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Conferenza di Stefano BigUzzi su Cesare Battisti

Un grande italiano dimenticato

 

 

L’Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi” ha voluto commemorare il primo centenario della morte di Cesare Battisti (4 febbraio 1875 – 12 luglio 1916) con una conferenza di Stefano Biguzzi che si è tenuta presso il Museo Storico dei Granatieri di Roma.
Dal titolo dell’intervento traspare un velo di amarezza: “Prigioniero del mito e dell’oblio. Cesare Battisti. Un grande italiano dimenticato”. La figura del martire trentino, infatti, a lungo mitizzata e strumentalizzata, è praticamente scomparsa dalla memoria storica dell’Italia contemporanea.
“Il centenario della morte – ha spiegato Franco Tamassia, direttore dell’Istituto Internazionale di Studi Giuseppe Garibaldi - è un’occasione per riscoprire questo personaggio analizzando la complessa matrice culturale e ideologica del suo pensiero politico”.
Biguzzi ha ripercorso le tappe principali della vita di Battisti, dall’incontro del giovane irredentista con i fermenti del nascente socialismo alla lotta per il riscatto degli ultimi. Ne ha illustrato le battaglie democratiche per difendere l’identità nazionale del Trentino, l’attività di geografo, giornalista, editore e deputato al parlamento di Vienna, il passaggio in Italia allo scoppio della grande guerra e l’impegno totalizzante profuso nella campagna interventista, le “radiose giornate” del maggio 1915 e l’arruolamento volontario negli Alpini fino alla cattura e al supplizio affrontato da eroe dell’epopea risorgimentale.
Biguzzi con partecipazione e un impressionante bagaglio di conoscenze è riuscito a dipingere un affresco dai toni vividi, che ha restituito, a un secolo di distanza, non solo il fascino intellettuale e la grandezza morale di Battisti, ma anche tutta la forza e l’attualità di una visione che agli albori del Novecento seppe proseguire e aggiornare l’eredità mazziniana riaffermando il nesso indissolubile tra giustizia, libertà, nazione e popolo. “Infatti – ha spiegato Biguzzi – Battisti ha saputo assorbire il meglio della tradizione risorgimentale, nel tentativo di costruire una società più giusta e più libera, senza però giungere mai a una svolta violenta. Il Trentino era sottoposto a pulizia etnica e culturale e Battisti scelse di studiare all’università di Bologna, per poi laurearsi in geografia a Firenze. Ha anche lottato a lungo contro la pena di morte e per ironia della sorte è finito nelle mani del boia. La sua esecuzione ha suscitato in Italia un’emozione fortissima, ma poi, durante il fascismo, su quest’uomo che aveva dedicato tutta la vita alla fondazione del socialismo, è stata stesa una falsa patina nera.”
Biguzzi ha anche ricordato come Battisti avesse speso ogni avere nel perseguimento dei suoi ideali e le ristrettezze in cui anche la moglie e i figli erano costretti a vivere.
Stefano Biguzzi è nato a Verona nel 1968. L’ambito dei suoi interessi scientifici è il primo Novecento e in particolare il movimento irredentista, la grande guerra e la crisi dello stato liberale, dall’impresa fiumana di D’Annunzio all’avvento del fascismo. Ha pubblicato numerosi saggi e volumi tra cui Cesare Battisti (UTET 2008) e figura tra gli autori di Mussolini socialista a cura di Emilio Gentile e Spencer Di Scala (Laterza 2015) di prossima pubblicazione anche negli Stati Uniti (Macmillan Palgrave). Ha tenuto numerose conferenze anche in ambito universitario e collabora alla pagina culturale di vari quotidiani tra cui “L’Arena” di Verona. Dal maggio 2013 è presidente dell’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.

 

 

di Cinzia Dal Maso

ottobre  2016

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