Tre secoli di dipinti e incisioni in mostra ai Musei Capitolini

"Imago Urbis Romae", la città degli artisti

Circa cento opere, alcune esposte in Italia per la prima volta, fanno rivivere il fascino del Grand Tour

 

di Antonio Venditti

Allestita nelle stupende sale del Palazzo dei Conservatori, nel cuore più antico e nobile dei Musei Capitolini, la mostra "Imago Urbis Romae" accompagna il visitatore in un percorso che si snoda attraverso tre secoli di tradizione cartografica e vedutistica di portata eccezionale dedicata all’Urbe da insigni maestri italiani e stranieri.

L’esposizione, organizzata dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali Sovrintendenza ai Beni Culturali in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche e alla Promozione Internazionale del Turismo, comprende circa cento opere - oli, incisioni, disegni e acquerelli - provenienti dalle collezioni pubbliche e private di Roma, ma anche da musei e istituzioni estere. Ne risulta un viaggio ideale alla scoperta della Roma costruita da incisori, disegnatori e pittori di ogni nazione d’Europa, che convive e si evolve con la città reale, di mattoni, travertino e marmo, rivestita di intonaco o di calce. Nella città si riconoscono i segni di una civiltà millenaria che – nel ristretto spazio delimitato dalla doppia ansa del Tevere - si sovrappongono e si mescolano in una singolare stratificazione, che ricorda le convulse vicende storiche di cui le sue strade e le sue piazze sono state testimoni. Il panorama cittadino è popolato da una folla di signori e cardinali, papi e cavalieri, principi e popolani, soldataglie in armi e preti, monache e monaci, gente di malaffare e sfaccendati, pii pellegrini penitenti, viaggiatori gaudenti e sofisticati e illuminati intellettuali impegnati nel Grand Tour: personaggi che ritroviamo in tanti dipinti a formare un caleidoscopio affascinante, l’anima di una città che dà colore e forma alle sue vestigia antiche o ai suoi monumenti moderni, i palazzi e le chiese.

La I sezione, dedicata al "ritratto" di Roma moderna, è aperta da due grandi vedute settecentesche di Giovanni Paolo Panini, "Piazza di Monte Cavallo" e "Piazza Santa Maria Maggiore", concesse dal Presidente della Repubblica, per proseguire con "Piazza San Giovanni in Laterano", eseguita nel 1614 da Wilhelm van Nieuland e "Piazza Navona intorno al 1630 con folla e bancarelle di mercato", di Johann Wilhelm Baur.

Al vedutismo analitico di Gaspar van Wittel si deve la straordinaria capacità di rendere con precisione topografica e realismo contesti urbani e architetture come nei dipinti dedicati a "Piazza e palazzo di Monte Cavallo" e "Piazza del Popolo".

La passeggiata ideale attraverso le bellezze di Roma prosegue con le vedute di Israel Silvestre, Gaspar van Wittel, Filippo Juvarra, Giuseppe Vasi, Julius Eugen Ruhl, Wilhem Noak, Alfred Guesdon, Luigi Nisi Cavalieri: esemplari che costituirono il prototipo per una infinita serie di repliche e aggiornamenti, parte di una vastissima tradizione iconografica. Infatti, come ha ricordato Cesare De Seta, il curatore della mostra, "nessuna città in età moderna è stata così riccamente illustrata come Roma, nessuna città offre un repertorio così ricco di guide, di resoconti, di cronache che risalgono ad un tempo in cui le maggiori città d’Europa erano dei villaggi o non erano neppure state fondate".

Per chi voglia dare uno sguardo d’insieme e comprendere i cambiamenti della città attraverso i secoli, c’è la sezione dedicata ai Grandi Panorami, dove spicca la straordinaria sequenza di undici fogli incisi da Louis-François Cassas tra il 1780 e il 1784, mai vista prima d’ora in Italia. Altri panorami si concentrano su particolari settori della città; tra questi Castel Sant’Angelo dai Prati di Gaspar van Wittel, due vedute di Jacob Philipp Hackert della Kunstsammlungen (Schloss) di Weimar, oli di Johann Georg von Dillis della Staatliche Graphische Sammlung di Monaco e di Louis Gurlitt della Hamburger Kunsthalle di Amburgo, lo splendido Panorama da Villa Mellini di Giovan Battista Lusieri della Gemäldegalerie der Akademie der Bildenden Künste di Vienna ed ancora opere di Frederik De Moucheron, Hendrick Frans Van Lint e Johan Jacob Frey.

La sezione che comprende il maggior numero di opere è Roma Antica, dove protagonisti sono i monumenti e le vestigia di un passato glorioso. I Fori, il Colosseo, il Pantheon, la Basilica di Massenzio ritornano nei dipinti di Wilhelm Van Nieulandt, Canaletto del Szépmüvészeti Múzeum di Budapest, Jan Frans Van Bloemen, Bernardo Bellotto, Louis Clérisseau, Abraham Louis Ducros del Goethe-Museum di Düsseldorf, François Marius Granet del Musée Granet di Aix-en-Provence, Jacques Raymond Brascassat del Musée des Beaux-Arts di Rouen, Ippolito Caffi. Il genere del "capriccio" con rovine di fantasia, affascinanti ed evocative, ricorre con notevole frequenza nelle tele di Panini, Johann Anton Eismann, Canaletto e Bernardo Bellotto. Qui è possibile vedere, ad esempio, la Tomba di Cecilia Metella ambientata su un’amena spiaggia, con un gruppo di pescatori alle prese con le reti, in un olio su tela del 1753 di Adrien Manglard.

Proveniente dalla collezione del barone Thyssen-Bornemisza di Madrid, la "Veduta di Roma con porto fluviale e Castel Sant’Angelo", firmata IDM ed opera di un pittore della cerchia di Joss de Momper, introduce alla quinta sezione, dedicata al Tevere e alle sue sponde. Ne fanno parte dipinti di Isaac de Moucheron, di Gaspar van Wittel e di Andrea Locatelli. Ci riportano a un tempo in cui la città viveva a stretto contatto con il suo fiume, nelle cui acque le architetture si rispecchiavano creando giochi di luce e colore di incomparabile bellezza.

Concludono il percorso San Pietro e il Vaticano, con due opere particolarmente significative, "Piazza San Pietro" del Panini e "Le Mura Vaticane" di Thomas Jones.

La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 15 maggio, dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle ore 20.00.

Il catalogo Electa, aperto da un ampio testo introduttivo del curatore della mostra Cesare de Seta, comprende saggi di Yves Bonnefoy, Chiara Frugoni, Franco Marenco, Marc Fumaroli, Roberto Venuti, Mario Bevilacqua ed una analitica scheda bio-bibliografica per ciascuna opera in mostra a cura di Paola Carla Verde.


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