"Chi non ha venduto un quadro a De
Luca, chi non ha visto curar da lui in persona un catalogo agognato o i
quinterni d’una rivista o l’impaginazione d’un libro di versi (e sempre con un
gusto tipografico degno d’un antico stampatore) alzi la mano. Quand’io capitai a
Roma sprovveduto di tutto. E col pianto in gola vedendo il mio piede smarrirsi
in tale scarpa troppo grossa per me, fu l’amico Bigiaretti a portarmi lì, in via
Gaeta, da De Luca. Nel buio di quegli uffici pieni di quadri e di fumo, e nel
disordine apparente delle carte, De Luca era seduto dietro il suo grande tavolo
ingombro di bozze (lo stesso che gli è servito fino a ieri l’altro), sorridente
davanti alla mia aria scoraggiata; e non gli occorsero molte parole perché io,
quando ne uscii, già mi sentii un altro; non più tanto povero e solo, e sicuro
d’aver trovato meglio che un editore (mi stampò subito "Finzioni"), un amico".
Con queste parole cariche di
riconoscenza ed ammirazione, lo scrittore e poeta Giorgio Caproni ricordava,
pochi giorni dopo la prematura scomparsa, la straordinaria figura di un grande
mecenate della Roma del dopoguerra: Luigi De Luca, fondatore dell’omonima Casa
Editrice, raffinato uomo di cultura, prima che d’affari. Era nato nel 1907 a
Sasso di Castalda, a pochi chilometri da Potenza, ma giovanissimo si era
trasferito a Roma dove aveva aperto la sua tipografia. La rara educazione
ricevuta ed un istinto naturale lo misero ben presto a contatto con i giovani
artisti e letterati della Capitale, che si strinsero intorno a lui in una sorta
di fraterno sodalizio. Nel 1934 creò L’Istituto Grafico Tiberino e stampò la sua
prima rivista, "Ansedonia". Seguirono una serie di importanti iniziative
editoriali: nel ’38 fu la volta della collana "Lettere d’Oggi" e dell’omonima
rivista, su cui vennero pubblicati lavori di Eugenio D’Ors, Ezra Pound, Mario
Praz, Giorgio Caproni, Libero Bigiaretti, Manlio Cancogni, Cesare Pavese, Carlo
Bernari ed Alberto Moravia. All’impegno letterario, ben presto, si affiancò
quello legato alla promozione e alla conoscenza delle nuove leve dell’arte
contemporanea: De Luca strinse rapporti con gli artisti ed i critici d’arte che
ruotavano intorno al gruppo dei "Valori plastici", della "Scuola Tonale" e della
"Scuola di Roma", a cui aderivano tra i tanti Mafai, Pirandello, Fazzini ed
Afro. Fu il primo a dare valore al cosiddetto "libro d’arte", creando una
collana monografica, "Artisti oggi", interamente dedicata ai pittori ed agli
scultori italiani vicini ai risultati della contemporanea sperimentazione
europea. Una sua creatura furono i celebri "Martedì letterari" che raccolsero
ogni settimana, nella platea del Teatro Eliseo, i maggiori esponenti della
cultura romana.
La vita di De Luca, tragicamente
spentasi nel ’60 a causa di un incidente stradale, fu un’appassionata dedizione
all’Arte, intesa in tutte le sue straordinarie e diverse manifestazioni. |