La notte nell’antica Roma

Il rumore dei carri non faceva dormire

di Annalisa Venditti

Lo stress della vita cittadina non è un male esclusivo dei nostri giorni. Sembrerà strano, ma persino nell’antica Roma c’era il problema del traffico. Su tale questione non mancano le lamentele di illustri personaggi dell’epoca, costretti ad interminabili notti insonni. Proprio così: per facilitare gli spostamenti diurni e il movimento dei pedoni, alla fine del I sec. a.C. una legge aveva prescritto che il trasporto su quattro ruote si svolgesse principalmente di notte. Con questo bel risultato: "Quale casa in affitto permette di dormire? Il via vai dei carri per le strade tortuose e strette e lo schiamazzo delle mandrie ferme toglierebbe il sonno anche ad un uomo che ce l’ha pesante come l’imperatore Druso, anche alle foche!", sentenziava Giovenale.  A detta del poeta Marziale, la situazione non era migliore di giorno: "non ti lasciano vivere!", si lamentava. Solo nella sua nuova casa, riparata sul colle del Gianicolo, aveva trovato un po’ di quiete: "si vedono da lontano i facchini – spiegava – ma non si sente il rumore dei cocchi!".

L’argomento verrà approfondito sabato prossimo nel corso dell’Intervista possibile di "Questa è Roma!", la trasmissione ideata da Maria Pia Partisani in onda, dalle ore 11.00 alle 12.00, su Nuova Spazio Radio (88.150 MHz).

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