Una
moglie bella fa miracoli
Le
carriere troppo rapide, si sa, suscitano da sempre le invidie della gente. Fu
questo il caso di un umile barbiere, Gaetano Moroni, divenuto in breve tempo una
delle figure più in vista della Roma dell’Ottocento. Aveva appena 16 anni quando
gli capitò di sostituire il padre nel fare la barba all’abate dei Camaldolesi,
Bartolomeo Cappellari. L’abate apprezzò subito l’intelligenza viva del ragazzo e
lo prese in simpatia: lo assunse al proprio servizio, facendolo studiare ed
affidandogli incarichi sempre più delicati. Una volta divenuto cardinale, nominò
il Moroni suo cameriere privato e ne benedisse il matrimonio con la bella
Clementina Verdesi. Nel 1831 l’abate salì al trono pontificio, con il nome di
Gregorio XVI. Il Moroni, ormai soprannominato dal popolo Gaetanino, era
all’apice del successo: divenne primo aiutante di Camera e Cavaliere. Davanti a
lui si inchinavano i potenti. I livori e le invidie si condensarono nelle
pungenti pasquinate, come quella famosa in cui una mano ignota scrisse: “Della
Chiesa è pontefice Gregorio / governato dal proprio cameriere / onde il catino
si mutò in ciborio / e lo Spirito Santo in un barbiere”. Nemmeno Giuseppe
Gioacchino Belli si fece sfuggire l’occasione di lanciare – in una dozzina di
sonetti - le sue velenose frecciate a Gaetanino, “quer regazzo” che
“da quarche mese in qua ch’era un barbiere / già ha comprato tre vigne e un ber
palazzo”. Il Moroni era debitore del suo successo, secondo il Belli, alle
grazie della moglie Clementina, definita una “puttana santissima”.
Papa Gregorio morì il primo giugno del
1846, lasciando in eredità al suo protetto 4000 scudi, oltre alla collezione di
incisioni romane del Piranesi in 21 volumi, di valore inestimabile.
Uno dei primi atti del nuovo pontefice,
Pio IX, fu rimuovere il Moroni dal suo incarico. Gaetanino si ritirò a vita
privata, conducendo un’esistenza tranquilla ed agiata, dedicandosi ai figli,
alle sue Memorie e soprattutto ad un’opera monumentale, i 24 volumi del
“Dizionario di erudizione storico ecclesiastica”.
di
Annalisa Venditti |