Un evento organizzato dal Centro Europeo per il Turismo

Capolavori rubati tornano in mostra

 

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di Antonio Venditti

Una grande mostra dedicata alle Opere d’Arte recuperate dalle Forze dell’Ordine, organizzata dal Centro Europeo per il Turismo, è ospitata in uno splendido edificio storico della Capitale, tornato agli antichi splendori grazie alla Provincia di Roma: il settecentesco Palazzo Incontro al n. 22 di via dei Prefetti è stato oggetto di un lungo e accurato restauro costato 6 milioni di euro e diverrà sede di manifestazioni culturali.

L’esposizione, che rimarrà a Palazzo Incontro fino al 2 dicembre, vuole essere anche un ringraziamento a tutte le Forze dell’Ordine che negli anni hanno permesso il recupero di tanti capolavori grazie al loro quotidiano impegno per la tutela e la salvaguardia del nostro patrimonio, con un servizio che assume connotati di particolare rilievo se si considera che il 40% del patrimonio artistico mondiale sta proprio in Italia.

“L’Arte Rubata: il Ritorno - Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato, a difesa del patrimonio artistico”: questo il titolo della mostra, che permetterà di ammirare reperti archeologici e opere storico-artistiche che erano sprofondate, per periodi più o meno lunghi, nel buio della clandestinità.

Senza l’impagabile lavoro delle Forze dell’Ordine non sarebbe stato possibile esporre reperti di inestimabile valore: il traffico di materiale archeologico reca senza dubbio un danno grave allo studio e alla ricerca, soprattutto se si pensa che la maggior parte del materiale trafugato è frutto di scavi clandestini, che distruggono irrimediabilmente prove uniche per la storia e lasciano le opere prive del loro contesto.

Tra gli antichi capolavori recuperati, un cratere a campana attico a figure rosse, la statua di Augusto proveniente da Minturno, il bellissimo candelabro etrusco del Museo Nazionale di Villa Giulia, l’hydria attica attribuita al pittore di Antimenes, le due statue in marmo raffiguranti l’Artemide Amazzonica – trafugata dalla Necropoli di Cerveteri - e l’Artemide marciante. Un discorso a parte merita l’ormai famosissimo “volto d’avorio”, normalmente conservato a Palazzo Massimo e non visibile al pubblico per motivi di conservazione legati alla sua estrema delicatezza e alla sua unicità. Il suo recupero, avvenuto nel febbraio 2003 a Londra, ha rappresentato uno dei più brillanti successi dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Artistico. Faceva parte di un tesoro scavato clandestinamente nella zona di Anguillara e quindi introdotto sul mercato illecito. Gli studiosi non si accordano sulla sua datazione: qualcuno lo considera un originale greco del IV secolo a.C., altri pensano a una copia romana. Stringente l’ipotesi di Paolo Moreno, docente di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana all’Università di Roma Tre. Lo studioso l’ha paragonato all’Hera Ludovisi, una testa colossale di marmo esposta a Palazzo Altemps. Addirittura, ha sovrapposto con l’aiuto del computer la maschera d’avorio al volto marmoreo – naturalmente portandoli alla stessa scala – ottenendo una coincidenza esatta nella distanza della bocca e degli occhi, nella forma del naso, nell’attacco dei capelli. L’Hera Ludovisi deriva da un archetipo del IV secolo a. C., attribuibile a Prassitele o Eufranore, ma possiede anche elementi fisionomici, riportabili ad Antonia Minore, figlia di Antonio e di Ottavia, la sorella di Augusto, nonché madre dell’imperatore Claudio. La zona da cui proverrebbe il reperto non è distante dalla Villa di Claudio ed è molto probabile che qui ci fosse una statua di Antonia, a cui sarebbe riferibile la maschera d’avorio.

Moltissimi i dipinti in esposizione, come i due olii su tela di G.F. Barbieri detto “Il Guercino”. Molto ammirati dai visitatori anche un quadro di Amedeo Modigliani, “Fillette aux bas rouges”, due tele di Luca Giordano, recuperate dai Carabinieri, e la “Beata Concezione” di Giandomenico Tiepolo, trafugata dalla cappella Thierry Veron di Venezia nel 1982 e ritrovata a Taranto nel 2004. Alla Polizia di Stato si deve il recupero del capolavoro su tela di Mario Sironi “Il lavoro”, rubato il 30 settembre 1986 nel corso della Triennale di Milano Arte Internazionale Contemporanea, e dell’opera “Tornio e telaio” di Fortunato Depero.

La mostra sarà aperta fino al 10 dicembre, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18, con ingresso gratuito. Per informazioni: tel. 06/67662250 – 06/67662330.

 

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