L’enigma della bellezza nell’arte di Manzù Prosegue ad Alatri la mostra antologica del grande Maestro del Novecento
"Giacomo Manzù, l’enigma della bellezza", è la mostra antologica curata da Floriano De Santi che il Comune di Alatri, in collaborazione con la Fondazione Mastroianni e l’Associazione Culturale Magnolia, ospita nelle sale del Chiostro dell’ex Convento di San Francesco in piazza Regina Margherita fino al 20 novembre 2005, in occasione della XXX Biennale d’Arte di Alatri. "Manzù con la sua stessa vita – ha spiegato Giuseppe Morini, sindaco di Alatri – ben rappresenta le aspirazioni dell’animo umano verso concezioni del vivere, verso valori autentici, valori così profondamente impressi in tutte le sue opere; opere legate ad una spiritualità particolarissima e ad una inimitabile interpretazione del messaggio cristiano". La retrospettiva, con oltre 80 lavori tra sculture, disegni, incisioni, medaglie, realizzate nell’arco di cinquant’anni, presenta l'opera di Giacomo Manzù a partire da una scultura lignea degli anni ’30, di una drammatica semplicità, la Madonna della Povertà, e dai fregi per il monumento ai fratelli Calvi, per passare ai Ritratti Femminili degli anni ‘40 e ‘50. In sculture come la Testa di donna (1935) e la Bambina che gioca (1943), Manzù brucia insieme le più opposte influenze e suggestioni: l'insegnamento degli antichi e le scoperte artistiche di Rodin, Renoir, Degas, Maillol, che seguirono il suo secondo viaggio a Parigi. "Come dimostra questa succinta ma pregnante antologica – scrive Floriano De Santi nel Catalogo della mostra - la ‘povertà’ dei temi di Manzù è davvero sorprendente. I soggetti, che sin dagli esordi gli hanno permesso di svolgere un'azione creativa così ricca e folta di significati, sono assai ridotti: il nudo femminile, il ritratto, la natura morta. A confronto delle intricate avventure iconografiche delle avanguardie storiche, la sua grandezza non ha avuto bisogno d'altro, poiché l'urgenza dei sentimenti, delle idee e delle visioni che, di volta in volta, lo incalzano, gli hanno concesso d'inventare forme di assoluta e inedita evidenza oggettiva pur palesando un calibrato equilibrio antropometrico". Il tema di Papa Giovanni XXIII e dei Cardinali negli anni ‘60 conferì a Manzù fama internazionale. Le Sedie e i Cestini con frutta degli anni ‘80 concludono la serie delle nuove tematiche sviluppate dall’artista. "In questo periodo – spiega De Santi - la statua non è più un oggetto situato in uno spazio e illuminato da una sorgente luminosa, ma la sua stessa figurazione si omologa allo spazio e alla luce universali. Tra la ritmica mossa della composizione e lo spazio-luce si stabilisce un'impalpabile osmosi, che cancella ogni distinzione di categoria tra bello di natura e bello d'arte". Il Catalogo (112 pagine), a cura di Giacomo Manzoni, con un ampio saggio di Floriano De Santi, è edito da Magnolia. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Biglietto d’ingresso: intero 5,00 euro, ridotto 2,50 euro. |
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