Fu costruito nel 1616 con licenza dei Maestri delle Strade

L’Arco dei Capizucchi è un nobile raccordo

di Antonio Venditti

   

Palazzo Capizucchi in piazza Campitelli, sede dell’Ambasciata d’Irlanda, è sorto sulle case che questa antica famiglia possedeva nel rione, dove era presente fin dalla prima metà del XV sec., estinguendosi poi nel 1813 con la morte del nobile Alessandro. Il Palazzo passò dapprima ai Troili, poi ai Massimo, ai Gasparri e infine ai Vimercati Sanseverino.

In un documento del 1587 è menzionata la casa di "messer Camillo Capizucchi", ben visibile nella pianta del Tempesta del 1593, inserita dal Baglione tra le opere di Giacomo Della Porta, al quale fu commissionata nel 1580 da Pietro Capizucchi.

In un elenco di palazzi romani del 1601 l’edificio è così descritto: "Casa nova de’ Capizucchi. Ha la facciata dinanti di passi 44 quella di fianco di passi 28. Ha sei finestre principali sopra mezzanini et sotto ingenocchiate".

Il prospetto principale del Palazzo presenta una notevole compattezza e linee architettoniche eleganti. Al piano terra si aprono sei finestre architravate con davanzali su mensole, al di sotto delle piccole finestre. Il portone decentrato, probabilmente posteriore, presenta un’alta trabeazione ravvivata ai lati da due gigli, al di sopra un balcone con ringhiera di ferro. Il primo piano è caratteristico per le sette finestre con l’architrave sormontato da un timpano spezzato, costituito da due volute fra cui si inserisce una finestra ovale chiusa, chiara aggiunta seicentesca. Al secondo piano sono sette finestre di minori dimensioni. Il ricco cornicione, a mensole, decorato da rosoni, è sormontato da un attico sopraelevato nel Settecento.

Il Palazzo continua sulla laterale via Capizucchi dove prosegue il motivo delle sette finestre per ogni piano, che sulla successiva e omonima piazza è limitato al secondo e terzo piano. Sul lato destro della piazza, tra due edifici, si trova lo stretto vicolo Capizzucchi, chiuso in ambedue i lati di accesso da cancellate, nonostante le quali si vede un arco, dalle linee semplici, che congiunge le due costruzioni. Risale al 1616, come si legge nelle Concessioni dei Maestri delle Strade del 30 maggio dello stesso anno: "Essendosi viva voce resoluto et decretato che si concedi licenza al signor Cavaliere Baldassarre Paluzzi Albertoni di poter fare sopra la porta di dietro della sua casa un arco, che passi sopra il vicolo per poter andare all’altre sue case vicine, dove al presente fabrica...".


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