Roma e i Bonaparte: un legame
indissolubile
Due mostre al Museo Napoleonico dedicate ai ritratti dell’illustre famiglia

di
Cinzia Dal Maso
Napoleone non riuscì mai a vedere
Roma, anche se la considerava la città ideale dove poter coronare il suo sogno
imperiale. Membri della sua famiglia, però, vi soggiornarono per periodi più o
meno lunghi, lasciando numerosi segni della loro presenza. Il primo fu Giuseppe,
fratello maggiore di Napoleone, che, giunto nella città eterna il 31 agosto del
1797 con la moglie Giulia Clary, abitò nel Palazzo Corsini alla Lungara, dove si
trasferì il 20 settembre, occupandone il primo e secondo piano. Il 10 febbraio
1798 le truppe francesi entravano a Roma e il 15 veniva proclamata la Repubblica
Romana. Il generale Gioacchino Murat, marito di Carolina Bonaparte, dimorò per
un breve periodo a Palazzo Sciarra al Corso e fu ospite del cardinale Consalvi,
dei Torlonia e dei Borghese, che diedero in suo onore un memorabile banchetto
nella loro villa.
Il 2 luglio 1803 arrivava a Roma il Cardinale Fesch, fratello della madre di
Napoleone, con la carica di ambasciatore di Francia presso la Santa Sede.
L'ambasciata francese era in via dei Coronari, a Palazzo Lancellotti, ma fu
spostata nel 1805 dal Fesch a Palazzo Niccolini a Piazza Colonna. Negli ultimi
anni della sua vita, il cardinale si ritirò nel Palazzo Falconieri a Via Giulia.
Luciano, fratello di Napoleone, iniziò il suo soggiorno romano il 23 aprile
1804, acquistando ben presto il seicentesco Palazzo Nuñez, ora Torlonia, a via
Condotti.
Paolina, sorella dell’Imperatore, grazie al matrimonio con Camillo Borghese, era
a tutti gli effetti una principessa romana, ma si trasferì stabilmente a Roma
solo nel 1815, dopo la caduta di Napoleone. L’anno seguente acquistò una villa a
Porta Pia, dove oggi si trova l’Ambasciata Francese presso la Santa Sede, che
rinnovò radicalmente.
Nel palazzo all'angolo fra via del Corso e piazza Venezia, Letizia, madre di
Napoleone, abitò fino alla morte, avvenuta nel 1836, occupandone il piano
nobile, con il famoso balconcino angolare rivestito di legno da cui osservava,
senza essere vista, il passeggio su via del Corso.
Il luogo più adatto per ricostruire l'intenso e suggestivo rapporto fra Roma e i
Bonaparte è il Museo Napoleonico, in piazza di Ponte Umberto I, donato al
Campidoglio dal conte Giuseppe Primoli, discendente diretto, per parte di madre,
del ramo “romano” della famiglia.
Fino al 25 aprile, il museo ospita due mostre, realizzate dalla Sovrintendenza
ai Beni culturali del Comune di Roma, in collaborazione con la Soprintendenza
speciale per il Polo museale di Napoli e con l'Assessorato ai Beni culturali
della Provincia di Lucca.
"Jean Baptiste Wicar. Ritratti della famiglia Bonaparte" riunisce circa quaranta
opere, tra dipinti, bozzetti e disegni a graffite dell’artista francese, allievo
di David.
"Elisa Bonaparte. Ritratti di famiglia" è dedicata ad una donna energica e
moderna, che fu principessa di Lucca e granduchessa di Toscana, dove introdusse
il nuovo codice civile, il sistema metrico decimale ed impose la tassa di un
decimo sugli spettacoli per un fondo a favore dei poveri. Tra i ritratti
ufficiali e le immagini dei figli, eseguiti dai migliori artisti del primo
Ottocento, si distinguono quelli di Benois e Gerard.
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