La seduzione nell’antichità: Cleopatra

La Regina che conquistò Cesare e Marc’Antonio amava profumi e belletti

 

di Annalisa Venditti

Dall’amore tra Cleopatra e Giulio Cesare nacque il 23 giugno del 47 a.C. Tolomeo Cesare, acclamato dal popolo egizio Cesarione. Un anno dopo la Regina lasciò l’Egitto e giunse a Roma. Cesare, che dal 49 a.C. era sposato con Calpurnia, decise di far alloggiare l’amante e suo figlio in una splendida villa fuori città, circondata da giardini. Sfidando l’opinione pubblica, il condottiero le dedicò all’interno del suo foro, nel Tempio di Venere Genitrice, una statua d’oro. Come la bella Cleopatra era riuscita a a conquistare Cesare? Le fonti tramandano che la Regina, nota per il suo fascino ammaliatore, si era presentata per la prima volta al suo cospetto come un prezioso dono. "Prendendo con sé Apollodoro – scrive Plutarco – Cleopatra salì su un piccolo battello con cui attraccò al castello di Alessandria col favore delle tenebre. Non potendo entrare senza essere riconosciuta, si stese su un mucchio di stracci, che Apollodoro piegò e legò con una grossa cinghia; poi egli la caricò in spalla e la portò a Cesare". Conosceva l’arte delle seduzione, Cleopatra. Per lo storico Dione Cassio "era splendida da vedere e da udire, capace di conquistare i cuori più restii all’amore, persino quelli che l’età aveva raffreddato". Secondo Plutarco invece "la sua bellezza in sé non era incomparabile o tale da stordire chi la incontrava, ma aveva qualcosa di particolare, che la rendeva attraente in modo irresistibile". Il fascino delle sue parole – ricordava Dione Cassio – conquistava tutti coloro che la udivano". Nel 41 a.C. per ammaliare Marc’Antonio, che si trovava a Tarso, in Cilicia, risalì il fiume Cidno su un’imponente imbarcazione, mentre gli schiavi spingevano la nave con remi d’argento al tempo di soavi liuti e pifferi. La bella Cleopatra giaceva sotto una baldacchino di tessuto d’oro, vestita come la dea Afrodite. Fanciulli in abiti da Cupido le facevano aria con i loro ventagli. Le ancelle erano abbigliate come Nereidi e Grazie. Forti profumi esalavano dagli incensieri. A cena quello che stupì Antonio fu il numero straordinario di luci, disposte secondo fantasiosi disegni. Cleopatra dedicava molto tempo alla cura del suo corpo e fu, probabilmente, autrice di un trattato di cosmesi, oltre che grandissima estimatrice dei profumi. Secondo gli archeologi, Marco Antonio per omaggiare il suo sapere in materia le regalò una fabbrica di profumi che si trovava all’estremità sud del Mar Morto, a 30 Km dall’oasi di Ein Gedi. Dall’analisi dei vasi con i residui di antichi profumi, si è potuti risalire alle tre fragranze più diffuse all’epoca di Cleopatra: il regale "unquentum", contenente clamo, mirra, legno di rosa, balsamo, maggiorana, spezie ed altre essenze di fiori, il "susinum", olio di lillà, il "ciprinum", olio estratto dai fiori dell’hennè cipriota dalla profonda fragranza di limone.

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