario scorcio sul biondo fiume e
sul ponte Sant’Angelo.
Ancora in questi giorni sono state
smontate le impalcature che coprivano la parte anteriore del "cilindro romano"
per consentire, appena all’entrata del Castello, di ammirare la parte più antica
delle fortificazioni.
Intanto prosegue fino al 26 agosto
sugli spalti del Castello "Notti Animate", la manifestazione organizzata da
Markonet con il contributo di Tiscali e in collaborazione con la Soprintendenza
Speciale per il Polo Museale Romano e con il Patrocinio del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali.
Un posto d’onore è stato dato
quest’anno agli spettacoli di danza al Bastione di San Luca, tenuti da compagnie
di fama internazionale: dal Centro del Tango Argentino "Astor Piazzolla",
dedicato alla cultura, alla musica e alla danza di Buenos Aires, a "Le Lune
d’Oriente", un duo di ballerine specializzato nelle danze orientali, una forma
di espressione di femminilità assoluta, di eleganza, allegria, energia positiva
e anche sacralità.
Per chi ama la musica celtica c’è
l’"Accademia di Danze Irlandesi Gens D’Ys", fondata nel 1993 ispirandosi alle
tradizioni bretone, scozzese e soprattutto irlandese. Il flamenco e le danze
folcloristiche spagnole sono eseguiti dall’atelier "El Mirabras di Clara Berna".
Naturalmente, non potevano mancare le danze popolari italiane, come le
tarantelle, la pizzica o il saltarello.