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L’editore Luigi De Luca, mecenate degli artisti

di Alessandro Venditti

 

"Chi non ha venduto un quadro a De Luca, chi non ha visto curar da lui in persona un catalogo agognato o i quinterni d’una rivista o l’impaginazione d’un libro di versi (e sempre con un gusto tipografico degno d’un antico stampatore) alzi la mano. Quand’io capitai a Roma sprovveduto di tutto. E col pianto in gola vedendo il mio piede smarrirsi in tale scarpa troppo grossa per me, fu l’amico Bigiaretti a portarmi lì, in via Gaeta, da De Luca. Nel buio di quegli uffici pieni di quadri e di fumo, e nel disordine apparente delle carte, De Luca era seduto dietro il suo grande tavolo ingombro di bozze (lo stesso che gli è servito fino a ieri l’altro), sorridente davanti alla mia aria scoraggiata; e non gli occorsero molte parole perché io, quando ne uscii, già mi sentii un altro; non più tanto povero e solo, e sicuro d’aver trovato meglio che un editore (mi stampò subito "Finzioni"), un amico".

Con queste parole cariche di riconoscenza ed ammirazione, lo scrittore e poeta Giorgio Caproni ricordava, pochi giorni dopo la prematura scomparsa, la straordinaria figura di un grande mecenate della Roma del dopoguerra: Luigi De Luca, fondatore dell’omonima Casa Editrice, raffinato uomo di cultura, prima che d’affari. Era nato nel 1907 a Sasso di Castalda, a pochi chilometri da Potenza, ma giovanissimo si era trasferito a Roma dove aveva aperto la sua tipografia. La rara educazione ricevuta ed un istinto naturale lo misero ben presto a contatto con i giovani artisti e letterati della Capitale, che si strinsero intorno a lui in una sorta di fraterno sodalizio. Nel 1934 creò L’Istituto Grafico Tiberino e stampò la sua prima rivista, "Ansedonia". Seguirono una serie di importanti iniziative editoriali: nel ’38 fu la volta della collana "Lettere d’Oggi" e dell’omonima rivista, su cui vennero pubblicati lavori di Eugenio D’Ors, Ezra Pound, Mario Praz, Giorgio Caproni, Libero Bigiaretti, Manlio Cancogni, Cesare Pavese, Carlo Bernari ed Alberto Moravia. All’impegno letterario, ben presto, si affiancò quello legato alla promozione e alla conoscenza delle nuove leve dell’arte contemporanea: De Luca strinse rapporti con gli artisti ed i critici d’arte che ruotavano intorno al gruppo dei "Valori plastici", della "Scuola Tonale" e della "Scuola di Roma", a cui aderivano tra i tanti Mafai, Pirandello, Fazzini ed Afro. Fu il primo a dare valore al cosiddetto "libro d’arte", creando una collana monografica, "Artisti oggi", interamente dedicata ai pittori ed agli scultori italiani vicini ai risultati della contemporanea sperimentazione europea. Una sua creatura furono i celebri "Martedì letterari" che raccolsero ogni settimana, nella platea del Teatro Eliseo, i maggiori esponenti della cultura romana.

La vita di De Luca, tragicamente spentasi nel ’60 a causa di un incidente stradale, fu un’appassionata dedizione all’Arte, intesa in tutte le sue straordinarie e diverse manifestazioni.

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