E’ quasi impossibile tenere il
conto dei libri, degli articoli, dei saggi sul Colosseo: sono stati versati i
proverbiali fiumi d’inchiostro. Si può ancora dire qualcosa di nuovo
sull’anfiteatro costruito dall’imperatore Vespasiano ed inaugurato dal figlio
Tito nell’80 d.C.? Sembrerebbe proprio di sì, sfogliando il recente volume di
Enzo Manzione "Il Colosseo" (72 pagg., ricco di illustrazioni a colori e in
b/n).
L’autore, dopo essersi soffermato
a descrivere minuziosamente l’imponente struttura, affronta uno dei problemi più
spinosi ed affascinanti del monumento: il velario. Teatri ed anfiteatri,
nell’antica Roma erano coperti - durante la bella stagione - con un complicato
sistema mobile di vele, per proteggere gli spettatori dai raggi cocenti del
sole. "Avendo esaminato il Colosseo per lungo tempo – scrive Manzione
– ed essendomi prospettato il problema concernente la sua copertura, ho cercato,
con le poche notizie a disposizione e lo studio di poche schematiche ed
incomplete teorie sviluppate precedentemente da altri, di risolvere questo
enigma impostando una teoria nuova che, a me sembra, risponde pienamente sia ai
problemi tecnici che pratici". Manzione ha potuto sfruttare tutta la sua
cinquantennale esperienza, maturata sul campo, esercitando la professione di
guida turistica. Ha preso misure, ha osservato i minimi particolari, ha girato
mezzo mondo e dovunque ha visitato un anfiteatro lo ha scomposto con la mente,
sezionandone e ricomponendone gli elementi, si è impegnato in complessi calcoli
matematici, ha considerato il peso di stoffe di varie qualità ed il rapporto
matematico tra cippi e travi. Secondo la teoria del Manzione, "all’inizio
della stagione primaverile si poneva al centro dell’arena il sistema di
coordinamento centrale del velario, vi si agganciavano le 320 funi di sostegno
sulle quali preventivamente erano infilati gli anelli metallici a cui erano
saldamente cuciti gli 80 spicchi del grande telone, come fossero delle grandi
vele e si sistemavano i tiranti sulle carrucole che servivano alla manovra dei
teli. Messe così insieme le varie parti dell’impianto, si provvedeva a
innalzarlo con la manovra simultanea di tutti gli argani posti a terra intorno
all’edificio che tendevano contemporaneamente ed equilibratamente tutte le
funi". Manzione ha corredato la sua esposizione con foto e con disegni
ricostruttivi, eseguiti da lui stesso, che riescono a rendere chiara la sua
complessa tesi. Non ha trascurato di illustrare nemmeno i particolari più
curiosi, come l’anemometro trovato nei dintorni del Colosseo, che serviva ad
indicare direzione ed intensità del vento, importantissimo per chi si trovava a
manovrare vele che dovevano avere una superficie di circa 460 metri quadrati
ognuna ed un peso complessivo calcolato dal Manzione tra i 15 mila ed i 18 mila
chili.