Raffaele De Vico univa
vegetazione, acqua e architettura
La fontana – giardino di piazza
Mazzini

Nel 1927 Raffaele De Vico (1881 – 1969) realizzava, al centro di
piazza Mazzini, una singolare “fontana – giardino”, dove
vegetazione, acqua ed elementi architettonici sono in stretto
rapporto. Anche qui De Vico seppe esprimere al meglio la sua
concezione degli spazi: sobria ma al tempo stesso spaziosa, luminosa
ed elegante. Come scriveva Luigi Du Jardin su “Capitolium” nel
presentare il progetto (nella foto), De Vico, “pensando alla
sistemazione della piazza grandissima non ha inteso seguire i soliti
concetti che ispirano la creazione di una fontana monumentale o di
un giardino piatto e monotono, ma ha voluto invece raggiungere un
armonico connubio fra tutto ciò che possa donar bellezza e movimento
alle cose”.
La fontana inoltre tiene conto della confluenza nella piazza di otto
importanti strade di un quartiere, quello di Prati, che nel 1927 era
ancora in piena evoluzione.
Le parti scultoree furono affidate a Ermenegildo Luppi (1877 -
1937), artista modenese autore, tra l’altro, del fregio con il
Corteo della bellezza e della forza sulla facciata del palazzo delle
Belle Arti a Valle Giulia.
La fontana, che si ispira liberamente a un antico ninfeo, è composta
da un grande bacino di forma ottagonale (largo oltre 25 metri)
bordato in peperino, inserito al centro di una zona verde circolare.
In corrispondenza di ognuno dei quattro angoli del bacino si innalza
una monumentale colonna posta su basamento e sormontata da un’aquila
romana con le ali spiegate sul cui piedistallo è scolpita la sigla
SPQR. Sui fusti di ogni colonna erano stati posti tre fasci littori,
sulle cui scuri erano scolpite teste di soldato, secondo
l’iconografia cara al periodo fascista.
Alle facce dei basamenti che guardano verso l’esterno sono addossate
quattro fontanelle, con draghi che gettano acqua dalla bocca in
vaschette semicircolari. Sopra ai draghi un’epigrafe avverte che lì
si può bere l’ottima “Acqua Trevi”.
I lati dei basamenti che danno sul bacino fanno parte di una
struttura abbastanza complessa: su ognuno c’è un mensolone
rovesciato contenente cinque conchiglie digradanti sulle quali
l’acqua scorre come in una cascatella. In ogni conchiglia si
abbeverano due draghetti stilizzati. In prossimità della base delle
conchiglie emergono dall’acqua del bacino due animali fantastici
dalla cui bocca esce uno zampillo.
Singolare anche il piccolo viale che circonda esternamente la
fontana, pavimentato con un mosaico policromo in breccia di fiume
con sassi di varia grandezza, sul quale si susseguono semplici
motivi come segni zodiacali, soli raggianti, cornucopie, tritoni e
vele di antiche galere.
L’intero perimetro della fontana è protetto da colonnette unite da
inferriate sagomate.
di
Cinzia Dal Maso
1
giugno 2017
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