Wolfgang Amadeus Mozart a Roma: due soggiorni coronati dal successo
Durante la Settimana Santa del 1769, precisamente l’11 aprile, il giovane Wolfgang Amadeus Mozart, appena quattordicenne, giungeva con il padre Leopold in una Roma affollata di stranieri, accorsi da ogni parte del mondo per assistere alle cerimonie pontificie per le feste di Pasqua. Wolfgang e Leopold avevano lasciato alla fine del 1769 la nativa Salisburgo ed avevano visitato Verona, Mantova, Cremona, Parma, Bologna e Firenze. In ognuna di queste città il fanciullo aveva dato saggio della sua bravura di musicista e compositore, suscitando lusinghieri e stupiti apprezzamenti. La prima sistemazione dei due austriaci nella città eterna non doveva essere delle migliori, se il ragazzo scriveva alla madre: "Nel nostro alloggio non c’è che un letto e la mamma può facilmente comprendere come io non abbia alcun riposo al fianco di papà. Attendo perciò con impazienza di passare in altra casa". Nel giro di una settimana il desiderio del giovane veniva esaudito con il trasferimento in un alloggio molto più confortevole, in piazza del Clementino, nell’appartamento del corriere pontificio Stefano Uslenghi. "Qui stiamo assai bene", comunicava Mozart. "La signora e la figlia non sanno come servirci abbastanza. Il marito è in Portogallo e siamo considerati come i padroni di casa". Fortunatamente, possiamo conoscere la disposizione e l’arredo delle stanze dell’abitazione perché sette anni dopo l’Uslenghi moriva senza lasciare testamento e la figlia faceva redigere un inventario di tutti i suoi beni, da cui risulta che l’appartamento era composto di sette camere, un ingresso, una cucina, una loggia e una cantina. Il mobilio non era proprio lussuoso, ma certamente decoroso. L’Uslenghi pagava al Collegio Clementino, proprietario dello stabile, una pigione di cinquanta scudi l’anno, particolare da cui si può dedurre che l’appartamento si trovava al secondo piano. Il palazzo: si trovava al civico 38 di piazza Nicosia. Passò dal Collegio Clementino al demanio francese, che lo cedette nel 1811 al cav. Del Vecchis per diventare prima proprietà dei discendenti De Vecchis e poi dell’Opera pia Amici. Appena arrivato a Roma, Mozart si recò a San Pietro, dove, per arrivare a baciare il piede alla statua bronzea del santo, dovette farsi sollevare. Nella Cappella Sistina poté udire il famoso "Miserere" di Gregorio Allegri, il cui spartito non si poteva copiare, pena la scomunica. Ma al piccolo, grande musicista, bastò ascoltarla per poi trascriverla appena tornato a casa. Lo suonò in pubblico al cembalo, suscitando meraviglia in tutta Roma. Dopo aver raccolto numerosi successi, Mozart partì da Roma alla volta di Napoli l’8 maggio, per tornarvi il 26 giugno, sempre ospite delle Uslenghi, trattenendosi fino al 10 luglio. Durante questo secondo soggiorno romano, Wolfgang ricevette la prestigiosa decorazione pontificia dello Speron d’oro. |
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