Unisce il Collegio Germanico-Ungarico con quello di S. Apollinare

L’Arco di Sant’Agostino, un raccordo della cultura

Voluto da Gregorio XIII nel 1575, pur non presentando elementi artistici rilevanti, ben assolve alla funzione di collegamento tra i due edifici

 

 

di Antonio Venditti

Un arco che assume quasi la funzione di punto di confine tra i rioni Ponte e S. Eustachio è quello di Sant’Agostino, a sinistra dell’omonima chiesa, che unisce il Collegio Germanico-Ungarico con quello di S. Apollinare, come risulta da un catasto dei beni del Collegio Germanico del 1754: "fu da papa Gregorio XIII unito al Collegio Germanico... e ne fu preso possesso il dì 22 Gennaro 1575, come costa dall’istromento rogato da Giovanni d’Avila... Da questo Palazzo all’altro di S. Apollinare fu ottenuto da Maestri di Strada di farci un Ponte per aver la comunicazione di uno con l‘altro Palazzo, come si vede ancora al presente...".

L’Arco compare nella pianta di Antonio Tempesta del 1593.

Pur non trovandoci di fronte ad un’opera di rilevanza artistica, ma a un cavalcavia di semplice utilità, l’Arco si presenta complessivamente equilibrato nelle linee architettoniche, che ben si riallacciano a quelle degli edifici raccordati.

Notizie riguardanti l’Arco di Sant’Agostino, detto anche "del Collegio Germanico" e "dell’Apollinare", dai nomi degli edifici congiunti, provengono da vari documenti d’epoca, a iniziare da una relazione redatta nel 1580 in occasione del trasporto in Vaticano del corpo di Gregorio Nazianzeno, dalla chiesa intitolata al Santo, costruita dalle suore basiliane all’interno del chiostro del convento di S. Maria in Campo Marzio. Si legge nella relazione: "Vicino a Sant Agostino, in un palco, fu fatta certa rappresentazione bella, et all’arco del Collegio Germanico tre preti con cotta, in forma d’angeli, cantarono l’ode in bellissima musica...".

L’Arco fu più volte demolito e riedificato, come documentano le concessioni dei Maestri delle Strade, a partire da quella datata 1617-25, a quella del 9 dicembre 1632, fino alla concessione dell’11 maggio 1633 in cui è specificato quanto segue:

"Concediamo licentia al Venerabil Collegio Germanico et Ungarico a Santo Apollinare che possa disfare, et rifar di novo l’arco murato sopra la strada publica per riunire l’isola, dove è la chiesa di Sant’Apollinare, con l’altra isola incontro alla chiesa di Sant’Agostino purché facci la volta del novo arco da farsi palmi 4 più alta del arco vecchio fatto, il quale al presente è palmi 30 dalla cima al sesto nella maggior altezza della luce sotto detta volta al piano della selciata della strada e di larghezza in pianta palmi 22; con conditione anco, che levi uil risaldo, che fa il muro nella cantonata, et allarghi la strada e l’arco al filo dell’altro muro acciò resti adornata la Città, et allargata la strada...".

Il Collegio Germanico, fondato da S. Ignazio di Loyola e istituito da Giulio III (1550-55) con la Bolla "Dum sollicita" del 31 agosto 1552, ebbe dall’inizio varie sedi. Gregorio XIII (1572-1585) nel 1573 fondò nuovamente l’Istituto e l’anno successivo concesse ai Gesuiti il Palazzo di S. Apollinare, a cui nel 1580 si unì il Collegio Ungarico e l’anno successivo anche la chiesa di Sant’Apollinare.

Con la soppressione della Compagnia di Gesù, nel 1773 il Collegio Germanico fu affidato a sacerdoti secolari.

Durante la dominazione francese, un decreto di Napoleone I del 1811 vi trasferì le scuole dell’Accademia di San Luca, che qui rimase fino al 1825. Nello stesso anno, Leone XII ( ) le trasferì alla Sapienza ed assegnò il palazzo, nel quale risiedeva il cardinale Vicario, al Pontificio Seminario Romano. Il collegio fu riaperto con rescritto di Pio VII, il 30 maggio 1818.

Nel 1849, durante la Repubblica Romana, l’Apollinare fu sede del Ministero delle Finanze. Nel 1853, Pio IX ( ) costruì la vasta biblioteca e l’edificio venne sopraelevato per ospitare il Seminario Pio, che accoglieva chierici scelti da ogni diocesi dello Stato pontificio.

Dal 1913 al 1920 vi si stabilirono i Padri Lazzaristi, che avevano dovuto lasciare la loro casa, demolita per la costruzione del palazzo di Montecitorio, sede del Parlamento italiano. Infine, Benedetto XV ( ) lo adibì a sede del Pontificio Istituto di Sant’Apollinare.

Nel citato documento catastale del 1773 si legge, in particolare, che dal Palazzo del Collegio Germanico si accedeva a quello di Sant’Apollinare anche tramite "un altro passetto sotterraneo in fondo della Scala a lumaca, quale scesa a man Sinistra si volta, e passandosi sotto la strada dove appunto corrisponde l’arco si entra nel Palazzo o Collegio nuovamente fabbricato. Di questo Palazzo del tempo di Gregorio XIII non ve ne sono più le vestigie, perché l’Anno 1634 fu cominciato à fabbricare di nuovo dal P. Castorio...".

Il palazzo, di fronte alla chiesa di Sant’Agostino, oggi si presenta frutto di numerosi interventi ed ampliamenti, succedutisi con il passare degli anni e i mutamenti di attività. Costituito da due edifici contigui, fu in gran parte ricostruito dall’architetto Ferdinando Fuga mentre si stavano concludendo i lavori della chiesa di Sant’Agostino: il progetto di restauro fu richiesto nel 1745.

L’edificio presenta sulla piazza una facciata con tre piani di finestre incorniciate e architravate. All’interno, è un cortile ad arcate cieche a tutto sesto, sorrette da pilastri di lesene doriche. Sulla sommità della facciata del palazzo fu collocato un orologio con una suoneria costituita da tre campane di diverse dimensioni: quella di sinistra, alta 71 cm, è del 1722; le altre due, di dimensioni più piccole, sono del 1575.

Nell’antica biblioteca del collegio Germanico-Ungarico, trasformata poi in cappella del primo piano del palazzo, si trovano il soffitto dipinto a tempera con l’Incoronazione di Maria e un quadro dell’Immacolata, attribuiti ad Andrea Pozzo.

Alla rinascimentale chiesa di Sant’Agostino è unita la Biblioteca Angelica tramite una corta ala nella quale si apre il portone, inquadrato da un timpano triangolare, sormontato da finestra ellittica. La grande sala fu costruita intorno al 1760.


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