Poppea, la Marilyn dell’antichità Scoperto il profumo preferito dalla moglie di Nerone
Sabina Poppea, seconda moglie di Nerone (54-68 d.C.) era una donna di alto rango. Figlia di un questore, aveva sposato prima il prefetto del pretorio Rufrio Crispino, poi Otone, che, secondo alcuni, aveva iniziato Nerone all’omosessualità. Non sappiamo come siano andate realmente le cose, fatto sta che proprio grazie all’assidua frequentazione della corte, Poppea incontrò l’Imperatore, che subito se ne innamorò. Nerone a 16 anni aveva però già sposato Ottavia, figlia dell’imperatore Claudio. Invaghito di Poppea, di cui lo stesso Tacito ricorda la straordinaria bellezza, decise nel 62 di ripudiare la consorte reale. prima la scacciò, accusandola di essere sterile, poi, visto lo scalpore che tra il popolo aveva suscitato la notizia, decise di inviarla al confine e, dichiarandola adultera, la fece uccidere. Dopo appena 12 giorni, Nerone sposava la bella Poppea, che al tempo doveva avere tra i 22 e i 31 anni. Il suo nome è da sempre associato ad un ideale di sensualità e seduzione: doti che non dovettero certo mancarle, grazie, non c’è dubbio, all’eccezionale cura che dedicava al suo corpo. Le fonti antiche narrano che, per mantenere candida la carnagione con bagni di latte, anche in viaggio si faceva seguire da 400 asine. Un busto conservato al Museo Nazionale Romano potrebbe restituirci il ritratto di questa affascinante principessa, destinata all’immortalità. Potremmo definirla la Marilyn Monroe dell’antichità. del resto, la sua fama è dovuta anche alla fortuna cinematografica che il suo personaggio ha avuto nei kolossal hollywoodiani sull’antica Roma. Se Marilyn Monroe andava a dormire con indosso soltanto due gocce di Chanel n.5, pare che Poppea non potesse rinunciare al suo profumo preferito, una “pozione magica” con sostanze molto simili a quelle dell’attuale “patchouli”. Gli scienziati l’hanno scoperto analizzando il contenuto carbonizzato delle boccette di vetro che si trovavano nella sua villa di Oplontis, vicino Pompei. Al tempo di Poppea doveva essere un profumo molto costoso, poiché arrivava dall’Oriente, seguendo la via della seta. Questi dati sono stati rivelati nel corso di un convegno sull’”Applicazione delle scienze chimiche e fisiche all’archeologia vesuviana”, tenutosi a Pompei. Nelle boccette e negli unguentari di Poppea sono stati ritrovati anche, sotto forma di olii essenziali, residui di rosmarino e maggiorana. Oltre ad essere adoperati come profumi, erano farmaci ideali per curare gli stati infiammatori. Alla vita di Poppea è stata dedicata “L’intervista possibile” di “Questa è Roma!”, la trasmissione ideata dalla professoressa Maria Pia Partisani, in onda ogni sabato mattina dalle 10.30 alle 11.30 su Nuova Spazio Radio (88.150). Fino al 13 dicembre, rispondendo a domande di cultura romana, gli ascoltatori possono partecipare alla “Maratona di Natale”: in palio un “paccone” regalo tutto da leggere. |
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