Un cammello per unire i popoli: mostra di Bartoloni al Pitigliani

di Annalisa Venditti

In un’epoca di conflitti e incomprensioni tra i popoli come la nostra, è vitale ricordare quanti e quali siano gli elementi che legano le varie civiltà e le accomunano in una fratellanza troppo spesso dimenticata o volutamente ignorata.

Con la mostra "Il Cammello da Gerusalemme a Djerba", inaugurata la scorsa domenica presso il Pitigliani Centro Ebraico Italiano, in via Arco de’ Tolomei 1 - in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica - Lillo Bartoloni ha voluto lanciare proprio un messaggio di speranza e di educazione alla convivenza. L’esposizione, curata da Roberta Leonetti, presenta 25 dipinti, sagome lignee policrome e ceramiche, frutto di una lunga e meticolosa ricerca dell’artista negli ultimi venti anni.

Nelle opere di Bartoloni il placido cammello unisce i Paesi più diversi con i loro deserti di sabbia: non solo Israele, Egitto e Tunisia, ma anche gli USA. Nell’olio "Cammelli, aerei e grattacieli", infatti, vengono rappresentate le vetrine di un negozio della Quinta Strada, in una New York natalizia, piene di cammelli-automi.

Il mio interesse per i cammelli - confida Bartoloni - nasce "durante un viaggio in Sinai, appena restituito da Israele agli egiziani, quando gli alberghi per turisti erano solo due e feci amicizia con un cammello. Lo portavo in giro come se fosse un cane, in un ambiente molto più umano di quello di oggi, politicamente e fisicamente. Oggi gli alberghi sono oltre cento e non è più possibile neanche portare i cammelli sulla spiaggia…".

La mostra è commentata da un breve testo di Franco Scaglia, "Il cammello bianco", in cui si legge: "le atmosfere che ho vissuto a Sanáa, una delle città più magiche, misteriose e affascinanti del mondo, i suoi contrasti, i suoi colori, la poesia delle sue antiche case, ornate di merletti di paglia e di terra, i suoi cammelli diversi da ogni altro luogo del Medio Oriente che ho visitato; ecco, tutto ciò l’ho ritrovato nei quadri di Lillo Bartoloni, esempio mirabile e dolcissimo di una fantasia che si è nutrita negli anni delle suggestioni e dei profumi di quelle terre che io ho incominciato ad amare dopo aver letto Le Mille e una notte".

Artista eclettico e scenografo teatrale, Bartoloni, nato a Roma nel 1948, ha sempre amato combinare i suoi temi preferiti con i mondi reali, letterari e cinematografici con i quali è entrato in contatto, realizzando opere su tela e su mezzi diversi quali il perspex o la ceramica.

La passione per i viaggi è stata per l’artista a lungo fonte di ispirazione, tanto che in alcune serie era arrivato a escludere i soggetti umani, rappresentando grandi spazi desertici, il mare, barche sospese o animali.

La mostra può essere visitata, con ingresso libero, dal lunedì al giovedì, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00; il venerdì dalle 10.00 alle 12.00.

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