La Torre e una casa furono cedute nel 1305 da Andrea Mellini

Un fortilizio medievale nobilita piazza Margana

Nel 1938 l’intero isolato baronale subì notevoli mutilazioni a causa della sistemazione di via delle Botteghe Oscure

 

di Antonio Venditti

"Modesta piazzetta, quasi un cortile rustico o una piazza di paese, quali se ne trovano ad Albano o a Velletri. Oggi se dovessero ribattezzarla, la degnerebbero tutt’al più di largo". Così Pietro Paolo Trompeo descriveva piazza Margana, tra via dei Delfini e via della Tribuna di Tor de’ Specchi, a pochi passi dal Campidoglio, un caratteristico e raccolto ambiente che ha conservato in parte una rara atmosfera medievale. "Ma in quel rustico — osservava Trompeo - si sente l’antico, si indovina un passato glorioso, e per questo è così piena di fascino". Infatti, come l’omonima via e il vicolo, prende il nome dai Margani, fra le più potenti famiglie baronali della Roma medievale, che qui ebbero le loro case, la cui impronta permane con la Torre del XIV secolo al n.40 dell’omonima via, incorporata in una costruzione, più o meno della stessa altezza e in parte della stessa epoca. L’edificio fu successivamente ampliato sul lato sinistro verso via dei Polacchi con l’aggiunta di un portale bugnato del XVI secolo, affiancato da un analogo portale semplicemente disegnato sulla facciata. Entrambi sono ora sormontati da un’ampia terrazza delimitata da due avancorpi simili nelle dimensioni e nelle forme stilistiche, dei quali quello di destra ingloba la torre medievale. Palazzo Margani, che giunge fino a via dell’Aracoeli, fu parzialmente distrutto dagli interventi urbanistici del 1938 per la sistemazione di via delle Botteghe Oscure.

La costruzione, priva di un’unità compositiva, documenta la stratificazione delle aggiunte, aspetti dal fascino antico, che rivelano ancor oggi le cinque strade che si irradiano dalla piazza. La Torre presenta una storia antica: fu venduta da Andrea Mellini nel 1305 a Giovanni Margani, insieme ad una casa piena di resti antichi.

Recentemente restaurata, è a tre piani e presenta un paramento in laterizio rivestito dalla parte verso la strada da intonaco decorato a finto bugnato. Si erge su una base che ingloba i resti di un portico romano fra cui emerge una colonna con capitello ionico, sulla cui linea, in alto, si apre una finestra ad arco chiusa. Le altre aperture sembrano posteriori. Fra la porta d’ingresso e la finestra del primo piano sono inclusi nel muro frammenti romani, tra i quali due tondi adorni di aquile ad ali spiegate e una antefissa angolare con ornati floreali, di cui uno raffigurante un’aquila.

La parte superiore è di restauro: sul fianco destro il paramento di cortina è in aggetto e poggia su di una cornice marmorea a mensole.

La Torre è unita a una costruzione coeva con una grande loggia ad archi cui sembra appartenere il portale costituito da tre frammenti di una cornice di tarda epoca romana, adorna di cassettoni e rosoni: sull’architrave è presente uno stemma dei Margani del ‘400.

Più volte modificata e ampliata nel corso del Trecento e del Quattrocento, attualmente appare mozza e con aggiunte tarde.

La nobile e potente famiglia dei Margani si imparentò con le più importanti di Roma, e i suoi membri ricoprirono importanti cariche in Campidoglio: Gregorio, essendo nel 1365 dottore in legge nel rione Campitelli, fu tenuto in alta considerazione; Cola divenne Conservatore nel 1442, per il contrasto nato il giorno del Corpus Domini di quell’anno tra i canonici e il magistrato di Roma in S. Giovanni in Laterano. Una Margani, Rita, sposò nel 1431 Antonio Caffarelli: in quell’occasione giardino e terrazzo attigui alla torre furono addobbati per l’evento. La principessa Giulia Colonna concesse un casamento di sua proprietà nella piazza, dove la Confraternita di S Giovanni in Mercatello trasferì le neofite. Ivi fu fondato il monastero della SS. Annunziata dell’Ordine dei Predicatori sotto la regola di S. Agostino, approvato da Pio IV con bolla del 26 giugno 1562. Il monastero si trasferì al Foro d’Augusto nell’antica sede dei Basiliani e dei Giovanniti; nel 1676 Neofiti e Catecumeni furono trasferiti alla Madonna dei Monti.

I Margani possedettero anche altre torri, nel rione Monti sul Fagutale (Torre dei Borgia), nel rione Ripa, presso S Eligio dei Ferrari. Di fronte all’ingresso della Torre dei Margani, una sera del 1480, Pietro Margani fu ucciso da Prospero Santacroce. La famiglia si estinse nel 1662.

Tutta la zona, compresa via di Tor Margana, è caratterizzata da un’edilizia che spazia tra il XIII e il XVIII secolo in una specie di incastro di stili, nel quale si inseriscono anche frammenti di secoli più antichi, in modo da costituire un suggestivo percorso architettonico. Al n. 19 della piazza si erge il seicentesco Palazzo Maccarani, poi Odescalchi, con al piano terra sei finestre architravate e portale non in asse; mentre sette si aprono al piano successivo e al terzo. Il cortile - modificato - adornato da iscrizioni e frammenti antichi, racchiude un ninfeo. Sul fianco il palazzo rigira per tre finestre; è stato poi ampliato per altre cinque finestre e rigira ancora sul vicolo Margana. Presenta una sopraelevazione. In questo edificio mons. Tommaso Odescalchi riunì un gruppo di fanciulle abbandonate che erano accolte nell’Ospizio di S. Galla. L’opera si fuse poi con l’Ospizio di S. Michele. Segue al n. 21 un Palazzetto del ‘700 con portale adorno da uno stemma con destrocherio che regge un mazzo di frecce entro una corona. Presenta sei finestre. Qui abitò dal 1753 fino alla morte l’architetto Carlo De Dominicis (1696-1758), forse autore del disegno del portale. Di fronte, al n. 32, il Palazzetto Capocci con porta ad arco bugnato e cinque finestre; all’interno atrio a colonne e scala del ‘500. Ai numeri 34-36 il Palazzetto Albertoni, a due piani di sei finestre architravate di travertino. Al numero 34 di rilievo una porta a bugne regolari del ‘600 con angoli superiori smussati; accanto si mostra una finestra con architrave su mensole e sottostante finestrella. Al numero 35 è un portoncino architravato del ‘400 con sovrastante finestrella dove si trova lo stemma degli Albertoni.

La piazza, dove in un caratteristico restaurant viene conferito il premio letterario "Tor Margana", ospita manifestazioni culturali.


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