Un bagno di sangue

L’iniziazione al culto mitraico

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di Annalisa Venditti

Nella religione di Mitra, diffusa a Roma tra il III ed il IV secolo d.C., il fedele veniva iniziato ai misteri del dio. Solo attraverso la purificazione degli adepti era possibile vincere la perpetua lotta con il Male.

Mitra assicurava così ai suoi fedeli, dopo il trapasso, l’immortalità nella luce infinita. Momento fondamentale del culto era l’uccisione del toro, considerato il creatore e rinnovatore della terra.

Nel mitreo delle Terme di Caracalla è ancora visibile la struttura della "fossa sanguinis", la fossa del sangue. Era situata nel corridoio centrale dell’ambiente di culto ed era collegata nel fondo ad un cunicolo che immetteva in un locale attiguo. Durante l’uccisione del toro, venivano versati 50 litri di sangue su un iniziato posto, in posizione distesa, sul fondo della fossa. Il fedele scendeva in quel pozzo con una toga di seta, una corona d’oro tra i capelli e bende sulle tempie. Il toro aveva le corna legate e veniva adornato con corone di fiori e lamine dorate. L’odore del tremendo sacrificio era nauseabondo e generava una forma di disgusto magico. La suggestione del rito era aumentata dalla scarsa illuminazione.

L’argomento è stato approfondito nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata da Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato mattina, dalle ore 11.00 alle 12.00, su Nuova Spazio Radio (88.150).

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