Il Borgo di San Vittorino, un angolo di Medioevo

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di Cinzia Dal Maso

Il Borgo di San Vittorino, situato al limite del territorio dell’VIII Municipio di Roma, al confine con i Comuni di Zagarolo, Palestrina, Gallicano e Tivoli, nonostante successive trasformazioni e alterazioni, ha conservato l’originario impianto medioevale. Occupa un’area molto ristretta, di circa 150 metri per 100, su un piccolo pianoro circondato da suggestivi dirupi, su cui si dispone, con andamento pressoché ellittico, una schiera di edifici interrotta solo da una porta ad arco.

La chiesa e la tenuta di S.Vittorino sono menzionati nei documenti già poco prima del Mille. A partire dall’XI secolo, il possedimento passò al Monastero di San Paolo Fuori le Mura, che lo conservò fino al 1411, quando fu dato in feudo a Giovanni Colonna insieme ad altri luoghi. Ben presto, però, la nobile famiglia, venuta in disaccordo con il pontefice Eugenio IV, fu da lui privata di tutti i suoi beni, compreso il Castello di San Vittorino, che entrò a far parte, nel 1441, della Camera Apostolica, per poi diventare feudo di Roberto di Montella, cui fu concesso in ricompensa del servizio militare prestato presso la Chiesa.

La proprietà venne venduta il 2 aprile 1519 dal cardinale Alessandro Farnese ad Antonio del Drago, per passare, il 14 luglio del 1635, al cardinale Francesco Barberini (1597 – 1679), che restaurò il Castello, trasformandolo in palazzo signorile, e portò l’acqua nel Borgo, a scopo di pubblica utilità. Alienata nel novembre del 1683 a Giuseppe Lotario, duca di Poli, la dimora tornò ben presto ai Barberini, che ne sono ancora in possesso.

Il fossato tra il Borgo e la piazza antistante è scavalcato da un ponticello moderno, in sostituzione dell’antico ponte levatoio, che conduce alla porta, ornata dallo stemma marmoreo con le api dei Barberini. Fanno ancora da guardia all’ingresso due alte torri quadrangolari del XII secolo. L’ampia corte del Borgo è occupata da due gruppi isolati di costruzioni. Lo stemma dei Barberini è presente anche sopra l’architrave del portone d’ingresso al Palazzo.

La semplice e disadorna chiesina è dedicata al martire San Vittorino, vescovo di Amiterno, la cui immagine, molto deteriorata e priva di tutta la parte inferiore, è dipinta sulla parete di fondo. A destra dell’entrata, fa da acquasantiera un’urnetta cineraria in marmo di epoca romana, con i Dioscuri, Castore e Polluce, scolpiti ai lati della tabella per l’epigrafe.

Il Palazzo, in evidente stato di fatiscenza, non è visitabile e tutto il Borgo meriterebbe un urgente intervento di restauro per liberarlo da stridenti superfetazioni.

Il Borgo di San Vittorino è stato oggetto di un sopralluogo dei partecipanti al corso di formazione per "Esperti in progettazione e realizzazione di servizi turistici per il Municipio delle Torri", realizzato dall’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", Facoltà di Lettere e Filosofia, su finanziamento del Comune di Roma, Municipio VIII.


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