Potevano rivolgersi a un convento vicino al Corso

Pronta accoglienza a "convertite", purché belle, giovani e sane

di Cinzia Dal Maso

 

Via delle Convertite è una piccola strada che collega piazza San Silvestro con il Corso. La sua denominazione non manca di suscitare una certa curiosità anche nel passante più frettoloso, cui può capitare di chiedersi chi fossero queste "Convertite". E’ presto detto: erano "le meretrice e donne disoneste che volevano ritirarsi dalla via del peccato", accolte nel piccolo convento che sorgeva proprio in questo luogo, dove osservavano la regola di Sant’Agostino.

L’allegra e spensierata Roma rinascimentale non aveva niente da invidiare alla libertà di costumi dei nostri giorni. Aveva appena 50.000 abitanti, ma almeno 7.000 erano le prostitute, dette con un po’ di ipocrisia "cortigiane": un vero scandalo per quella parte del clero informata ad un cristianesimo puro ed evangelico.

Il "conservatorio" delle convertite vicino San Silvestro venne eretto da papa Leone X il 19 maggio 1520 presso l’antica chiesa di Santa Lucia, che per l’occasione cambiò il nome in Santa Maria Maddalena, la prima peccatrice redenta.

Le porte del convento, come specifica uno statuto cinquecentesco, erano aperte a tutte le donne che volessero tornare sulla retta via, con esclusione delle vecchie, delle inferme e delle brutte, che si sarebbero astenute dal peccato solo…per mancanza di tentazioni, o meglio di clienti.

Clemente VII (1592-1605) assegnò al monastero 50 scudi al mese e stabilì, per le prostitute che non volessero esservi rinchiuse, l’obbligo di lasciare in eredità a quest’opera almeno un quinto dei loro averi, pena la confisca di tutti i beni.

Una delle sue ospiti più illustri fu la "beata Giulia", una napoletana che aveva organizzato un giro di "ragazze allegre" nella Roma del primo Seicento e venne per questo processata dall’Inquisizione.

Nel 1617 l’edificio fu completamente distrutto da un incendio e ricostruito dal cardinale Pietro Aldobrandini e da Paolo V.

Ancora nell’Ottocento sul parapetto di Ponte Milvio si poteva vedere un’edicola mariana con una cassetta per le elemosine su cui era scritto: "Per le povere Convertite".

Oggi l’aspetto della via è radicalmente cambiato: il convento è scomparso a seguito dell’invasione francese del 1798, mentre la chiesa di Santa Maria Maddalena è stata demolita per allargare la strada e sistemare via del Corso. Delimitata dal fianco severo del Palazzo Marignoli, è diventata uno dei "salotti buoni" della Capitale, dove era lo storico Caffè Aragno, frequentato, tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, da letterati, uomini politici e giornalisti.

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